Nel corso degli anni, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non ha tenuto fede agli impegni assunti a garanzia della copertura dei mutui contratti per l’acquisto di nuovi autobus destinati al trasporto pubblico locale.
Ne è convinta la Regione del Veneto, che ha deciso di adire le vie legali, chiedendo al dicastero il pagamento di 73 milioni di euro, pari al mancato versamento dei contributi, prima formalizzati e poi non versati.
La decisione è stata assunta dalla Giunta regionale, e l’Avvocatura Regionale ha già provveduto a notificare alla locale Avvocatura dello Stato un atto di citazione a comparire avanti il Tribunale Civile di Venezia, chiedendo il pagamento dei 73 milioni mai ricevuti.
“Il danno che riteniamo di aver subito – fa notare il Presidente della Regione Veneto – è ingente, ed è pesantemente ricaduto sia sul bilancio regionale, sia sull’entità dei servizi offerti ai cittadini. In definitiva, lo Stato, prima aveva incentivato le Regioni a contrarre mutui con le banche garantendone la copertura, e poi, a metà del guado, ha via via ridotto i finanziamenti fino quasi ad azzerarli. In spirito di collaborazione, e in considerazione della situazione delle finanze pubbliche, abbiamo sopportato a lungo tali decurtazioni. A questi comportamenti di buon senso i vari Monti, Letta e Renzi hanno risposto con un diluvio di tagli a tutti i trasferimenti, per cui ora è arrivato il momento che lo Stato paghi questo debito, tale noi lo consideriamo, determinato da un comportamento che riteniamo tanto reiterato quanto indebito”.
Sul piano tecnico la vicenda si può così riassumere:
Attraverso una serie di provvedimenti legislativi adottati tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000 (l. 194/1998, art. 2, comma 5; l. 488/1999, art. 54 comma, 1; l. 388/2000, art. 144, comma 1; l. 166/2002, art. 13, comma 2), lo Stato aveva assunto l’obbligo di garantire alle Regioni la copertura di mutui a lungo termine che queste avrebbero dovuto accendere per effettuare il rinnovamento del parco mezzi dell’autotrasporto pubblico locale.
Ben presto, però, lo Stato ha iniziato a non mantenere l’impegno preso, così scaricando sulle Regioni l’onere di coprire la mancata erogazione statale, attraverso delle risorse proprie.
Il tutto ha preso avvio con una norma contenuta nella finanziaria 2006 (l. 266/2005, art. 1, comma 604), con la quale il primo di questi finanziamenti subì un taglio di circa il 40% per un controvalore di nove milioni di euro, ripartito nei successivi tre anni.
A tale provvedimento è seguito un altro taglio del 59% della somma dovuta quale pagamento degli interessi tutti i finanziamenti in essere nel 2011, per un importo pari a 13 milioni di euro.
Peraltro, a partire dal 2012 lo Stato, senza assumere dei provvedimenti al riguardo, semplicemente non ha pagato alcunché di quanto era obbligato. Almeno fino a una nota il del Ministero trasmessa nel febbraio, dove ha comunicato che per il triennio 2013 – 2015 avrebbe pagato solo il 2,64% del contributo previsto originariamente.
Con quest’ultimo atto è stata così operata una riduzione dei trasferimenti per 37 milioni di euro senza il supporto di alcuna disposizione di legge, ma quale determinazione autonoma del Ministero dell’Economia delle Finanze.
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