Prima protestano: "Qui non prende il
telefono". E poi vengono mandati a fare sopralluoghi nell'hotel che li
ospiterà.
Va bene, dobbiamo accogliere. Ce lo dicono tutti. Da Angela Merkel - novella madre Teresa, come l'ha immaginata lo Spiegel - in giù.
Ma se l'accoglienza è diventata ormai obbligatoria, dobbiamo però chiederci: chi dobbiamo accogliere? E soprattutto: come?
Accogliere non significa né abbandonare i migranti nei centri di prima accoglienza né portarli a spasso alla ricerca di un albergo adatto ai loro gusti. In provincia di Vicenza, invece, accade proprio questo: una delegazione di profughi viene portata in gita a Recoaro per "valutare le condizioni della struttura che li ospiterà".
Attualmente, come avevamo già avuto modo di documentare, i profughi sono ospitati aPian delle Fugazze, nella ex colonia alpina di Valli del Pasubio. Da qui i profughi se ne vogliono andare. Anche perché, sottolineano i profughi, il cellulare non prende.
L'altro giorno i migranti hanno inscenato una protesta contro le condizioni di vita del centro, dove vivono senza soldi e senza documenti.
Ora se ne vogliono andare e l'amministrazione locale li appoggia. Una parte di profughi è stata portata a Recoaro, a visitare l'ex hotel "Al Bersagliere". Come scrive Il Giornale di Vicenza, "i profughi hanno mostrato gradimento" per questa struttura.
La loro presenza però non è passata inosservata: "Davanti all'albergo sono arrivati cittadini e rappresentanti politici per verificare quanto stesse accadendo. Sulle prime si pensava fosse un primo arrivo di migranti; poi si è accertato che si trattava solo di un sopralluogo".
Alex Cioni, portavoce del Comitato civico PrimaNoi, ha commentato così questa "gita" dei migranti: "Riteniamo che spostare da un Comune all'altro i sedicenti profughi non sia la soluzione del problema ma una pezza utile solo ad evitare di affrontare con efficacia le reali cause del problema e le responsabilità oggettive del Governo e delle Prefetture. L'unica responsabilità del comune di Schio è di aver accettato di accogliere questi falsi profughi in una propria struttura, quando dovevano fare da muro contro questa follia dell'accoglienza senza se e senza ma di soggetti che dovrebbero invece ricevere un'immediata espulsione.Piegarsi al compromesso con la Prefettura per una sorta di realpolitik - conclude - significa accettare i diktat del Governo Renzi che, invece di attuare delle serie politiche di respingimenti, apre le porte a chiunque salga su di un barcone".
Nel pomeriggio, il Comitato civico PrimaNoi ha organizzato un sit-in protesta davanti all'ex albergo "Al Bersagliere". I manifestanti sono anche riusciti ad entrare all'interno della struttura e realizzando dei filmati.
Di Matteo Carnieletto (Giornale)
Va bene, dobbiamo accogliere. Ce lo dicono tutti. Da Angela Merkel - novella madre Teresa, come l'ha immaginata lo Spiegel - in giù.
Ma se l'accoglienza è diventata ormai obbligatoria, dobbiamo però chiederci: chi dobbiamo accogliere? E soprattutto: come?
Accogliere non significa né abbandonare i migranti nei centri di prima accoglienza né portarli a spasso alla ricerca di un albergo adatto ai loro gusti. In provincia di Vicenza, invece, accade proprio questo: una delegazione di profughi viene portata in gita a Recoaro per "valutare le condizioni della struttura che li ospiterà".
Attualmente, come avevamo già avuto modo di documentare, i profughi sono ospitati aPian delle Fugazze, nella ex colonia alpina di Valli del Pasubio. Da qui i profughi se ne vogliono andare. Anche perché, sottolineano i profughi, il cellulare non prende.
L'altro giorno i migranti hanno inscenato una protesta contro le condizioni di vita del centro, dove vivono senza soldi e senza documenti.
Ora se ne vogliono andare e l'amministrazione locale li appoggia. Una parte di profughi è stata portata a Recoaro, a visitare l'ex hotel "Al Bersagliere". Come scrive Il Giornale di Vicenza, "i profughi hanno mostrato gradimento" per questa struttura.
La loro presenza però non è passata inosservata: "Davanti all'albergo sono arrivati cittadini e rappresentanti politici per verificare quanto stesse accadendo. Sulle prime si pensava fosse un primo arrivo di migranti; poi si è accertato che si trattava solo di un sopralluogo".
Alex Cioni, portavoce del Comitato civico PrimaNoi, ha commentato così questa "gita" dei migranti: "Riteniamo che spostare da un Comune all'altro i sedicenti profughi non sia la soluzione del problema ma una pezza utile solo ad evitare di affrontare con efficacia le reali cause del problema e le responsabilità oggettive del Governo e delle Prefetture. L'unica responsabilità del comune di Schio è di aver accettato di accogliere questi falsi profughi in una propria struttura, quando dovevano fare da muro contro questa follia dell'accoglienza senza se e senza ma di soggetti che dovrebbero invece ricevere un'immediata espulsione.Piegarsi al compromesso con la Prefettura per una sorta di realpolitik - conclude - significa accettare i diktat del Governo Renzi che, invece di attuare delle serie politiche di respingimenti, apre le porte a chiunque salga su di un barcone".
Nel pomeriggio, il Comitato civico PrimaNoi ha organizzato un sit-in protesta davanti all'ex albergo "Al Bersagliere". I manifestanti sono anche riusciti ad entrare all'interno della struttura e realizzando dei filmati.
Di Matteo Carnieletto (Giornale)
Nessun commento:
Posta un commento