“La riforma
più pasticciata del millennio ha celebrato il suo rito. Si voleva eliminare il
carrozzone delle Province, ammesso che tali fossero, e se ne sono creati due,
le ‘nuove Province’ fatte solo di poltrone ma svuotate di ogni significato, e
le Città Metropolitane, dove un Sindaco nominato ma non eletto comanda altri
sindaci che, loro sì eletti dal popolo, non contano più niente. Risparmi? Zero
o giù di lì. Confusione tanta, al punto che il giorno dopo molti commentatori
chiedono ‘chiarezza’, come il Presidente dell’Anci, e altri, che condivido,
ritengono si sia trattato semplicemente di un’operazione partitica per
riciclare più di qualche nome della vecchia politica”.
Così il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, boccia senza appello il
nuovo “assetto istituzionale” che si va creando sui territori dopo le elezioni
nelle Province e quelle per le Città Metropolitane.
“Ero e resto convinto che tutto ciò sia un male per il Paese – incalza Zaia – e
sia persino incostituzionale, come abbiamo ritenuto noi che, come Regione,
abbiamo impugnato la legge sulle Città Metropolitane di fronte alla Consulta,
perché dovunque il popolo sia escluso dal voto è vietato parlare di
democrazia”.
“Attendiamo con fiducia il pronunciamento dei Giudici Costituzionali – aggiunge il Governatore del Veneto - ma nel frattempo dobbiamo tristemente prendere atto che il nuovo avanza solo via tweet, mentre il vecchio poltronismo spartitorio continua a proliferare grazie alla ‘storica’ riforma di Roma. Uno sfregio ai cittadini, che sempre di più si vogliono amministrare tramite nominati e non tramite eletti”.
“Ora arrivano le richieste di chiarezza – prosegue Zaia – come a voler chiudere la stalla dopo che i buoi sono fuggiti. Ciò che oggi emerge sia da chiarire andava chiarito prima di cominciare. Chiarezza avrebbe voluto dire scegliere in partenza se le Province servivano o no. Chiarezza avrebbe voluto dire scegliere che cosa doveva essere una Città Metropolitana: un carrozzone con un Sindaco a capo di altri sindaci svuotati di poteri e rappresentanza, o un’entità utile solo per certe aree del Paese, come le vere Metropoli, e quindi non certo Venezia in un Veneto che è di per sé un’unica città metropolitana. Ma con Venezia elevata a Città Stato, come ci sono vari ottimi esempi nell’Ue. E in ogni caso, comunque, legittimata da un voto popolare”.
“Attendiamo con fiducia il pronunciamento dei Giudici Costituzionali – aggiunge il Governatore del Veneto - ma nel frattempo dobbiamo tristemente prendere atto che il nuovo avanza solo via tweet, mentre il vecchio poltronismo spartitorio continua a proliferare grazie alla ‘storica’ riforma di Roma. Uno sfregio ai cittadini, che sempre di più si vogliono amministrare tramite nominati e non tramite eletti”.
“Ora arrivano le richieste di chiarezza – prosegue Zaia – come a voler chiudere la stalla dopo che i buoi sono fuggiti. Ciò che oggi emerge sia da chiarire andava chiarito prima di cominciare. Chiarezza avrebbe voluto dire scegliere in partenza se le Province servivano o no. Chiarezza avrebbe voluto dire scegliere che cosa doveva essere una Città Metropolitana: un carrozzone con un Sindaco a capo di altri sindaci svuotati di poteri e rappresentanza, o un’entità utile solo per certe aree del Paese, come le vere Metropoli, e quindi non certo Venezia in un Veneto che è di per sé un’unica città metropolitana. Ma con Venezia elevata a Città Stato, come ci sono vari ottimi esempi nell’Ue. E in ogni caso, comunque, legittimata da un voto popolare”.
“Niente di tutto questo – chiude Zaia – solo confusione e moltiplicazione di
sedie”.
ThieneOnLine, 14 Ottobre 2014
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