Ieri a protestare davanti all'Aler anche una donna
ospite da cinque mesi in un albergo stellato.
«Costretta»
a stare a scrocco sulle spalle della collettività. Da cinque mesi una poverina,
si fa per dire, costa al Comune 500 euro a settimana.
Duemila euro
al mese, a sentire quanto denuncia il centro sociale Cantiere, solo per vivere
in albergo. Soldi pari a un ottimo stipendio per chiunque che potrebbero essere
usati diversamente.
Hakima è una
donna che avrebbe diritto a una casa. Casa che ci sarebbe pure visto che le è
anche stata assegnata da tempo, ma inutilmente visto che dopo cinque mesi vive
ancora in albergo a spese del Comune. Il problema è a livello di burocrazia: la
casa le è stata assegnata, ma non consegnata e grazie alle nuove regole del
Comune ha diritto a restare ancora per molto tempo a vivere in albergo.
L'Amministrazione infatti ha stabilito che chi ha una situazione simile può
stare a carico della collettività fino a che non gli vengono consegnate le
chiavi. E visti i tempi biblici della burocrazia italiana, non è detto che
Hakima debba andarsene tanto presto. Anzi. Potrebbero passare anni.
E a lei
manca la casa che le è stata assegnata. E allora ha deciso di inscenare una
protesta che è sicuramente piaciuta ai centri sociali, ma forse un po' meno a
chi sta versando i soldi affinchè lei possa vivere una vita più che dignitosa:
c'è chi vive infatti con molto meno di 2000 euro al mese all'ombra della
Madonnina. Così ha protestato, forse anche per la spinta di chi come i
«cantierini», molto ascoltati in Comune, pensa che a loro sia tutto dovuto e ha
denunciato la sua situazione e quelle di altre centinaia di persone . Ieri
mattina sono stati dunque occupati gli uffici Aler di viale Romagna per
smuovere chi dovrebbe sveltire le pratiche per risolvere il problema
consegnando le case che almeno sulla carta ci sarebbero.
Una pressione che probabilmente non sortirà nessun effetto, anche per i litigi
tra Aler e Comune. E che intanto sta provocando dei cortocircuiti a livello
istituzionale visto che sono 640 le persone a cui è stata assegnata una casa
sei mesi fa senza che gli siano poi state effettivamente consegnate le chiavi.
Intanto mentre si stabilisce chi ha ragione, anche questa volta Pantalone -
quindi tutti noi - continua a pagare e a subire manifestazioni surreali come
quella di ieri. Uffici pubblici che vengono occupati perché a qualcuno non va
bene vivere in una più che dignitosa situazione grazie agli sforzi economici
delle casse pubbliche. Un alloggio decente e pulito, a duemila euro al mese,
non sembra ancora abbastanza.
di Michelangelo Bonessa (Giornale)
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