L'Ue risponde
congelando i trattati per la ricerca scientifica, con possibili ripercussioni
sul Cern.
Stop ai lavoratori croati. Ecco uno dei risultati tangibili del
referendum in Svizzera.
È stata la stessa ministra della Giustizia elvetica, Simonetta Sommaruga, a
informare il ministro degli affari esteri croato, Vesna Pusic, che la
Confederazione non è nelle condizioni di poter firmare l’accordo bilaterale con
la Croazia sulla libera circolazione dei lavoratori. La firma del patto,
previsto in conseguenza dell’ingresso della Croazia nella Ue il primo luglio
2013, è quindi rinviata al 30 giugno prossimo, in attesa di vedere come si
tradurrà in legge il voto del referendum.
Immediata è arrivata anche la risposta della Ue che ha bloccato le trattative
con Berna su “Horizon 2020” e “Erasmus+”, due trattati per la ricerca
scientifica che Bruxelles ritiene strettamente connessi con la libertà di
circolazione. Il blocco potrebbe influire sull’attività del Cern di Ginevra. La
settimana scorsa la Ue aveva annunciato di aver congelato i negoziati
sull’accordo per l’elettricità.
La “controffensiva” europea è arrivata nonostante l’invito alla «calma» di
Angela Merkel arrivato dopo i colloqui a Berlino con il presidente e ministro
degli Esteri svizzero Didier Burkhalter. Pur lamentando l’esito della
consultazione la Cancelliera ha detto di non voler «disfare frettolosamente» le
buone relazioni esistenti tra la Germania e la Svizzera. «Dovremo
vedere - ha detto ancora la Merkel - come la Svizzera attua la decisione emersa
dal referendum nei prossimi tre anni, seguiremo questo processo ed al
termine dei tre anni decideremo quali saranno le conseguenze». La Cancelliera
ha poi respinto l’ipotesi dell’applicazione in questa fase di sanzioni e
al contrario ha detto di voler cercare «soluzioni ragionevoli» alla
richiesta di applicazione di quote in Svizzera. La Merkel ha infine
definito del tutto «ipotetico» ciò che potrà decidere di fare tra tre
anni.
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