Degli 800 accolti da marzo ne sono rimasti 233 e molti
hanno lasciato il Paese prima delle visite e del fotosegnalamento obbligatorio
per legge.
VICENZA. La colazione in hotel, il saluto
all'addetto della reception, poi via in taxi verso la stazione. Come turisti
che hanno fretta di visitare posti nuovi e non vedono l'ora di lasciare la
città. Peccato che quelle famiglie non fossero in ferie: erano profughi
arrivati solo qualche ora prima e già pronti a scappare verso mete lontane,
forse anche all'estero. Naturalmente senza essersi fatti fotosegnalare. Un
minuto di ritardo dei poliziotti e nessuno li avrebbe più trovati.
ACCERCHIATI IN STAZIONE. Quando gli agenti sono arrivati in stazione e
li hanno accerchiati il treno stava arrivando. E per un soffio è fallito il
piano di fuga per dieci siriani che a quel punto sono stati portati in
questura, sottoposti a tutti gli accertamenti e alle pratiche burocratiche. E
solo allora sono stati liberi di andarsene. Ma quello di ieri è l'ultimo
capitolo di un'estate difficile. E basta guardare i numeri per capirlo: da
marzo più di ottocento gli stranieri arrivati in città ma solo 233 quelli
ancora in carico. E allora da dove cominciare? (...)
GdV 25.09.2014
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