Il coordinatore veneto del Movimento Giovani Padani, il consigliere regionale Nicola Finco, lancia una manifestazione organizzata dalla Lega Nord per il 18 ottobre a Milano, con partenza da porta Venezia alle 16.30 e arrivo in piazza Duomo alle 18: «I pullman che sabato 18 ottobre partiranno da Vicenza alla volta di Milano sono al momento già cinque: ci ritroveremo a dire basta all'immigrazione clandestina, all'operazione Mare Nostrum che ha portato quasi 200.000 immigrati sul nostro territorio costandoci oltre un miliardo in un anno».
Ma se i clandestini disperati aumentano è altrettanto innegabile che dai dati ufficiali risulta che solo il 14% di loro rimane in un'Italia sempre più povera di lavoro per cercare soluzioni di vita nel nord dell'Europa.
Che, paradossalmente ma non troppo, per l'Anagrafe Italiani residenti all'estero (A.I.R.E.), l'organismo del Ministero degli Esteri a cui deve iscriversi chi va fuori dal Belpaese per oltre un anno, è la meta preferita degli oltre 93.000 italiani, trentenni per età media e la maggior parte diplomati e laureati, che hanno lasciato quest'anno e finora l'Italia generando per la prima volta un saldo negativo tra immigrati in Italia per lavoro ed emigranti italiani all'estero, per lo più di fascia culturale superiore a quella di chi arriva. Ed è questo un altro aspetto, che sarà difficile da recuperare nel breve periodo, dell'impoverimento della nostra penisola che perde le menti e guadagna le braccia, verrebbe da dire, allargando il gap con i paesi avanzati.
È di fronte a questa triste realtà che vanno valutate meglio le parole di Finco e gli intenti di chi parteciperà «alla grande all'idea di Matteo Salvini, che raccoglierà nel capoluogo lombardo anche tanti vicentini non solo leghisti ma associazioni e cittadini stanchi delle politiche buoniste del Governo Renzi».
Se non condividiamo certe forzature elettoral-razziste vorremmo, invece, sottolineare la parte del messaggio del consigliere regionale leghista che afferma in maniera più che condivisibile che «finchè ci sarà un solo italiano bisognoso, un padre separato che vive in macchina, un disoccupato o un imprenditore in crisi, noi chiederemo che lo Stato (li) aiuti».
Un po' meno d'accordo siamo con lui quando aggiunge «...prima loro e solo dopo i clandestini senza nome né volto che arrivano sulle nostre coste costandoci 40 euro al giorno, inclusi vitto, alloggio e cellulare».
Anche se ha un fondo (e che fondo!) di verità l'affermazione di Finco secondo cui «Vicenza, anche grazie alla connivenza di amministratori locali di centrosinistra, purtroppo si è vista assegnare dal Governo più profughi di tutte le altre province venete, e restano parole vuote quelle di sindaci come Variati o Poletto che prima spalleggiano Renzi nelle sue politiche buoniste e poi si lamentano se Roma scarica nelle nostre città centinaia di immigrati a 40 euro al giorno», va però ricordato al coordinatore veneto del Movimento Giovani Padani che quei 40 euro non vanno in tasca ai «clandestini», se non per circa 2 euro al giorno, ma ad associazioni benefiche ed operatori privati locali, molti magari leghisti, contribuendo alle loro attività a volte umanitarie, sempre economiche.
A questo punto non ci rimane che sperare che gli inglesi, i tedeschi e i francesi, per non parlare degli statunitensi, che hanno già accolto i nostri 93.000 emigranti non li trattino anche loro come esseri «senza nome né volto».
E non solo perché hanno un regolare documento d'ingresso con foto e magari anche un cervello utile. Soprattutto al loro sviluppo...
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