Corteo con la Cgil. Salvini: "Non è un paese
normale"
"Noi
lottiamo per un Paese "normale" secondo molti aspetti. Per esempio un
Paese in cui non si tengano manifestazioni come quella di oggi a Brescia,
dove 2.000 immigrati hanno sfilato pretendendo il permesso di
soggiorno.
Una cosa del
genere in Paesi come la Svizzera, l’Austria e molti altri sarebbe
impensabile". Matteo Salvini commenta così il corteo organizzato a
Brescia dalla Cgil e dagli immigrati che chiedevano di ottenere il
permesso di soggiorno in base alla sanatoria del 2012. Secondo la questura di
Brescia sono stati tremila i manifestanti presenti, mentre per gli
organizzatori hanno superato le cinquemila unità. Nella città lombarda, l'80
per cento delle domande di permesso di soggiorno viene respinta (la media
italiana è del 20%).
Il motivo di
ciò, secondo il deputato di Sel Franco Bordo, risiederebbe nel fatto che
"il permesso di soggiorno di un anno per attesa occupazione non viene
quasi mai concesso perché la questura impiega mediamente più di un anno a
rinnovare il permesso di soggiorno, quando la stessa legge Bossi-Fini
stabilisce un termine massimo di 60 giorni. E quindi il termine di un anno per
cercare lavoro viene "consumato" nell'attesa del rinnovo, riducendo
enormemente le possibilità di trovare una nuova occupazione perché è molto più
difficile farsi assumere con un permesso di soggiorno scaduto".
"Viviamo
proprio in un Paese al contrario, mentre a Brescia immigrati e centri sociali
manifestavano per chiedere ancora più diritti per i clandestini, a Torino
qualche centinaio dei soliti violenti si scontrava con le Forze
dell'ordine", ha tuonato Roberto Calderoli.
di Angelo Scarano (Giornale)
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