Dopo i trenta immigrati morti ieri, scoperti due
stranieri infetti. Il Sap denuncia: "Si tratta di vaiolo". E scatta
l'allarme.
Alla
tragedia dei trenta immigrati morti per asfissia
nella stiva del vecchio peschereccio adesso si aggiunge l'allarme vaiolo.
Un allarme
che è stato lanciato dallo stesso ministero della Salute e che, sebbene isolato
e tenuto sotto controllo dalla Marina Militare, ha già messo in allerta i
poliziotti che lavorano a stretto contatto con i clandestini che ogni
giorno sbarcano sulle nostre coste.
"Diffidiamo
il Dipartimento della Pubblica Sicurezza dall’impiego di poliziotti che non
possono essere tutelati dal punto di vista sanitario - afferma Gianni Tonelli,
segretario generale del sindacato di polizia Sap - non solo devono essere
adeguatamente previste tutte le profilassi sanitarie, ma soprattutto il
personale va reso edotto sui rischi, cosa che attualmente che non viene
fatta".
La nave
"Orione" destinata ad arrivare al porto di Catania registra, tra i
circa 400 immigrati che sono a bordo, due possibili casi di vaiolo. Una
malattia, come è noto, molto contagiosa e letale. Probabilmente per questo
motivo ieri sera, all'ultimo momento la "Orione" non è stata fatta
entrare nel porto etneo. Un primo paziente è stato subito "isolato a
bordo" ieri pomeriggio e, come ha prontamente assicurato il ministero
della Salute, "sono state attivate le procedure necessarie di routine
previste per giungere alla diagnosi del caso". Ma l'allerta resta perché
l'allarme scattato ieri sera riguarda il protocollo seguito per
patologie che vanno da una semplice influenza aviaria a una febbre emorragica
come l’Ebola. In questo caso, però, dovrebbe trattarsi di vaiolo. E i casi, nel
corso delle ore, sono diventati due. Tanto che da Catania è arrivato un
elicottero attrezzato per il trasporto di malati infettivi.
Il
regolamento, varato nel 2005 dall’Oms,
comprende una serie di misure a gravità crescente, che possono andare dal
rifiuto di ingresso del soggetto nel paese alla quarantena per tutte le
persone che sono state in contatto con la fonte di infezione in caso di virus
mortali. Nei giorni scorsi, dopo i primi casi di
poliziotti contagiati dalla tbc, si è spesso parlato della
possibilità di arrivo di casi di virus Ebola, ma tutti gli esperti
internazionali, a partire dall’Oms, sono stati sempre concordi nel ritenere
improbabile l’eventualita, perché questo tipo di febbre emorragica si manifesta
in poche ore, mentre chi arriva sui barconi ha viaggiato in genere per diversi
giorni. "La nostra recente denuncia sui casi di Tbc di cui sono state
vittime le forze dell’ordine, assurdamente minimizzata dal Viminale, trova
quindi oggi altre clamorose conferme - tuona il Sap - la situazione è
gravissima per le forze di polizia e anche per i cittadini. Non accetteremo -
conclude - come poliziotti, di essere sacrificati".
di Andrea Indini (Giornale)
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