L’Assessore
regionale alla Sanità del Veneto Luca Coletto, candidato alle elezioni del 31
maggio come capolista della Lega Nord nel collegio di Verona, rivolge un
“saluto speciale” che pubblichiamo integralmente di seguito al premier Matteo
Renzi arrivato la mattina del 21 maggio a Vicenza per un appuntamento
elettorale organizzato dal Pd in appoggio alla candidata presidente in Veneto
Alessandra Moretti.
Benvenuto in Veneto a Matteo Renzi,
Segretario Nazionale del Pd ma anche Presidente del Consiglio di un Governo che
dovrebbe essere di tutti gli italiani, che oggi viene a fare campagna
elettorale per la candidata presidente del suo partito. Al Premier chiedo per
prima cosa che chiarisca se è vero che un suo Ministro ha fatto, oppure no, una
telefonata alla
sua candidata Presidente del PD, definendo ‘allarmante’ la situazione della
sanità veneta. Sarebbe un bel gesto di trasparenza, perché da queste parti le
bugie hanno le gambe corte e oramai da 48 ore il silenzio istituzionale del
Governo, un cui importante Ministro avrebbe detto questa cosa, è assordante.
Di allarmante non c’è di sicuro la
sanità veneta, ma quel Def di Renzi che fissa al 6,6% la quota del Pil dedicata
alla sanità italiana nel 2020, non tenendo in considerazione che
l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fissato al 6,5% la soglia dove inizia
a calare l’aspettativa di vita della gente. Anche su questo i veneti vorrebbero
delle spiegazioni sul perché il Governo li sta indirizzando più verso la Grecia
che verso una Europa che, come l’Olanda, arriva a dedicare alla sanità il 10%
del Pil.
Di allarmante c’è
anche l’ultima pensata elettorale della candidata Moretti, che vorrebbe
tagliare 200 milioni ai beni sanitari (magari comprando protesi cinesi!) per
pagare il treno agli studenti, evidentemente non sapendo (di nuovo!) che l’Articolo
1 comma 4 del Patto Nazionale per la Salute dispone che i risparmi ottenuti in
sanità rimangano alle Regioni per le finalità sanitarie”.Comunque
per evitare al premier di commettere di nuovo l’errore che ha già fatto,
evidentemente mal informato dalle sue antenne territoriali, ed evitare alla sua
candidata lo scettro di “Lady Mi Correggo” (evento ultimamente piuttosto
frequente) fornisco anche a Renzi alcune informazioni sicure sulla sanità
veneta, a cominciare dal fatto che le Ullss sono 21 e non 22, che il bilancio
della sanità veneta è in attivo fin dal 2010 e lo sarà anche per l’ultimo anno
monitorato dal Mef e cioè il 2014, che il Veneto ha il minor tasso di
ospedalizzazione d’Italia con 17.448 posti letto per acuti pari al 3,5%, 3.000
posti letto dedicati alle cure intermedie (Ospedali di Comunità e Hospice),
30.000 per le cure residenziali e 120.000 impegnative di cura domiciliari; che
gli ospedali veneti sono 68, di cui 42 pubblici e 26 privati accreditati, che
il saldo attivo veneto della mobilità extraregionale ammonta a 100 milioni,
inequivocabile segnale di qualità; che l’Istituto Oncologico Veneto, che
secondo la sua candidata sarebbe la causa di un presunta fuga di malati veneti
verso Aviano, esprime tali eccellenze che giusto la scorsa settimana è stato
ufficialmente riconosciuto dalla Società Italiana di Osteoncologia come Centro
d’Eccellenza Nazionale, il primo al nord. Il tutto senza fare debiti, senza un euro di Irpef regionale
aggiuntiva a quella nazionale, senza nessun ticket regionale in aggiunta a
quelli nazionali. Potrei continuare a lungo, magari parlando degli oltre 200
milioni di tagli che Renzi ci vuole appioppare ogni anno dal 2015 al 2017, ma
mi fermo qui. A proposito: consiglio al premier e alla sua candidata di fare i
complimenti al San Bortolo (questo è il nome dell’ospedale della città dove si
trovano) il cui reparto di nefrologia, da eccellenza nazionale qual è, è stato
giusto l’altro ieri clinicizzato ed è diventato universitario, nell’ambito
dell’Ateneo di Padova. Se si dimenticassero, rischierebbero di dover fare
l’ennesima precisazione postuma.
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