“Come la
bella addormentata nel bosco, sembra che un ministro del Governo Renzi sia
stato baciato dal principe e si sia svegliato da un lungo e colpevole sonno. Sarà
vero? Seguiranno gli atti conseguenti? Per ora mi limito a considerare salutare
il salto sulla sedia che il Guardasigilli avrebbe fatto vedendo i dati Censis
sulla criminalità, che vanno esattamente nella direzione di quanto dico io da
mesi con comunicati pressochè quotidiani sulla piaga della criminalità in
Veneto”. Lo dice il presidente della Regione Luca Zaia, commentando le
posizioni del Ministro della Giustizia Andrea Orlando sulla necessità di pene
più severe per ladri e rapinatori, alla luce di dati che indicano in forte
aumento i furti in casa e le rapine. “Il risveglio – incalza Zaia – è però
lento, perché pene più dure non servono a niente se poi i condannati non le
scontano, ed è proprio questo il problema numero uno: in Italia non esiste la certezza
della pena. Si impegnino prima di tutto a tenere in galera chi se la merita,
costruiscano nuove carceri se quelle che ci sono non bastano – aggiunge Zaia –
e dopo ben vengano anche le pene più dure, senza però mai dimenticare un
vecchio adagio secondo il quale un paese dalle troppe leggi è un Paese senza
legge, praticamente la fotografia dell’Italia”. “Si ricordino anche – prosegue
il Governatore – che i delinquenti vanno prima di tutto presi, e allora il
Ministro Orlando potrebbe darsi da fare per convincere il collega Alfano a
mettere la benzina sulle auto della Polizia, ad assumere i mille idonei che non
aspettano altro che di entrare in servizio, ad aprire i cordoni della borsa per
dare a tutte le Forze dell’Ordine, tutto quel che serve per difendere la
gente”. “Senza bisogno del Censis – conclude Zaia – informo i ministri
competenti che anche oggi le cronache riportano una ventina di nuovi crimini
commessi in Veneto. Per oggi risparmio loro l’elenco, sperando che il risveglio
della bella addormentata nel bosco prosegua senza intoppi e porti a qualche
cosa di concreto. Almeno qui in Veneto siamo stufi di aspettare e subire”.
GdV 13.03.2015
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