Alla
luce dei riconoscimenti arrivati agli Atenei veneti dalla
classifica del Sole 24 Ore, il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia chiede
nuova reale autonomia in materia di organizzazione degli studi universitari,
maggiori finanziamenti sulla base dei risultati ottenuti, una reale
differenziazione di trattamento tra “le Università virtuose e quelle che
sopravvivono solo grazie ai meccanismi del sistema attuale, che tende a fare di
ogni erba un fascio”.
“A fronte del successo delle Università venete, nella top ten della classifica nazionale del Sole 24 Ore, non abbiamo alcuna intenzione di dormire sugli allori. Vogliamo che l’intero sistema nazionale sia gestito in maniera federalista, con un’adeguata valorizzazione delle migliori pratiche, forte incremento del meccanismo premiale in base ai risultati ottenuti con la ricerca, veri costi standard e non quelli parzialmente definiti dal Miur con criteri non sempre condivisibili nell’assegnare i fondi agli Atenei. L’esempio c’è: Trento, dove il forte aumento delle competenze assegnate in materia alla Provincia Autonoma ha ampiamente sostenuto il buon risultato di quella Università”.
“Nell’insieme – aggiunge Zaia - sono proliferati gli atenei e il sistema è ancora troppo burocratizzato e autoreferenziale. Il risultato ottenuto dal Veneto dimostra anche in questo ambito l’eccellenza della nostra Regione, ma gli esiti sarebbero ancora migliori se al sistema universitario si applicasse con maggiore rigore quel meccanismo dei costi standard che, con una battaglia a tutti i livelli (e in particolare per la sanità), il Veneto da tempo sta ormai portando avanti da alcuni anni, contro l’irragionevolezza della spesa storica e dei tagli lineari che premiano solo inefficienza e sprechi”.
“Ma non solo- incalza Zaia - il successo di Trento all’interno della classifica si spiega anche perché dal 2009 sono state fortemente aumentate le competenze della Provincia autonoma al riguardo: anziché rimanere legata alle normative indifferenziate valide per tutta Italia, la Provincia autonoma di Trento può amministrare con maggiore efficienza il budget di spesa che prima era gestito da Roma. Questo dimostra come un nuovo federalismo universitario applicato al sistema universitario veneto, di alta qualità e efficacia, valorizzato all’interno della Regione, permetterebbe di superare i molti meccanismi perversi che ancora rimangono nel sistema centralizzato e favorire nuove sinergie con le istituzioni e il sistema produttivo”.
“In Germania è già così – conclude Zaia - e quanto avviene tra università e Länder tedeschi rappresenta un modello che si dovrebbe iniziare a introdurre in alcune realtà regionali virtuose, come appunto il Veneto. Se la riforma costituzionale di Renzi questa prospettiva non la considera minimamente e fa di tutta un’erba un fascio ricentralizzando oltre il dovuto anche le regioni virtuose, il Veneto è intenzionato comunque a dare battaglia, vista anche la recente apertura della Corte costituzionale in tema di referendum sul regionalismo a geometria variabile.
“A fronte del successo delle Università venete, nella top ten della classifica nazionale del Sole 24 Ore, non abbiamo alcuna intenzione di dormire sugli allori. Vogliamo che l’intero sistema nazionale sia gestito in maniera federalista, con un’adeguata valorizzazione delle migliori pratiche, forte incremento del meccanismo premiale in base ai risultati ottenuti con la ricerca, veri costi standard e non quelli parzialmente definiti dal Miur con criteri non sempre condivisibili nell’assegnare i fondi agli Atenei. L’esempio c’è: Trento, dove il forte aumento delle competenze assegnate in materia alla Provincia Autonoma ha ampiamente sostenuto il buon risultato di quella Università”.
“Nell’insieme – aggiunge Zaia - sono proliferati gli atenei e il sistema è ancora troppo burocratizzato e autoreferenziale. Il risultato ottenuto dal Veneto dimostra anche in questo ambito l’eccellenza della nostra Regione, ma gli esiti sarebbero ancora migliori se al sistema universitario si applicasse con maggiore rigore quel meccanismo dei costi standard che, con una battaglia a tutti i livelli (e in particolare per la sanità), il Veneto da tempo sta ormai portando avanti da alcuni anni, contro l’irragionevolezza della spesa storica e dei tagli lineari che premiano solo inefficienza e sprechi”.
“Ma non solo- incalza Zaia - il successo di Trento all’interno della classifica si spiega anche perché dal 2009 sono state fortemente aumentate le competenze della Provincia autonoma al riguardo: anziché rimanere legata alle normative indifferenziate valide per tutta Italia, la Provincia autonoma di Trento può amministrare con maggiore efficienza il budget di spesa che prima era gestito da Roma. Questo dimostra come un nuovo federalismo universitario applicato al sistema universitario veneto, di alta qualità e efficacia, valorizzato all’interno della Regione, permetterebbe di superare i molti meccanismi perversi che ancora rimangono nel sistema centralizzato e favorire nuove sinergie con le istituzioni e il sistema produttivo”.
“In Germania è già così – conclude Zaia - e quanto avviene tra università e Länder tedeschi rappresenta un modello che si dovrebbe iniziare a introdurre in alcune realtà regionali virtuose, come appunto il Veneto. Se la riforma costituzionale di Renzi questa prospettiva non la considera minimamente e fa di tutta un’erba un fascio ricentralizzando oltre il dovuto anche le regioni virtuose, il Veneto è intenzionato comunque a dare battaglia, vista anche la recente apertura della Corte costituzionale in tema di referendum sul regionalismo a geometria variabile.
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