Verso l'approvazione la legge delega sul lavoro. Bocciato un emendamento
della Lega che chiedeva la cittadinanza italiana come requisito per i servizi
socio-assistenziali.
A Montecitorio continua la corsa per far
approvare entro domani il Jobs Act, la legge delega sul lavoro perno di tutta
l'azione riformatrice del governo Renzi. Finora l'esecutivo non ha messo la
fiducia, affidandosi all'aula - dove peraltro gli emendamenti sono arrivati già
"sfoltiti" - anche se il ministro del Lavoro Giuliano Poletti non
escluso un ricorso nelle prossime sedute al voto di fiducia.
In aula è arrivato quindi il testo uscito dalla commissione Lavoro della Camera
che contiene alcune modifiche rispetto a quello del Senato, in particolare sui
licenziamenti licenziamenti illegittimi nell'ambito del nuovo contratto a tempo
indeterminato a tutele crescenti. In particolare, la possibilità di reintegrare
il lavoratore nel posto di lavoro (ferma restando la disciplina vigente per i
licenziamenti nulli e discriminatori, a fronte dei quali la reintegra è sempre
ammessa) è stata esclusa per i licenziamenti economici, mentre per quanto
riguarda i licenziamenti disciplinari ingiustificati è stata limitata a
"specifiche fattispecie".
Nonostante le professioni di serenità da parte degli esponenti del governo, la
"giusta causa" continua a dividere il Pd, tanto che un gruppo
consistente di democratici ha votato un emendamento di Sel in difesa dell'art.
18. A favore dell'emendamento, a prima firma Giorgio Airaudo, che chiede che
l'art. 18 rimanga per tutti dopo un anno di prova, sono stati i 17 deputati
della minoranza: Albini, Argentin, Beni, Carra, Cimbro, Civati, Cuperlo,
Farina, Fassina, Fossati, Gregori, Iacono, Laforgia, Mogniato, Pollastrini,
Scuvera e Terrosi.
Una contraddizione, nei fatti, delle parole del ministro delle Riforme Maria
Elena Boschi che, a proposito del Jobs Act, ha detto che «non c'è alcun rischio
di scissione nel Pd». Boschi è tornata anche a cimentarsi con lo sport
preferito del governo, sparare sui sindacati, sulla Fiom in particolare: «Credo
che Landini stia spostando lo scontro sul piano ideologico perché nel merito
del Jobs Act ha poco da dire. Noi abbiamo presentato un piano che estende le
tutele, estende gli ammortizzatori sociali ed introduce forme che eliminano il
precariato».
Parole che sui la replica del leader Fiom non si è fatta attendere: «Sul Jobs
Act il ministro Boschi dice delle cose molto imprecise. Non so se perche' molto
presa dalla riforma costituzionale e non ha ancora letto la delega, ma noi non
stiamo né spostando l'attenzione né la mettiamo sul piano ideologico, noi
parliamo di cose concrete: il governo non sta facendo nulla sul piano degli
investimenti, con il Jobs Act nuovi posti di lavoro non si creano».
Durante le votazioni in aula si è accesa la tensione quando è arrivato il
momento di votare sulle nuove norme per la videosorveglianza dei dipendenti. I
grillini, in segno di protesta, hanno fatto riprese con i telefonini (venendo
contro al regolamento dell'assemblea) e poi cercando di impedire al relatore,
il presidente della commissione Lavoro Cesare Damiano, di intervenire proprio
per illustrare la norma sulla videosorveglianza. Per i grillini «Non si può
accettare: i cittadini devono essere sorvegliati e i signori della politica
fanno i trattati segreti». I deputati grillini hanno continuato a disturbare
l'intervento di Damiano e due di loro, Ivan Della Valle e Michele Dell'Orco,
sono così stati espulsi del presidente di turno Roberto Giachetti.
Critiche al Jobs Act sono arrivate anche dalla lega, che si è vista respingere
un emendamento. Spiega Emanuele Prataviera, membrod ella commissione Lavoro,
«Bocciando il nostro emendamento, in cui chiedevamo che l'eliminazione dello
stato di disoccupazione come requisito di accesso a servizi socio-assistenziali
fosse riservato ai soli cittadini italiani, il governo continua a favorire gli
stranieri rispetto agli italiani. Infatti, senza riconoscere una priorità di
accesso ai nostri cittadini, finiranno per usufruirne solo gli extracomunitari.
Questo si conferma il governo degli stranieri, che dimentica le necessità dei
propri cittadini, dimentica i nostri esodati, i nostri poliziotti ma trova
sempre le risorse per i cittadini stranieri».
Nessun commento:
Posta un commento