Era il 17
dicembre 2005 quando l'eurodeputato leghista Mario Borghezio venne pestato a
calci, schiaffi e pugni da un gruppo di No Tav sul treno che da Torino doveva
portarlo a Milano per un comizio. Sono passati quasi dieci anni e per quei
fatti non c'è mai stato un indagato, nè tantomeno l'istruzione di un processo.
Il tutto, nonostante nei giorni successivi alla disavventura, dopo il ricovero
in ospedale e l'operazione a setto nasale, Borghezio avesse identificato con
certezza, dalle immagini con cui la Digos aveva ripreso i No Tav alla salita in
treno a Torino, almeno 6-7 dei suoi aggressori. La procura lo aveva pure fatto
visitare per constatare i danni subiti. Poi, più nulla. E come scrive oggi il
quotidiano Giornale, a Borghezio arriva pure la beffa: quella della
"archiviazione a sua insaputa". L'indagine, infatti, è stata
abbandonata incredibilmente nel 2008, ben sette anni fa. E nessuno s'è preso la
briga di comunicarlo all'eurodeputato leghista, che in due occasioni nel 2013
aveva pure scritto prima alla presidenza della Repubblica e poi alla procura
generale per conoscere il destino dell'indagine. Senza ottenere risposte. E'
stato l'avvocato dell'eurodeputato, Mauro Anetrini, a recarsi qualche giorno fa
in tribunale e scoprire la verità. "Vuol dire - è stato l'amaro commento
di Borghezio - che la giustizia non è uguale per tutti. Per alcuni è veloce
come un fulmine e per altri come me non arriva mai".
da Libero Quotidiano
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