Fincantieri massacrata: 280 controlli in 30 mesi. E
intanto i giudici graziano De Luca: la Severino per lui non vale.
A Napoli un
giudice soccorre la politica e sospende la sospensione di De Luca, che ora
potrà governare.
A Gorizia
l'accanimento della procura ha cercato di ammazzare Fincantieri sottoponendo lo
stabilimento di Monfalcone a 280 controlli negli ultimi 30 mesi. Uno ogni tre
giorni. Nemmeno fosse Berlusconi.
La legge è
uguale per tutti, la giustizia no. È di sinistra. Anni di chiacchiere e pareri
di illustri esperti, polemiche e veleni, per scoprire quello che tutti hanno
sempre saputo: la legge Severino serviva soltanto a eliminare Silvio
Berlusconi. Se ti chiami Vincenzo De Luca, nessun problema, la giustizia non si
applica, si interpreta.
È quello che
ha fatto ieri il giudice di Napoli che ha sospeso la sospensione di De Luca
dalla carica di governatore della Campania per effetto della legge Severino,
spiegando che la sospensione «non può tradursi in una abnorme revoca delle
elezioni o in una estemporanea rottamazione degli organi della Regione,
vanificando il “munus” degli eletti, primo tra tutti il presidente e la stessa
volontà popolare» con «conseguenze sovversive di una democrazia
rappresentativa». In parole povere il magistrato ha salvato l'eletto De Luca
perché il popolo è sopra la legge. Ovviamente perché questa motivazione valga,
necessita di due condizioni: la prima è che il popolo debba essere
assolutamente di sinistra, la seconda che il candidato sia stato scelto da
Renzi e dal Pd. Tutto questo i magistrati lo sanno bene e se ne fregano di
violentare la coerenza. Chi mai gli rinfaccerà che quando il Cavaliere si
faceva forte della scelta popolare loro replicavano con arroganza che nessuno è
al di sopra della legge, nemmeno il popolo. Ora è chiaro perché Renzi ha
evitato di fare per De Luca un decreto ad personam. Non ne aveva bisogno.
Sorpresi? E
perché mai? La sinistra da anni spiega che sono superiori. E se qualche volta
qualcuno di loro commette un reato, è un compagno che sbaglia. Basta
sospenderlo e la loro diversità resta immacolata.
Game over.
Come disse Renzi quando Berlusconi fu cacciato dal Senato. Allora la sinistra
festeggiava la sconfitta del diritto imponendo la retroattività. Oggi, invece,
festeggia la vittoria della politica sulla legge, lasciando al magistrato del
premier, Cantone, il compito di sfatare un tabù: bisogna cambiare la Severino.
Gli
editoriali indignati sono ormai coriandoli di carta straccia che arredano la
vergogna di chi ancora crede nell'indipendenza della magistratura. Sono la fune
a cui si aggrappano coloro che ancora pensano che le imprese siano
un'associazione a delinquere. Sono i ricordi di chi ancora è convinto che
Napolitano sia stato un grande presidente, che Monti abbia salvato il Paese e
che la Merkel sia amica di Renzi.
di Salvatore Tramontano (Giornale)
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