Eppure proprio ieri
Marie Claire pubblicava un’intervista esclusiva in cui Cecile si diceva
“nauseata” dagli acquisti.
Di sé confida: «Non mi piace fare
shopping; quando devo comprare qualcosa so già cos’è e dove trovarlo e mi
sbrigo. Anche in Congo uscivo pochissimo di casa, passavo il tempo sui libri.
Dentro la mia famiglia numerosa ero una delle poche che voleva disperatamente
capire le cose...».
E lei ha capito tutto. Perché nel giorno in cui Cécile Kyenge viene immortalata
mentre va a fare acquisti per il centro della capitale accompagnata
dall’immancabile auto blu e dalla sua zelante scorta, su Marie Claire di
marzo 2014, in edicola da ieri, appare una curiosa intervista al ministro per
l’Integrazione in cui lei stessa spiega la propria nausea per lo
shopping.
Ora, sarà pure stata migrante, badante, oculista e ora ministro della
Repubblica, ma resta pur sempre una donna con le sue debolezze. E al fascino
dell’acquisto in saldo non si può rinunciare, anche se nelle stesse ore
migliaia di commercianti, partite iva e piccoli imprenditori, sfilavano per le
vie di Roma contro la stretta creditizia e le tasse soffocanti.
E’ probabile che questo sia l’ultimo “pezzo” sulla Kyenge in odore di fare le
valigie in vista del nuovo esecutivo targato Renzi. Proveremo a farcene una
ragione. Di sicuro il ministro si è integrata benissimo. Tanto da cadere nel
tranello del suo stesso pensiero: «Non c’è spazio per il cambiamento, per uno
scatto in avanti culturale che ammetta che persone nate all’estero, magari con
un colore diverso della pelle, abbiano un’identità multipla e, tra l’altro,
compatibile con l’Italia». Lei è stata talmente compatibile e multipla che
mentre la Kyenge 1 pontificava sullo ius soli, la Kyenge 2 andava, scortata, a
fare shopping.
Già, caro ministro. L’impressione è che alla fine a questo Paese malandato non
mancherai. A la Padania anche meno. Chi si dispiacerà sarà qualche commerciante
(pochi) e i tuoi bodyguard (tanti).
Nessun commento:
Posta un commento