Il Salvini
"lepenista" punta tutto sulla Lega di urlo e canottiera, immaginando
sia l'unico futuro possibile per il partito. Ma non è così: i leghisti sanno
anzitutto amministrare bene i territori (Zaia e Tosi qui pari sono) e
dovrebbero costruire politica da lì. Magari attraverso le primarie...
La Lega Nord è nata strillando, non come un
poppante normale. Somigliava più a un adulto inferocito, arrabbiato per anni di
rappresentanza mancata e di un’incessante rapina di Stato.
Urlava, il Bossi della prima ora, urlava anche in modo becero e a tratti
razzista. E faceva bene, dal punto di vista strettamente politico. Perché il
fare notizia, allora, era l’unica maniera di diventare politica alternativa,
perlomeno in tempi rapidi. La scalata ai palazzi, anche e soprattutto
squisitamente romani, è stata infatti veloce, come rapida viaggiava una
battaglia che non poteva essere quella di un’intera nazione.
Le cose sono cambiate. Da antagonista della Roma
ladrona s’è fatta parte di questa. I seggi, le poltrone e la
graduale presa di coscienza che l’essere sguaiati non era più accettabile, pure
perché il legame con gli alleati capaci di aggiustare i conti in rosso del
partito era utile. Da non scordare c’è anche la metamorfosi che ogni
movimento dovrebbe agognare, se vuole cambiare le cose: una fetta di potere il
Carroccio l’ha fatta propria. A quel punto può essere imbarazzante urlare che
la Capitale è zeppa di ladri, ma che lì bazzicano anche i tuoi uomini. È andata
com’è andata, c’è stata l’ascesa e la dolorosa caduta-scandali. Resta
che i padani, sopra al resto, hanno dimostrato di saper governare i territori,
almeno in molti casi. Di saperlo fare bene, per la precisione.
Oggi Grillo si fa largo a colpi di anti-tutto, anche
anti-politica. Matteo Salvini sa che deve recuperare terreno, molto. Il
fenomeno-Beppe si sgonfia e lui tenta di accaparrarsi quella rabbia lì: no
Euro, Merkel, Europa, Roma. No un bel po’ di cose. E qui si fa largo il
bivio: poco prima che Matteo venisse nominato segretario, Roberto Maroni,
dopo aver rinchiuso un paio di ingombranti cadaveri nell’armadio (il
padre-fratello a un certo punto va ucciso), aveva ripreso il percorso
battagliero ma dai toni moderati. Macroregione e dialogo con l’universo,
a patto sia utile alla causa.
Ecco, diciamo che Salvini non sta esattamente seguendo
le sue orme. I maligni suggeriscono che questo sia un modo di lasciare
il giovane segretario si bruci da solo, insistendo su passioni lepeniste, perciò per
natura nazionaliste e stataliste. La realtà è fatta di una cronaca che,
indiscrezioni a parte, potrebbe vedere la Lega uscire male da un apparente
involuzione.
Per qualcuno il Carroccio può essere solo questo,
trova vigore ed energia solo nella protesta acerba. Certo, parte del partito sì
ma è anche quello che pare avere meno prospettive. L’altra parte dei “barbari
sognanti” invece viene svilita, offuscata, dalla deriva destrorsa del leader.
Perché raccontassero di più quel che hanno fatto, piuttosto di dire quel che
non hanno fatto e non devono fare gli altri, i leghisti, avrebbero pochi (o
nessun) rivale.
Luca Zaia in Veneto
ha fatto miracoli: ha ridotto
del 96 % le consulenze e tagliato 8 milioni i costi
del personale. Diminuito da 71 a poco più di 30 le società partecipate e
fatto i conti con calamità naturali che avrebbero piegato qualsiasi altra
regione. Nonostante il residuo fiscale e la moria di imprese figlia di
folli politiche centraliste. Roberto Maroni in Lombardia si sta
dimostrando abile quanto lo è stato da ministro. La Verona di Flavio Tosi è lì da vedere. Ma questi sono i “big”, i
notabili da citare alla spiccia. In generale l’amministratore leghista,
eccezioni escluse e ne potremmo citare come per altre bandiere, è un
amministratore capace.
Allora no. La Lega Nord non deve e non può essere solo
quella del grido, anzi. Il bivio sta proprio nello scegliere chi e cosa vuole
diventare da grande. Considerando che a furia di urlare rischia di
sopravvivere, restando decisamente più piccola di quanto non meriti. In
proposito c’è un evento a cui vale la pena prestare attenzione: le primarie.
di Federica Dato (L'Intraprendente)
Risulta difficile per i leghisti evitare di non urlare quando ci si trova di fronte a certe sconcezze della Stampa e delle Tv di Stato, che per giunta conoscono in pochi, come potete leggere quì sotto…
RispondiEliminaCliccate qui : http://www.ilgiornale.it/news/interni/cos-report-voleva-distruggere-tosi-995266.html
E se volete,cliccate qui : http://www.qelsi.it/2013/lo-yacht-del-figlio-di-bossi-e-una-bufala-ma-nessuno-chiede-scusa/