Alfano prima fa e poi disfa. Il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha annunciato l’arrivo di una legge contro il degrado urbano e sulla sicurezza nelle città. Una legge che impone anche norme più severe contro l’accattonaggio e la carità molesta.
Il ministro leader del Ncd lo ha detto ieri, alla riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza di Roma. E per meglio dimostrare, l’uomo che ha aperto le porte d’Italia ai migranti, che fa sul serio, giovedì incontrerà il presidente dell’Anci, Piero Fassino, per fare il punto sul progetto.
“Vogliamo dare – ha sottolineato Alfano – più poteri ai sindaci di difendere i centri storici ed i monumenti delle nostre città”.
Appare evidente che i disordini di piazza di Spagna, provocati dagli hooligans del Feyenoord, siano stati determinanti per la nascita della “messa in sicurezza” del patrimonio artistico italiano. Al proposito, Alfano ha ribadito che chiederà l’istituzione di un Daspo europeo contro i tifosi violenti.
Ma la vera novità sta nella dichiarazione del Ministro dell’Interno: “Dopo l’intervento della Consulta- ha detto- è necessario delimitare i poteri d’ordinanza dei sindaci e varare norme più severe contro comportamenti come l’accattonaggio e la carità molesta”.
In pratica è come mettere “la pezza” dopo aver fatto il buco. Con i quasi ottomila clandestini sbarcati in Italia solo negli ultimi due mesi, infatti, come si può pensare che le nostre strade possano essere “liberate” da lavavetri e accattoni con una semplice multa che, ovvio, non potranno mai pagare.
Certo, ammettiamolo, quella che sta per essere varata sarebbe una legge vana in uno Stato che avesse attuato misure necessarie al controllo di chi entrava nel nostro paese. Gli stessi controlli ai quali venivano sottoposti, negli anni 40, 50, 60, i nostri migranti all’Estero: documenti a vista, visita medica da capo ai piedi. S’immagini già la “selezione naturale” negli ingressi. Oggi, a questo dovremmo aggiungere l’accertamento sulle condizioni dell’alloggio, sulla possibilità di sopravvivenza che offriamo a chi ospitiamo.
In Italia, invece, porte aperte, scarse identificazioni e poi la strada.
Poveri loro, senza Patria e senza una giusta accoglienza. Poveri noi, già in miseria per i fatti nostri e “falsi altruisti”.
Di Patrizia Vita (Altovicentinoonline)
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