“La
ricerca storica sta facendo emergere i tratti autentici di quelle pagine
dolorose e tristi che ricordiamo in questi giorni: l’eccidio delle foibe fu
operazione politica, pianificata nei dettagli, forse ispirata, di certo non
malvista, dal regime staliniano. Essa non fu il tragico epilogo di un conflitto
tra genti di lingue diverse ma di storia comune che per secoli aveva visto
convivere pacificamente veneti, giuliani, istriani, dalmati, croati, sloveni”.
Con queste parole l’assessore regionale Roberto
Ciambetti, che segue, per la Regione del Veneto, i legami con le comunità
italiane di Istria e Dalmazia nonché la valorizzazione del patrimonio culturale
veneto negli antichi possedimenti della Serenissima, ha voluto commemorare la
giornata della memoria che il 10 febbraio celebra “la tragedia delle foibe e
l’esodo giuliano-dalmata che costituisce la brusca e violenta frattura di una
storia di convivenza, che oggi può e deve invece riallacciarsi, trovando la
forza di superare ferite inferte da una politica che antepose agli interessi
dei popoli e delle genti scelte ideologiche oggi sconfitte dalla
storia. Vi furono fatti – ha continuato Ciambetti - su cui l’Italia
dovrebbe riflettere a lungo, con la vicenda del treno della vergogna la cui
odissea spiega da sola il silenzio vergognoso quanto ideologico fatto calare
per decenni attorno a questa pagina di storia che andrebbe insegnata nelle
scuole”.
Ciambetti
si riferisce al treno merci che partito da Ancona carico all’inverosimile
di profughi Dalmati e Istriani fu boicottato e costretto dopo una
estenuante marcia a lasciare la stazione di Bologna senza che la
Pontificia Opera di assistenza e la Croce Rossa potessero portare assistenza e
cibo a quanti “fuggendo dalle epurazioni tutine cercavano asilo in
Italia. Cito questa vergognosa storia – ha spiegato Ciambetti -. rammentando
come ancor oggi, nonostante tutto, in Italia c’è chi vorrebbe minimizzare
la Giornata della Memoria: le dichiarazioni del settembre scorso del
vicesindaco di Roma, Luigi Nieri, secondo il quale che le foibe e l’esodo
giuliano-dalmata non sono un problema che riguarda i romani, dimostra quanto
l’ignoranza vergognosa e infamante sia una malapianta difficile da estirpare.
Come per l’antisemitismo che sta rialzando la testa, anche per la tragedia
giuliana, istriana, dalmata, l’informazione, lo studio, la divulgazione sono le
armi necessarie da mettere in campo: il buio della ragione si combatte con la
cultura anche quando essa propone pagine scomode, difficili da accettare come
appunto la vergognosa vicenda dei boicottaggi con i quali furono accolti, e
talvolta pesi anche a sassate, i profughi che fuggivano dalle epurazioni delle
truppe titine. Il buio della ragione si combatte anche la riflessione,
con la preghiera per chi crede, con cui ricordare tante vittime
innocenti e trovare nel loro ricordo motivo di speranza con cui guardare
al futuro tutti assieme, veneti, giuliani, istriani, dalmati, sloveni e croati,
come dicevo all’inizio, lingue diverse che ritrovano la loro strada comune”.
Roberto
Ciambetti, Assessore Regione Veneto
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