Standard
& Poor’s lascia il rating italiano sul debito a livello
semi-spazzatura. La motivazione è semplice: la ripresa dell’economia italiana,
il misero 0,3 per cento in più sbandierato dalla banda Renzi, è dato
solo da fattori esterni, cioè la svalutazione dell’Euro e il calo del prezzo
del petrolio.
Se consideriamo questi due fattori, capiremo
come una economia che ha dei buoni fondamentali avrebbe dovuto crescere –
dopo anni di crolli consecutivi – ben oltre il 2 per cento. Dunque lo 0,3% che
dovrebbe stabilizzarsi quest’anno attorno allo 0,4 per cento per salire all’1
per cento nel biennio 2016-2017 è ben sotto le dinamiche esogene e questo è un
indice di crisi o di malattia profonda del sistema economico: la ripresa è data
solo dall’esterno, ma non è segnale di guarigione. Il prelievo
fiscale, l’agonia del sistema creditizio che si trasmette nel mondo
produttivo infettando il manifatturiero, che è poi la vera forza della nostra
economia, minano qualunque possibilità di ripresa. Il voto di Standard &
Poor’s, dunque, dovrebbe far riflettere e mettere sull’avviso: il governo della
chiacchere, delle bugie, delle false riforme,non sta guidando il paese fuori
dalla crisi.
I rischi rimangono altissimi, il debito italiano è vicinissimo alla spazzatura.
Roma non è così lontana da Atene.
Roberto Ciambetti, assessore regionale Veneto al bilancio
I rischi rimangono altissimi, il debito italiano è vicinissimo alla spazzatura.
Roma non è così lontana da Atene.
Roberto Ciambetti, assessore regionale Veneto al bilancio
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