Alla vigilia dell'incontro tra Renzi e i governatori nuovo affondo del
governatore del Carroccio: «Non è giusto che le amministrazione virtuose
debbano pagare come le altre».
La battaglia delle Regioni contro il
Governo per i quattro miliardi di tagli contenuti nella legge di stabilità
arriva al dunque.
Questa mattina, infatti, Matteo
Renzi incontrerà Sergio
Chiamparino per ascoltare dal presidente della Conferenza delle
Regioni - con il quale la scorsa settimana c'era stato un furibondo diverbio -
la contro-proposta dei governatori.
A guidare la controffensiva, tuttavia, sono ancora i presidenti leghisti del Nord la cui protesta è tutta incentrata sull'ingiustizia del Governo centrale di trattare allo stesso modo, se non addirittura peggio, amministratori virtuosi e amministratori spreconi. Luca Zaia non ne vuole sapere di aumentare le tasse ai veneti e tanto meno di tagliare sulla sanità. E' proprio su ospedali e Asl, infatti, che rischiano di creare più effetti collateralli i tagli del Governo. «Nel primo semestre del 2014 - fa notare il Governatore del Carroccio - abbiamo risparmiato 28 milioni di spesa farmaceutica rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, ma lavorando sull'appropriatezza delle prescrizioni e senza tagliare le medicine ai nostri malati. E non siamo disposti a farlo né domani né mai». L'amministratore leghista, tra i più duri e determinati, insieme al collega Roberto Maroni, nel braccio di ferro con Palazzo Chigi, prende spunto da un'inchiesta del Corriere della Sera sul continuo aumento dei prezzi dei farmaci. «Spero che Renzi e il Governo, prima di incontrarci, abbiano approfondito a dovere i contenuti di questa interessante inchiesta sul caro medicine che, lo dicono gli esperti interpellati e non le Regioni, può affondare la sanità italiana». I costi dei farmaci, infatti, sono sempre più alti e rischiano di far saltare i bilanci delle Regioni che oggi si trovano tra l'incudine delle case farmaceutiche e il martello dei tagli del Governo. «A Renzi - spiega Zaia - chiederò come conciliare altri tagli, insopportabili per le Regioni virtuose come il Veneto che hanno già raschiato il fondo del barile, con i costi che lo stesso Stato lascia lievitare senza far nulla. Mettere le Regioni nella condizione di non poter più usare queste medicine perché troppo costose significa negare agli italiani le cure migliori possibili e questo, oltre che contro l'etica, è anche contro la Costituzione. Ci sono tante cure, tra le quali le antitumorali che costano migliaia di euro a dose. In Veneto le eroghiamo tutte e abbiamo i conti in attivo, in altre Regioni invece hanno risolto il problema decidendo di non usarle e ancora fanno passivi. Se Renzi vuole davvero attaccare gli sprechi consideri quindi queste realtà e decida se è giusto che il Veneto debba pagare come altri o se non abbia diritto a veder riconosciuto il suo buon governo dei conti sanitari».
A guidare la controffensiva, tuttavia, sono ancora i presidenti leghisti del Nord la cui protesta è tutta incentrata sull'ingiustizia del Governo centrale di trattare allo stesso modo, se non addirittura peggio, amministratori virtuosi e amministratori spreconi. Luca Zaia non ne vuole sapere di aumentare le tasse ai veneti e tanto meno di tagliare sulla sanità. E' proprio su ospedali e Asl, infatti, che rischiano di creare più effetti collateralli i tagli del Governo. «Nel primo semestre del 2014 - fa notare il Governatore del Carroccio - abbiamo risparmiato 28 milioni di spesa farmaceutica rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, ma lavorando sull'appropriatezza delle prescrizioni e senza tagliare le medicine ai nostri malati. E non siamo disposti a farlo né domani né mai». L'amministratore leghista, tra i più duri e determinati, insieme al collega Roberto Maroni, nel braccio di ferro con Palazzo Chigi, prende spunto da un'inchiesta del Corriere della Sera sul continuo aumento dei prezzi dei farmaci. «Spero che Renzi e il Governo, prima di incontrarci, abbiano approfondito a dovere i contenuti di questa interessante inchiesta sul caro medicine che, lo dicono gli esperti interpellati e non le Regioni, può affondare la sanità italiana». I costi dei farmaci, infatti, sono sempre più alti e rischiano di far saltare i bilanci delle Regioni che oggi si trovano tra l'incudine delle case farmaceutiche e il martello dei tagli del Governo. «A Renzi - spiega Zaia - chiederò come conciliare altri tagli, insopportabili per le Regioni virtuose come il Veneto che hanno già raschiato il fondo del barile, con i costi che lo stesso Stato lascia lievitare senza far nulla. Mettere le Regioni nella condizione di non poter più usare queste medicine perché troppo costose significa negare agli italiani le cure migliori possibili e questo, oltre che contro l'etica, è anche contro la Costituzione. Ci sono tante cure, tra le quali le antitumorali che costano migliaia di euro a dose. In Veneto le eroghiamo tutte e abbiamo i conti in attivo, in altre Regioni invece hanno risolto il problema decidendo di non usarle e ancora fanno passivi. Se Renzi vuole davvero attaccare gli sprechi consideri quindi queste realtà e decida se è giusto che il Veneto debba pagare come altri o se non abbia diritto a veder riconosciuto il suo buon governo dei conti sanitari».
Nessun commento:
Posta un commento