Alla vigilia del voto sull’indipendenza scozzese, la Lega Veneta chiede che sia data voce anche ai cittadini veneti. C’erano tutti i parlamentari del territorio - e non solo - questa mattina davanti a Montecitorio (foto) per una simbolica “marcia su palazzo Chigi”, con bandiere col Leone di San Marco, striscioni, magliette e cartelli.
Hanno chiesto “libertà di parola per il popolo Veneto”, polemizzando “con un governo che vuole soffocare la voce dei cittadini”. Il riferimento è alla decisione, assunta dal consiglio dei ministri l’8 agosto scorso, di impugnare la legge regionale sul referendum consultivo, deliberata da palazzo Balbi. “Il futuro dei veneti nelle mani dei veneti”, dicevano gli striscioni esposti. Unica la voce degli eletti territoriali del Carroccio. In corteo, alla manifestazione di questa mattina, il segretario della Liga Veneta e sindaco di Verona Flavio Tosi, con i deputati Matteo Bragantini, Filippo Busin, Roberto Caon, Marco Marcolin ed Emanuele Prataviera e i senatori Raffaela Bellot, Patrizia Bisinella, Emanuela Munerato, Erika Stefani, Paolo Tosato. In delegazione anche molti altri colleghi del Nord, che sposano la causa. “Il governo sta dimostrando di avere paura della volontà del popolo e sta di fatto privando i nostri cittadini della libertà di scelta democratica”, hanno detto i parlamentari leghisti. Per il Carroccio la consultazione s’ha da fare, al di là dei veti governativi: “Ogni anno regaliamo a Roma 21 miliardi di tasse, che non ritornano sul nostro territorio, Roma ci sta dissanguando. Chiediamo, come altre regioni italiane, di poter conservare il nostro gettito e di poter decidere il nostro futuro”. Ma le ragioni del referendum oltre che economiche, sono anche identitarie e culturali: “La bandiera del Leon è simbolo di 1.400 anni di storia, non sarà il Renzi di turno a soffocare la voce di un popolo che ha un passato comune e radici inossidabili”.
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