Anche oggi una giornata di ordinaria
follia e disorganizzazione sul fronte rovente dei profughi. Un pullman arrivato
a Padova senza preavviso scarica una cinquantina di immigrati in una di quelle
caserme che io continuo a definire una discarica a cielo aperto; a Eraclea il
governo fa lo gnorri e non trasferisce gli ospitati (si fa per dire) nel
residence al centro della località balneare contribuendo a pregiudicare la
stagione turistica.
All’Ulss 10 vengono distolte risorse preziose nel
periodo più impegnativo dell’anno per assistere i profughi invece dei turisti;
a Treviso i clandestini arrivati ieri a Villorba si disperdono nel territorio
regionale, aggiungendosi ai già 7 mila di cui non conosciamo né identità,né
destinazione, né spesso la provenienza.
Diciamo
la verità: utilizzando quel residence di Eraclea che, con 63 appartamenti, può
dare ospitalità a quasi 400 immigrati, la Prefettura ha identificato
subdolamente l’hub provinciale che andava cercando da mesi, in un crescendo di
improvvisazione, senza alcun nessun rispetto per i sindaci, facendo piovere sui
territori disperati ma anche immigrati economici che nulla hanno a che vedere
con la fuga da guerre e carestie il tutto scardinando l’economia turistica,
sfregiando il volto dei nostri centri storici già messi a dura prova dalla
scarsa sicurezza per i cittadini e dal degrado indotto da masse di disperati
che girano senza una meta e facilmente arruolabili dalla malavita, con un
dispendio di risorse economiche che avrebbero ben potuto essere destinate a chi
ha davvero bisogno. Sì’, perché resto convinto che i veri profughi siano i
senza tetto della Riviera del Brenta, i disoccupati, i pensionati sociali e con
la minima, i giovani che non riescono a trovare una prima occupazione.
Torno
a richiamare Renzi ai suoi impegni, presi in sede privata e in sede pubblica:
trasferisca immediatamente i clandestini da Eraclea, non inganni gli italiani
dicendo che si tratta di profughi quando è noto (pur con i tempi biblici delle
commissioni di accertamento) che due sbarcati su tre non hanno nulla a che fare
con la fame e con la disperazione ma sono semplicemente braccia che chiedono
occupazione o vogliono vivere di espedienti in un territorio dove si contano
già 170 mila disoccupati, di cui 40 mila fra gli immigrati regolari. Lo ripeto
a Renzi e Alfano affinché se lo ficchino bene in testa: il Veneto ha già dato.
Luca Zaia, Presidente del Veneto
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