Venezia. “Un’Europa matrigna, egoista, lei
sì razzista, un Governo nazionale imbelle e succube di Bruxelles e di Berlino,
una esodo epocale che sta arricchendo i mercanti di uomini senza che nessuno
muova un dito; una diplomazia internazionale colpevolmente immobile. E qui da
noi, sui territori, Mare Nostrum continua a scaricare essere umani trattati
come bestie, ormai ora dopo ora, con i prefetti che non riescono più a
dissimulare il loro imbarazzo, sindaci spesso nemmeno informati, nessuna
organizzazione a monte, rischi e pericoli sanitari per i migranti e i
residenti, senza contare i fantasmi che spariscono in poche ore e chissà dove
sono e cosa fanno. Ora basta, sta arrivando il momento delle azioni eclatanti”.
Così il presidente veneto Luca Zaia torna ad intervenire sul problema dei
migranti di Mare Nostrum che continuano ad essere inviati a centinaia in Veneto
e sulle sempre più gravi difficoltà che stano spingendo sempre più territori e
Comuni a lanciare veri e propri allarmi e a negare, anche con atti formali, la
disponibilità di altri posti per l’accoglienza. “Se ci fosse un briciolo di
seria solidarietà europea e il minimo sindacale di autorevolezza di Renzi &
C. – attacca Zaia – un tavolo europeo di solidarietà, nel quale ogni Paese si
faccia parte diligente nel farsi carico del problema per quota parte, potrebbe
essere attivato in poche ore e produrre risultati in pochi giorni. Ma non lo
fanno, perché dai loro lussuosi scranni a Bruxelles o Strasburgo si deve fare
molta fatica a percepire la realtà”. “ E allora può servire che siamo noi a
fargliela toccare con mano. Non vorrei essere costretto – annuncia Zaia – ad
offrire a 100, 200, 300 profughi un viaggio a Bruxelles in pullman a nostre
spese e portarli davanti ai palazzi del buorosauro, senza più muoverci finchè
un tedesco, un austriaco, un francese, un polacco, un cipriota o chiunque altro
appartenente a questa grande famiglia di parenti serpenti che è l’Europa, non
verrà a vedere con i propri occhi di cosa parliamo e non si siederà a un tavolo
per dividerci, da veri fratelli solidali, il dovere dell’accoglienza”. “Non è
una minaccia – conclude Zaia – è la carta della disperazione che siamo pronti a
giocare in proprio se il governo di Roma continuerà ad essere ostaggio di
Merkel & C. che, dopo averci messi in ginocchio con le loro follie
finanziarie, ci stanno dando il colpo di grazia lasciandoci soli ad affrontare
un esodo epocale”.
GdV 07.10.2014
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