Salvini: «Attacco
alla democrazia». Domenica fiaccolata del Carroccio nella città emiliana.
«Non ci faremo intimidire. Non ci fermeremo». Così la Lega risponde
all’intimidazione di cui è stata oggetto a Modena dove, davanti alla sede
cittadina, qualcuno ha piazzato un ordigno.
Il leader del Carroccio Matteo Salvini ha parlato di un episodio di una
«gravità incredibile, un attacco non solo alla Lega Nord ma alla
democrazia».
«Se in passato altre sedi della Lega Nord sono state colpite, ad esempio con
delle scritte, - ha detto ancora Salvini - nulla è paragonabile a quanto
accaduto a Modena: quella bomba poteva uccidere». Un attacco insomma che merita
una risposta massiccia e immediata: per questo domani alle 17 i militanti del
Carroccio invaderanno Modena per gridare “la violenza non ci ferma”. Salvini si
augura che «tanti cittadini, al di la del colore politico, possano scendere in
piazza al nostro fianco». Secondo il segretario del Carroccio, la scelta di
colpire Modena non è casuale. «Modena è una città in cui abbiamo “investito”
molto: siamo al fianco di chi è stato colpito prima dal terremoto e poi
dall’alluvione». La richiesta al governo di sospendere il pagamento delle tasse
per un anno «è indice di forte attenzione per il disagio che vivono queste
popolazioni». Ma non solo: «Forse - conclude Salvini - le nostre battaglie anti
euro stanno dando fastidio a qualcuno».
L’ordigno, una scatola ricoperta di nastro isolante con fili elettrici che
fuoriuscivano con all’interno tre candelotti riempiti di polvere esplosiva, è
stato trovato intorno alle 21 di giovedì fuori dalla sede di viale Caduti
in Guerra da alcuni militanti che stavano dovevano aprire la sede per i
“giovedì padani”, gli incontri tra i rappresentanti del Carroccio e i
cittadini.
I militanti hanno avvertito subito le forze dell’ordine e sul posto sono
arrivati gli artificieri che hanno disinnescato l’ordigno. Sono stati gli
stessi artificieri a confermare la pericolosità della bomba: se non fosse
stata disinnescata avrebbe potuto causare danni con gravi conseguenze
anche per chi fosse trovato a passare di lì. Gli inquirenti stanno cercando
eventuali filmati di videosorveglianza in cui possa comparire chi ha lasciato
l’ordigno.
Secondo il Governatore della Lombardia Roberto Maroni quello di Modena è «un
atto di vero terrorismo», mentre per il Presidente del Veneto Luca Zaia«è un
preoccupante segnale, un sintomo che dal dibattito, pur acceso e dal
contradditorio democratico, qualcuno vuol passare di livello. Un segnale
inquietante contro il quale bisogna elevare il livello di attenzione.
Magistratura e forze dell’ordine, nelle quali ribadiamo la fiducia, vigilino
contro folli tentativi di portarci ad una stagione che vogliamo
dimenticare».
Il deputato Nicola Molteni si rivolge invece al governo che però, ancora non
c’è: «Vorremmo presentare un’interrogazione urgente ma, come noto, al momento
al Viminale non risponde nessuno». Anche Fabio Rainieri, segretario della Lega
Nord Emilia rivolge un appello all’esecutivo: «invece di perdere tempo in
sciocchezze, invece di liberare i delinquenti con lo svuota carceri, garantisca
la libertà di pensiero e di parola a quei democratici cittadini che senza armi
stanno cercando di cambiare il Paese». Il segretario provinciale della Lega di
Modena Riad Ghelfi non intende comunque farsi intimidire: «La Lega ha rotto gli
equilibri in città e le nostre battaglie danno fastidio. Non è la prima volta
che la nostra sede viene attaccata. Certo, una cosa così grave non era mai
accaduta. Ma non ci faremo spaventare e continueremo a farci sentire,
soprattutto sulla sicurezza, un tema che i modenesi purtroppo sentono
molto».
Preoccupazione per l’accaduto è stata espressa dal sindaco di Modena
Giorgio Pighi che ha chiamato il prefetto Michele di Bari prendendo
accordi per seguire l’evoluzione della vicenda. Il primo cittadini ha chiamato
per esprimere solidarietà al Carroccio il capogruppo in consiglio comunale
Fabrizio Cavani, candidato sindaco alle prossime elezioni comunali, e il
segretario cittadino Stefano Bellei.
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