Il
Governatore Luca Zaia ha incontrato il premier: mezzo miliardo di euro la prima
stima dei danni.
Mezzo miliardo di danni,
allagamenti, crolli, slavine, frane, smottamenti, sfollamenti forzati di
centinaia e centinaia di famiglie, evacuazione di scuole ed edifici pubblici.
Incalcolabili danni a cose, persone e animali. Questa è la spaventosa
fotografia del Veneto che il Governatore Luca Zaia ha portato con sé ieri a
Palazzo Chigi, incontrando il premier Enrico Letta, il sottosegretario alla
presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi, e il ministro agli Affari
Regionali, Graziano Delrio.
Raggiunto al telefono un istante prima di salire sulla scaletta del volo che lo
riporterà nel capoluogo lagunale, Luca Zaia conferma quanto hanno battuto le
agenzie sin dai primi minuti successivi al faccia a faccia avuto con il
presidente del Consiglio. «Ho spiegato dettagliatamente qual è la drammatica
situazione del Veneto - ha detto Zaia - un’emergenza che non è certo terminata,
e il presidente Letta mi ha rappresentato quella che è una situazione di grossa
difficoltà di cassa in questo momento». È sin troppo evidente che la
risposta data a Zaia da Letta non soddisfa affatto il Governatore leghista, il
quale, seppur mantenendo la flemma del tutto necessaria in questo delicatissimo
momento per la sua terra, è sicuro che nella mente ha già elaborato la replica
più indicata alla semi-indifferenza romana nei confronti di un Veneto che
convoglia nelle casse statali un gettito molto vicino ai 21 miliardi di euro
annui.
Sceglie, per il momento, la strada della diplomazia Zaia e avvisa che
«nelle prossime ore contiamo di avere una prima contabilità sommaria per
presentare una richiesta di risarcimento danni formale». Cara Roma, come
direbbero i veneti in questo momento di incazzatura totale, “adesso fora i
schei”. Perché le richieste di supporto economico avanzate da Zaia a Letta non
rappresentano certo un capriccio e, dovessero arrivare, non sarebbero
ovviamente accettate le briciole o le elemosine di un sistema che considera il
Veneto, il Nord intero, come l’ultima regione della quale occuparsi in caso di
emergenze o calamità naturali.
«È stato un incontro franco - ha comunque voluto sottolineare il Governatore
del Carroccio - ho chiesto al premier di avere risposte per i veneti e
l’ho sensibilizzato su notizie che spesso sono scarne e sintetiche, da
noi la tragedia è vera». Un problema - quello della mancanza di informazione
sulla reale situazione nelle regioni del Nord evidenziato qualche giorno
fa sempre dallo stesso Zaia, che ha chiesto ai direttori delle testate
giornalistiche locali e nazionali di concedere stessa dignità di cronaca al
Veneto nel raccontare i disastri causati dal maltempo. Tendenzialmente,
infatti, anche in questa occasione, i media si sono occupati più delle
pozzanghere e delle pioggerelle del Sud che delle vere e proprie devastazioni
patite dalle terre venete, che ora battono cassa nella capitale. «Non ci
potevamo aspettare di avere una risposta in cifre - ha detto Zaia - ma il
Veneto si aspetta una grande risposta dal punto di vista economico, dal
momento che dalle nostre imprese arriva un gettito annuale di 21 miliardi
di euro a Roma». E a chi gli chiedeva un commento alle polemiche secondo
le quali l’esecutivo si sta occupando più del Meridione e della stessa Roma -
Zaia ha risposto: «Non so cosa stia facendo per Roma, io sono qui per
difendere gli interessi dei veneti. Il Veneto è sempre stato periferia
dell’impero, siamo abituati». Parole pronunciate con una certa
irritazione, dettata dal fatto di aver visto con i propri occhi gli immensi
danni causati a persone e cose.
Soprattutto le popolazioni del Padovano sono allo stremo, dove, tra Bovolenta
cinta quasi d’assedio da un insidiosissimo Bacchiglione e Battaglia Terme
sprofondata in alcuni punti in quasi due metri d’acqua, sono quasi 600 le
persone evacuate. La restante provincia è forse anche peggio: evacuazioni anche
a Vighizzolo, chiusura delle scuole a Montegrotto, pesanti allagamenti a
Selvazzano, Sarmeola e Merlara. Chiusi i battenti anche degli istituti
scolastici di Piove di Sacco, Bovolenta, Brugine, Pontelongo Correzzola,
Arzergrande e Codevigo.
Senza dimenticare la devastazione delle spiagge della costa adriatica, sommerse
da tonnellate di rifiuti ed erose irrecuperabilmente dalle violentissime
mareggiate. Per non parlare delle zone dolomitiche, piegate dall’ondata
eccezionale di maltempo che ha causato fino a ieri crolli, frane, slavine e
smottamenti. Emblematico il crollo dello stadio del curling a Cortina
d’Ampezzo, con lo stabile spezzato in due dal peso della neve.
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