Centri d'accoglienza al collasso, il prefetto di
Venezia: "I privati mettano a disposizione immobili e appartamenti".
L'emergenza
profughi ormai assedia il Nordest da mesi, con tutte le province del
Triveneto sommerse di nuovi arrivi ben oltre la capacità massima ricettiva.
Ora, sotto
la spinta dei nuovi arrivi di disperati che sbarcano sulle coste della Sicilia,
bisogna prepararsi ad accoglierne altri. A coordinare l'emergenza, tra gli
altri, il prefetto di Venezia Domenico Cuttaia, che ha invitato oggi i privati
a mettere a disposizione gli appartamenti "per sistemare,
provvisoriamente, gli immigrati in arrivo dalla Sicilia".
In una nota sul proprio sito istituzionale,
la prefettura del capoluogo lagunare si rivolge a una lunga serie di
associazioni di categoria (ci sono Confindustria e Confartigianato ma anche
Coldiretti e l'Associazione dei Piccoli Proprietari): la richiesta è quella di
"segnalare le disponibilità di edifici, appartamenti, ambienti da adibire
a sistemazione provvisoria delle persone". Ma attenzione: non si parla
solo di infrastrutture ed immobili degli enti, ma anche dei privati.
La
prefettura infatti chiede di "segnalare l'appello anche agli
associati" delle varie sigle, badando a "segnalare che l'eventuale
disponibilità potrà concretizzarsi in un rapporto contrattuale con la
prefettura, nell'ambito delle convenzioni stipulate con gestori che prevedono
da parte dello Stato il pagamento di un corrispettivo sino a 35 euro al
giorno per migrante".
L'alternativa
a un'accoglienza diffusa dei migranti sul territorio, ammonisce Cuttaia, è
l'installazione delle famigerate tendopoli, che di certo non
rappresenterebbero la soluzione migliore né per i migranti né per i residenti.
Si tratta, certo, di "una pura ipotesi di extrema ratio" ma
che "in alcune regioni confinanti costituisce già una realtà
operativa".
di Giovanni Masini (Giornale)
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