giovedì 29 ottobre 2015

MONTICELLO. Sentinelle di strada per segnalare ladri e sospetti

MONTICELLO. Un tempo lo si chiamava semplicemente “buon vicinato”, negli Stati Uniti è conosciuto da decenni come “neighborhood watch” e ora, dopo qualche timido tentativo in alcune zone d’Italia, per la prima volta sbarca nel Vicentino, a Monticello Conte Otto il servizio di controllo del territorio tra vicini “Mille occhi per te”. Obiettivo? Combattere la microcriminalità, dai furti in abitazione ai vandalismi, creando una rete di solidarietà e fiducia tra vicini per tenere alta la vigilanza su vie e quartieri, allertando le forze dell’ordine in caso di sospetta attività criminale, e segnalando ai concittadini tramite telefono e social network. L’idea è venuta a Mariangela Carta e Gian Pietro Zocca, agente di polizia locale lei, consulente per la sicurezza sul lavoro lui, che in seguito ad una raffica di colpi, hanno deciso di concretizzarla e presentarla pubblicamente mercoledì 4 novembre alle 21 nella sede della Protezione Civile A.n.m.i in stazione dei treni a Cavazzale.
Giulia Armeni (GdV 29.10.2015)

Zaia: Smascherata la bufala della ridistribuzione dei profughi in Europa

“Dovrei essere soddisfatto per aver avuto ragione. Invece sono più preoccupato che mai. La bufala della redistribuzione europea degli immigrati è stata smascherata; è stato smascherato il peso zero del Governo italiano in sede europea; è stato smascherato l’unico razzismo reale sin qui visto, quello di un’Europa solidale a parole ma capace solo di costruire chilometri di filo spinato e di affondare nelle pastoie politico burocratiche ogni ipotesi concreta di soluzione”.
Lo dice il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, commentando il reportage di un quotidiano nazionale, che svela come sia fallito il cosiddetto “Piano Europeo” per la redistribuzione degli immigrati, con solo 90 soggetti partiti dall’Italia in un mese contro le previsioni di 80 al giorno, con sole 525 richieste finora accolte su 40.000 persone che dovevano essere trasferite”.
“Sono le cifre di un fallimento epocale – dice Zaia – e purtroppo anche la prova che Governo e Unione Europea hanno tentato fino allo stremo di nascondere la verità, arrivando a organizzare conferenze stampa ai piedi della scaletta di un aereo con sopra la bellezza di 29 immigrati, che dovevano essere e primi di famosi 40 mila”.
“E’ sconcertante – aggiunge Zaia – dover prendere atto che, mentre io denunciavo la realtà dei fatti passando per bieco razzista, per ben 16 volte nel solo 2015, Italia ed Europa facevano quadrato nel dire che non c’era alcun problema, che invece doveva essere noto da anni e stava deflagrando”.
“Ora che, come tutte le bugie, anche questa è stata scoperta – incalza Zaia – i governanti italiani ed europei mettano velocemente in pista un Piano degno di questo nome.  Difficile, sì – conclude Zaia – ma non impossibile, se solo si fosse capaci di dedicare tutte le energie (soldi, mezzi, aiuti sanitari, alimentari e allo sviluppo, il volontariato) a un obiettivo positivo e di lungo termine. Di certo impossibile se il problema continuerà ad essere affrontato, per modo di dire, con trattive di basso profilo per dare o avere la cosiddetta flessibilità in più sui conti degli Stati. E’ triste. Molto triste”.
Regione Veneto 

Veneto aperto alla rivoluzione digitale. Lo dice la statistica

L'Agenda Digitale europea, una delle sette iniziative faro individuate nella più ampia strategia ‘Europa 2020’, indica gli obiettivi e le azioni per lo sviluppo delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT) e dell'economia digitale. Al tema della “rivoluzione digitale” è dedicato l’ultimo numero di “Statistiche Flash”, la pubblicazione periodica curata dalla sezione Sistema Statistico della Regione. L'Agenda Digitale del Veneto ha già visto l'investimento di circa 100 milioni di euro in diverse iniziative, finanziate con risorse regionali, nazionali ed europee.
“La Regione – sottolinea in proposito il vicepresidente Gianluca Forcolin - ha imboccato con determinazione la strada dello sviluppo di infrastrutture di connessione con reti di nuova generazione. In attuazione del programma di governo presentato a inizio legislatura, la giunta regionale sta dotando della banda larga e ultralarga anche i territori veneti ancora non serviti dal mercato in quanto considerati ‘non appetibili’”. Sono già stati realizzati circa 400 interventi di posa di fibra ottica e servizi di connettività in 703 località della regione finora non servite.
Dai dati statistici risulta che in Veneto nel 2014 usa internet in modo regolare il 61% della popolazione tra i 16 e i 74 anni (il 59% in Italia e il 75% nell'UE28), in costante crescita negli ultimi anni, ma rispetto agli obiettivi europei sono ancora troppi gli esclusi digitali: un veneto su tre non si è mai connesso a internet. L'88% degli internauti veneti manda o riceve e-mail, il 68% legge giornali o riviste online e il 58% utilizza i social network. Rispetto alle abitudini dei cittadini europei, internet è invece ancora poco usato per relazionarsi con la Pubblica Amministrazione e per effettuare attività transattive, come l'home-banking o gli acquisti online. In Veneto solo il 26% della popolazione è abituata a ordinare o acquistare merci online (pari al 38% di chi usa internet). In Veneto nel 2014 la quasi totalità delle imprese con almeno 10 addetti dispone di un collegamento a internet, mentre minore è la penetrazione del digitale nelle imprese più piccole, connesse alla rete per il 79%.
“Uno degli obiettivi strategici della Regione con l’Agenda Digitale – conclude Forcolin - è proprio sostenere la competitività delle imprese del territorio, incrementare i livelli di efficienza e efficacia della Pubblica Amministrazione e incidere positivamente sulla qualità della vita delle persone e delle famiglie”.
Regione Veneto 

Carni cancerogene: La Regione Veneto: ‘No allarmismi, la nostra è buona’

“La Regione Veneto ha investito, e sta continuando a farlo, su una comunicazione corretta, per informare direttamente i consumatori veneti (e non), su quello che acquistano e mangiano: la carne allevata, macellata e confezionata in Veneto non è pericolosa, anzi offre qualità garantita e certificata”. E’ la risposta dell’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan al report diffuso ieri dalla Iarc di Lione, la massima autorità di studio in materia di agenti cancerogeni dell’Organizzazione mondiale della Sanità, sulla connessione tra consumo di carni rosse, in particolare quelle ‘lavorate’, e insorgenza di tumori al colon e al retto.
“Trovo ingiustificato e improvvido questo allarmismo – replica l’assessore – perché non informa correttamente e non tiene conto delle diverse lavorazioni e filiere di produzione. La filiera zootecnica veneta, che vale il 13 per cento della produzione zootecnica alimentare ‘made in Italy’, rispetta da anni appositi disciplinari e controlli di qualità ed è impegnata a garantire ai consumatori la massima sicurezza in tavola. La Regione ha creato dal 2012 il marchio QV, Qualità Verificata, che certifica vitello ai cereali, vitellone e scottona ai cereali, regolandone allevamento, alimentazione e macellazione secondo precisi protocolli di qualità. E i nostri servizi di certificazione stanno lavorando per estendere l’applicazione del bollino ‘QV’ anche ad altri prodotti del comparto”. “La carne rossa prodotta in Veneto non è affatto comparabile con un hamburger del McDonald’s venduto negli Stati Uniti – sintetizza Pan – e non solo per le diverse modalità di allevamento e macellazione degli animali, ma anche per i criteri estremamente rigorosi che la nostra industria agroalimentare adotta nella lavorazione e conservazione delle carni”.
“Voglio rassicurare produttori e consumatori, , a nome dell’intera filiera regionale – conclude Pan – Il Veneto è la terza regione in Italia per produzioni zootecniche e garantiamo la qualità della filiera perché abbiamo investito, e continuiamo a farlo, su formazione, trasparenza e controllo totale. Comunicazioni allarmistiche non devono disorientare i consumatori: la salute si difende ogni giorno con una dieta bilanciata e attraverso una corretta e attenta selezione dei prodotti che mettiamo sulle nostre tavole”.

Minori disabili La Regione stanzia 40 milioni di euro. ‘Assicurata continuità dei servizi’

“Promessa mantenuta. Con la legge di riordino delle funzioni delle Province, approvata oggi dal Consiglio regionale, la Regione Veneto assicura la piena copertura finanziaria ai servizi di assistenza ai 2634 minori disabili, sinora garantiti dalle amministrazioni provinciali”. Lo sottolinea l’assessore alle politiche sociali della Regione Veneto Manuela Lanzarin, dopo che il Consiglio regionale del Veneto ha approvato le norme che danno continuità alle funzioni amministrative delle Province a seguito del riordino imposto dalla riforma Delrio.
“Con i 40 milioni di euro stanziati dalla Regione per dare copertura economica alle funzioni provinciali si riuscirà così a dare continuità ai servizi sociali sinora erogati dagli enti provinciali ai disabili sensoriali, agli orfani e agli studenti disabili di scuola superiore che necessitano di trasporto scolastico. Posso rassicurare le famiglie, le associazioni e gli operatori di assistenza: in base al monitoraggio condotto capillarmente nelle sette realtà provinciali, le risorse stanziate saranno sufficienti per far fronte agli impegni di spesa sinora garantiti, pari a 12 milioni di euro l’anno. Inoltre – aggiunge l’assessore al Sociale – i servizi di assistenza e accompagnamento scolastico potranno contare sui 2,9 milioni di euro previsti dal decreto di riparto del fondo nazionale 2015 per l’assistenza ai disabili, di prossima pubblicazione. Le risorse a bilancio, quindi, ci sono, e non solo per l’anno in corso, ma anche per il 2016 e il 2017: continueremo così a garantire ai 1800 ragazzi con gravi problemi di vista e di udito, ai 487 studenti disabili e ai 1139 minori con un solo genitore servizi indispensabili per il diritto allo studio e la loro integrazione sociale e scolastica”.
La Regione è inoltre impegnata – aggiunta l’assessore – a verificare bisogni e casistica, per monitorare adeguatezza dei servizi e degli impegni di spesa nelel diverse aree del proprio territorio.
VicenzaPiù

mercoledì 28 ottobre 2015

Coppia nomade si schianta coi figli dopo un furto

PIANEZZE. Coppia di nomadi mette a segno un furto in abitazione, tenta la fuga con i tre figli minorenni nell’auto e si schianta contro un’altra auto dopo aver bruciato uno stop. A scoprire le scorribande malavitose è stata la polizia stradale di Bassano, guidata dal sostituto commissario Carlo Dalla Costa, che però ha denunciato solo la donna, mentre l’uomo è scappato a piedi.
Il fatto è avvenuto intorno a mezzogiorno di sabato scorso, in una laterale di viale Alcide De Gasperi, la zona industriale di Pianezze che confina con Marostica. I ladri sono arrivati a bordo di una Fiat Punto, che hanno posteggiato dietro a un tir. Lei, S.C., 27 anni, nomade residente a Zugliano, è rimasta alla guida dell’auto con il motore acceso; seduti dietro c’erano i suoi tre figli minorenni. Il suo compagno invece è entrato in azione: ha scavalcato il muretto di un’abitazione, ha attraversato il giardino e ha spaccato il vetro dell’auto per rubare la borsa che la proprietaria aveva lasciato nell’abitacolo.
Il cane di casa si è immediatamente accorto dell’intruso e così ha dato l’allarme cominciando ad abbaiare a più non posso. (...)
Francesca Cavedagna (GdV 28.10.2015)

lunedì 26 ottobre 2015

Marano Vicentno piange Giuseppe Doppio, l’ex assessore con la penna d’alpino

Giuseppe Doppio, uomo di rilievo nella vita amministrativa e comunitaria del paese, è scomparso all'età di 78 anni. Doppio nel corso degli anni è stato consigliere e assessore comunale, oltre che fondatore di Marano Solidarietà e alpino attivo sostenitore e fondatore della squadra di protezione civile Ana Maranese. La sua carriera politica è iniziata nel 1975 quando è stato eletto per la prima volta e ha ricoperto la carica di assessore ai lavori pubblici fino al 1980. Dal 1985 al 1990, poi, è stato assessore all'edilizia privata, incarico ricoperto anche durante il suo più recente mandato tra il 2007 e il 2012. Risale a 11 anni fa la fondazione dell'associazione “Marano Solidarietà”, in cui Doppio ha svolto il servizio di volontariato trasportando le persone malate o in difficoltà all'ospedale per visite, controlli o esami. Nel 1997 fu uno dei fondatori anche della squadra di protezione civile Ana di Marano divenendo il primo capo squadra. (...) Articolo da Il Giornale di Vicenza

Mattielli a cena con Salvini e ospite di Domenica In

A cenare gomito a gomito con Salvini adesso c’è anche Ermes Mattielli, l’artigiano di Arsiero condannato a risarcire il ladri, il cui nome sta rimbalzando in questi giorni in tutte le tv nazionali a causa di una condanna per molti assurda. 5 anni e 4 mesi di reclusione per aver sparato addosso a due ladri ed un risarcimento danni da capogiro.
Ma si potrebbe anche dire il contrario, e cioè che Mattielli cena con Salvini, vista la sua popolarità che ha toccato l’apice con la visita nel suo deposito di alcuni giorni fa dalle ‘Iene’ di Striscia la Notizia. 
Mattielli, che non possiede auto né telefono perché non riesce a sostenerne le spese, è stato scortato dai militanti del Carroccio a Cassola per partecipare alla cena con il Segretario nazionale della Lega Nord in cui erano presenti centinaia di leghisti da tutto il Veneto.
Nei discorsi di rito la vicenda di Mattielli, con tutte le problematiche legate al concetto di legittima difesa, si è ormai fatta largo tra i capisaldi del Salvini-pensiero, subito dopo la legge Fornero, l’immigrazione e l’euro. Per i vertici della Lega Mattielli non è un delinquente, ma solo un uomo che difendeva il diritto a poter vivere con dignità all’interno della sua casa.
Oggi pomeriggio, Mattielli è stato invece ospite a Domenica In, dove la sua storia giudiziaria è stata passata al setaccio assieme a quella di altri casi. Ormai disinvolto davanti alle telecamere, al suo fianco c’era Alex Cioni che in questi giorni, lo sta scortando nelle varie trasmissioni televisive che stanno trattando il caso dell’artigiano di Arsiero, che alla domanda di Salvo Sottile, oggi, ha risposto che lo rifarebbe. Cioè che nel caso si ritrovasse dinanzi ai ladri che entrano a rubare in casa propria, rifarebbe fuoco contro di loro.
Altovicentinonline

domenica 25 ottobre 2015

Schio. Pullman pagati ai migranti per il sit-in. (Oltre alle bandiere rosse)

Oltre cento profughi ieri pomeriggio in piazza a Schio con le bandiere rosse in mano per chiedere il rispetto dei loro diritti e «la fine del clima di paura ostilità». La manifestazione organizzata dal sindacato Usb con Rifondazione, Comunisti italiani e Partito comunista dei lavoratori ha così offerto un’immagine inedita: quella dei profughi sindacalizzati.
«Aiutando queste persone, in molti casi sfruttate da chi lucra sul sistema dell’accoglienza, facciamo solo il nostro dovere di organizzazione sindacale - ha spiegato Gerrmano Raniero, segretario provinciale dell’Usb -. Queste persone hanno voluto essere qui e far sentire la loro voce contro chi vorrebbe che restassero invisibili». È stato lo stesso sindacato a permettere ai migranti di essere presenti in piazza organizzando due pullman a proprie spese: uno che ha portato i 50 ospiti all’albergo Zenghele di Cesuna che prima si trovavano al Pian delle Fugazze, l’altro 60 profughi dall’hotel Adele di Vicenza. (...)
Elia Cucovaz (GdV 25.10.2015)

sabato 24 ottobre 2015

Vicenza. Stranieri espulsi. Tre su quattro restano in città

Si fa presto a dire espulsioni. La politica le invoca a gran voce, i “tecnici”, ovvero agenti e funzionari della questura, replicano sommessamente: «Dateci i mezzi». Le difficoltà per allontanare i migranti irregolari? Leggi, burocrazia, organici e risorse in calo. I rimpatri costano tanto, in termini economici e di impegno, e funzionano poco: dei clandestini pizzicati dalle forze dell’ordine in provincia che ricevono l’ordine di lasciare l’Italia, solo uno su quattro viene effettivamente accompagnato alla frontiera. Quando va bene, uno su tre.
DOCUMENTI. Il primo, grande, scoglio, è il riconoscimento. Prima di essere espulso, uno straniero deve essere identificato. E per fare questo serve la collaborazione della polizia dello Stato di provenienza. «In alcuni Paesi africani non esiste neppure l’anagrafe», spiegano dall’ufficio immigrazione della questura berica, per dare un’idea degli ostacoli. Ovviamente non per tutti è così: Tunisia e Marocco collaborano e hanno consolati a Milano e Verona. Altre nazioni, come la Sierra Leone, non hanno neppure un’ambasciata in Italia. (...)  Paolo Mutterle (GdV 24.10.2015)

venerdì 23 ottobre 2015

Cesuna. Migranti e cibo: «Menù approvato da una dietologa»

«Macché solo pasta. Hanno un menu approvato da una dietologa incaricata dalla Prefettura. E grazie alla buona volontà delle cuoche Ivana e Cristiana, una sera alla settimana viene proposta una cena a base di pietanze africane».La cooperativa padovana Ecofficina non ci sta ad essere bollata come “matrigna" dei migranti ospitati nella due strutture gestite a Cesuna. Migranti che anche ieri hanno protestato per le condizioni e che solo l'intervento del capo di gabinetto della Prefettura, Luigi Vitetti, ha fatto rientrare.CIBO. «Basta pasta e riso al pomodoro tutti i giorni; non ne possiamo più». Laurent Bassau, 24enne contadino della Costa d'Avorio, ospite da settembre alla casa per ferie Zeleghe di Cesuna ripete che il menu non è solo monotono ma contravviene a quanto previsto. «Ci è stato detto che per noi sono previsti solo 230 grammi di pasta o riso a pasto – aggiunge Claude Gabanho –. Ma noi sappiamo che non è così; ecco perché chiediamo più soldi per arrangiarci». (...)Gerardo Rigoni (GdV 23.10.2015)

La polizia romena: «I nostri criminali scappati in Italia»

«Da quando la Romania è entrata a far parte dell’Unione Europea molti criminali sono fuggiti dal nostro Paese per trasferirsi in Italia. Anche per questo motivo, negli ultimi due anni la collaborazione tra la polizia romena e quella italiana si è intensificata notevolmente». Parole del questore di Bucarest, Marius Voicu. Che a inizio settimana ha visitato la questura di Vicenza nell’ambito di uno scambio culturale e professionale organizzato dall’Ipa, l’International Police Association di Vicenza, l’associazione che raggruppa membri, in servizio o in pensione, di tutte le forze dell’ordine e dei vigili del fuoco. Accolto dal questore Gaetano Giampietro e dai dirigenti dei vari reparti, il capo della polizia di Bucarest, assieme al resto della delegazione romena, ha osservato le modalità operative della polizia vicentina per poi continuare il programma della giornata facendo tappa al Coespu.
Questore Voicu, quali sono le sue impressioni dopo aver visitato la questura di Vicenza?
Sono molto contento di quello che abbiamo visto. La vostra polizia lavora bene ed è molto organizzata. (...)
Valentino Gonzato (GdV 23.10.2015)

giovedì 22 ottobre 2015

Profughi: pasta e clima non sono di loro gradimento? Se ne tornino in Africa!

“Vogliono il caldo e il cibo africano? Tornino da dove sono venuti”. Secco il commento del capogruppo Lega Nord in Consiglio veneto Nicola Finco. Il Consigliere leghista interviene sulla protesta dei migranti a Vicenza che, dopo aver preso un autobus in altopiano senza pagare il biglietto, si sono diretti in Città al grido ‘Pasta no buona’ e ‘Noi vogliamo african food’.
“E’ vergognoso – afferma Finco – che, dopo essere accolti, tutelati ed accuditi, abbiano il coraggio di lamentarsi. In un momento di crisi come questo, dove milioni di italiani vivono sotto la soglia di povertà, queste proteste danno la misura dei personaggi che la sinistra buonista considera profughi. E’ ora di dire basta a queste bande di sfaticati che pensano di vivere sulle spalle degli italiani e dei veneti”.
“La logica dell’accoglienza diffusa – continua il capogruppo a Palazzo Ferro Fini – è fallita. Vanno rispristinati immediatamente i CIE e tolti dalle Città e dagli alberghi gli immigrati”.
“La temperatura dell’altopiano e la pasta non sono di loro gradimento? Se ne tornino in Africa – conclude Finco - troveranno sicuramente un clima mite e del buon cibo africano”.
Gruppo Lega Nord Consiglio regionale del Veneto

Cesuna (VI). Sit-in dei profughi: «Basta pasta. Cibo africano»

VICENZA. Il freddo, le cattive condizioni in cui sono costretti a vivere, i documenti che tardono ad arrivare, ma anche il cibo: «Basta pasta, vogliamo cibo africano». 
Nel pomeriggio in città è andata in scena un'altra protesta da parte di un gruppo di profughi, ospitati all'hotel Tina di Cesuna. Sono scesi dall'Altopiano in 26 e hanno raggiunto gli uffici della Prefettura per far sentire la loro voce. «A Cesuna fa freddo», «Trasferiteci, lì è come un prigione», e ancora «Siamo stanchi di mangiare pasta, dateci cibo africano». Negli uffici di contrà delle Gazzolle si sono vissuti attimi concitati prima del summit con il vice prefetto Marchesiello. 
I giovani migranti, che lamentano anche i lunghi tempi di attesa per avere i documenti, sono stati quindi convinti a tornare in Altopiano, là dove ieri sera si era recato Maurizio Cuppone che ha raccontato così la sua esperienza. «Sono stato da loro ieri sera verso la mezzanotte e mi sono intrattenuto fino all'una circa. A quell'ora erano circa una trentina, seduti attorno a due fuochi improvvisati sul lato della strada. Lamentano assenza di acqua calda e riscaldamento all'interno dell'edificio, l'hotel Tina. Uno di loro ha una gamba seriamente malata». Cuppone, che ha girato anche un video, spiega che «i ragazzi chiedono un incontro con la responsabile della coop che puntualmente ha una scusa per non presenziare». 
GdV 22.10.2015

Il sindaco di Padova: «Patrocinio gratuito a chi spara ai ladri»

PADOVA. Patrocinio gratuito per i padovani che, vittima di un delitto contro il patrimonio o contro la persona, siano accusati di aver commesso un eccesso colposo di legittima difesa. Ad annunciare il provvedimento allo studio è oggi il sindaco di Padova Massimo Bitonci, commentando quanto accaduto a Vaprio d’Adda dove un pensionato ha ucciso un ladro trovato nella sua abitazione.
«Sto dalla parte di chi viene offeso e attaccato. Sto dalla parte di chi si difende, di chi subisce intrusioni e violazioni della proprietà, ad opera di sconosciuti con intenzioni altrettanto sconosciute - ha detto Bitonci -. Nell’articolo 21 della Legge Regionale 24 giugno 2015, n. 17, approvata da Regione Lombardia, si offre il patrocinio, nei procedimenti penali di questo tipo. Auspico che anche in Veneto venga varato un provvedimento simile».
«Per quanto è nelle mie prerogative di sindaco - ha annunciato -, studierò un atto analogo che consenta, ai residenti nel Comune di Padova che si dovessero trovare nelle medesime condizioni di Ignazio Sicignano, di non essere abbandonati dalle Istituzioni cittadine, dopo essere stati messi sotto accusa dallo Stato centrale».
GdV 21.10.2015

mercoledì 21 ottobre 2015

“Troppo merda Caritas!”

“Non vogliamo pasta e il riso. Vogliamo documenti. Troppo merda CARITAS!”.
È un’immagine che parla chiaro, come lo sono le parole dei numerosi cartelli alzati in aria dai profughi ospiti del centro di accoglienza ‘Caritas’ di Cremona. È avvenuto tutto questa mattina, in occasione di un maxi sit-in senza preavvisi. Un’intera via, viale Trento e Trieste, nel centro città, occupata da profughi ghanesi, nigeriani e maliani, che hanno bloccato il traffico e costretto l’intervento di polizia, digos, carabinieri e comando dei vigili locali. Si è addirittura arrivati allo scontro fisico, davanti a cittadini stupiti, che si recavano o rientravano dal lavoro.
Stupore, incredulità, rabbia. E poi quella serie di cartelli, impugnati dai manifestanti del centro di accoglienza di via Stenico, con la scritta che fa indignare: “Troppo merda Caritas”. Alcuni di questi immigrati vengono mantenuti da due anni, con tanto di pasti, alloggio, istruzione e spese inclusi. Oggi si sono rivoltati contro chi, da 24 mesi a questa parte, li ha accolti. Vogliono i documenti, si lamentano della lunga burocrazia italiana. Vogliono la cittadinanza. Penso a quanti italiani farebbero la fila per ricevere aiuti simili, a cominciare da un alloggio garantito. Quante famiglie in difficoltà, con figli a carico, vivono in case dove da tempo manca il sorriso (ammesso che queste non abbiano ancora ricevuto lo sfratto per fare spazio alla vera ’accoglienza’).
Una vergogna vedere lo sguardo incredulo di una anziana signora, (con 400 euro al mese di pensione dopo una vita di lavoro e di contributi versati) che stamattina si meravigliava davanti ad un simile scenario. Qualcuno dovrà delle scuse a questa donna, ammesso che questa questione riesca ad ottenere la priorità sul riso ‘scotto’ della mensa Caritas.
Una vergogna vedere lo sguardo incredulo di una anziana signora, (con 400 euro al mese di pensione dopo una vita di lavoro e di contributi versati) che stamattina si meravigliava davanti ad un simile scenario. Qualcuno dovrà delle scuse a questa donna, ammesso che questa questione riesca ad ottenere la priorità sul riso ‘scotto’ della mensa Caritas. 
Enrico Galletti (Giornale)

Liberiamoci e ripartiamo! Domenica 8 novembre tutti a Bologna per mandare a casa questo governo!


Immigrazione, Zaia: redistribuzione europea maldestra operazione d’immagine

“Anche stavolta tutto come previsto: la grande operazione di distribuzione degli immigrati presenti in Italia nel resto d’Europa era una maldestra operazione d’immagine. Il conto dei trasferiti si fermerà a 130. Quello che non si ferma è la caduta di credibilità del Governo Italiano incapace di gestire il fenomeno e della Commissione Europea latitante.
Era solo il 9 ottobre scorso, quando fu dato il via all’ultima delle tante prese in giro sull’immigrazione che gli Italiani e i Veneti hanno dovuto sopportare in questi ultimi tempi con una spettacolare conferenza stampa ai piedi dell’aereo che trasferiva in Svezia 19 immigrati”.
Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia commenta la notizia di fonti Ue secondo la quale, con i 100 immigrati in partenza questa settimana dall’Italia, si esauriscono i posti messi a disposizione fino ad oggi dagli Stati membri, solo sei dei quali hanno dato disponibilità, e per piccoli numeri.
“Solo nel Veneto – aggiunge Zaia – fino ad oggi ne sono arrivati quasi 19 mila – e solo questo numero dà la misura della situazione reale, completamente furi controllo e senza un reale spiraglio di soluzione perché l’unica concreta, equa distribuzione in tutta Europa degli arrivati e avvio immediato di una grande operazione umanitaria internazionale nei territori di provenienza andando a realizzare lì campi di accoglienza ovunque possibile,  sta solo nelle belle parole delle dichiarazioni ufficiali”.
“Attendo con interesse – conclude Zaia – la prossima conferenza stampa del Governo Italiano e della Commissione Europea, nella speranza che abbiano il coraggio di dire la verità o il buon senso di smentire l’annunciato blocco”.
Regione Veneto

martedì 20 ottobre 2015

Anziano indagato per aver ucciso un ladro, Maroni: "Regione sosterrà le spese"

Salvini: "Il ladro ucciso se l'è andata a cercare". E la Regione Lombardia sosterrà le spese per la difesa del pensionato.
"Secondo i Carabinieri, un immigrato di 28 anni entrato in un appartamento a Vaprio d’Adda (Milano) per rubare, è morto per la reazione del pensionato aggredito, che si è difeso sparando.
Il pensionato sarebbe indagato per eccesso di legittima difesa. Pazzesco: giù le mani da chi si difende! Se si trattava di un ladro morto sul lavoro, non mi dispiace più di tanto: se l’è andata a cercare". Così su Facebook il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini commenta la vicenda di Vaprio d'Adda, dove un anziano, espasperato dopo aver subito 4 furti, ha sparato all'enesima intrusione uccidendo un romeno di 28 anni. L'uomo è stato indagato per "eccesso di legittima difesa".
Ed è su questo capo di imputazione che si apre il dibattito politico. "Ci risiamo. Ancora una volta un onestocittadino costretto a sparare in casa propria, con un’arma regolarmente denunciata, per difendere la propria incolumità, si ritrova sul bando degliimputati e indagato per eccesso colposo in legittima difesa. Adesso basta,per garantire la sicurezza di cui gli onesti cittadini hanno diritto, bisognaquanto prima eliminare l’eccesso colposo in legittima difesa quando i fattiavvengono nella propria abitazione. Per questo presenterò una proposta dilegge di a riguardo, per modificare la norma in questione. Altrimenti nessuno potrà dormire tranquillo, sapendo di rischiare, in casodi irruzione di malviventi in casa propria, un bel funerale o un bruttoprocesso", ha affermato Paolo Grimoldi, deputato della Lega Nord e Commissario della Lega Lombarda. Sul caso è intervenuto anche il governatore della Lombardia, Roberto Maroni che ha affermato: "La Regione Lombardia si accollerà le spese di difesa del pensionato che, per legittima difesa, ha sparato al ladro romeno entrato in casa sua".
Mario Valenza (Il Giornale)

Ermes Mattielli a Quinta Colonna. In onda la grinta di chi non vuole pentirsi

Un Ermes Mattielli senza il minimo timore reverenziale è andato in onda pochi minuti dopo mezzanotte su Quinta Colonna, la trasmissione di Paolo Del Debbio che in queste settimane sta dando largo spazio al tema caldo della legittima difesa e delle vittime condannate a risarcire i delinquenti.
‘Tocchi, tocchi..’ ha incoraggiato quasi comicamente l’ex artigiano arsierese di 63 anni afferrando la mano del giornalista per ‘bussare’ sulla sua gamba di legno, regalo di un incidente con la motozappa che risale ormai a più di 20 anni fa. Ma la storia di Mattielli ormai la sa tutto il paese ed è decisamente meno divertente. Lucidamente e nello spazio di una ventina di minuti l’ha raccontata a tutta Italia, di quando nel 2006 sparò ai due nomadi entrati a rubare nel suo deposito e di come da allora la vita gli sia crollata addosso.
‘Vivo di espedienti da 9 anni – ha confessato Mattielli alle telecamere – e sono invalido al 65% ma non ho diritto a nessuna pensione. Sopravvivo con l’orto e le galline, ma nonostante questo non sono pentito, e lo rifarei ancora’. Facile è stato far uscire per l’ennesima volta i ricordi ancora vivi della sua esasperazione, dei continui furti. ‘Venivano sempre, mi hanno portato via di tutto, rame, ottone, acciaio, una motosega, tutto quello che potevano portare via lo hanno rubato. Mi hanno condannato a 5 anni per tentato omicidio, ma loro non si sono fatti nessuno scrupolo a venire a rubare a un invalido.’
Mattielli non ha fatto una piega quando l’inviato di Del Debbio è andato ad intervistare uno dei due nomadi rimasti colpiti dagli spari, il 31enne Cris Caris, ma inizia ad agitarsi alle parole del loro avvocato, Andrea Massalin, che ha parlato addirittura di linciaggio. Insomma, per l’accusa Mattielli ha sparato per uccidere e non per difendersi. ‘Se stavano a casa loro – si è infervorato il rottamaio – non sarebbe successo niente. Non ho nessun rimorso, sono loro che devono averlo.’
La stoccata finale è infine per la magistratura. ‘Sono loro che mi hanno fatto chiudere l’attività, loro che guadagnano in un anno i soldi che io non ho mai visto in tutta la vita. L’avvocato è bugiardo, la magistratura compiacente. E alla fine non pagano mai’.
Marta Boriero (Altovicentinonline)

Mattielli in tv: «Non sono pentito. Era legittima difesa»

«Non sono pentito, lo rifarei». Sono state queste le parole pronunciate ieri sera da Ermes Mattielli, ospite della trasmissione televisiva “Quinta colonna”. Nel corso del programma, il cittadino di 63 anni di Arsiero ha ripercorso la notte nella quale sparò con la propria pistola, ferendo due persone che si erano introdotte nella sua proprietà. «Non sono pentito, perché l’ho fatto per legittima difesa - ha precisato Mattielli ai microfoni della trasmissione -. E lo rifarei ancora». Più avanti, nel corso del programma, ha aggiunto: «Nessun rimorso. Il rimorso lo devono provare loro, che sono venuti da me, un invalido». «Grazie alla magistratura sono disoccupato - ha spiegato inoltre l’uomo -. Vivo facendo piccoli lavoretti». 
MA.CA. (GdV 20.10.2015)

Sanità: Zaia, Coletto e Ciambetti infuriati contro ministro Lorenzin

“Nella loro sorprendente sincerità, alla quale non eravamo stati abituati, le dichiarazioni del Ministro della Salute sono di una gravità senza precedenti e cambiano completamente il quadro del rapporto tra le Regioni e il Governo in materia di sanità. Per quanto ci riguarda siamo di fronte a una dichiarazione di guerra”. Lo sottolinea l’Assessore alla Sanità della Regione del Veneto Luca Coletto, alla luce di quanto dichiarato a Radio24 dal ministro Beatrice Lorenzin che ha detto, tra l’altro, che “per me la sanità delegata alle Regioni è stato un errore fatale, perché il risultato lo vediamo”.
“Il Ministro – aggiunge Coletto – autosmaschera un disegno centralista che denunciamo da anni, iniziato con il Governo Monti, proseguito con Letta e ora spinto al massimo da Renzi. Ora si spiegano molto bene numerose decisioni e non decisioni assunte nel passato, anche recente: i tagli indiscriminati trasversali al Fondo Sanitario Nazionale, il disconoscimento totale del Patto Nazionale per la Salute, il rifiuto, perché di rifiuto si tratta, di applicare urgentemente e rigorosamente i costi standard per incidere realmente sugli sprechi dove ci sono”.
“Gli sprechi – dice Coletto – non verranno mai attaccati – perché ora appaiono chiaramente funzionali al disegno centralista: visti i danni che fanno le Regioni, è il caso che tutto torni in mano allo Stato Sappiano che dal Veneto e dai Veneti troveranno un’opposizione senza quartiere, perché, ripeto, questa è una dichiarazione di guerra”.
“Tana!! Finalmente si gioca a carte scoperte. Il Ministro ha confessato l’inconfessabile. Ora abbiamo la certezza che avevamo visto giusto nel salire sulle barricate contro pressochè tutti i provvedimenti governativi in materia di sanità. Ci rimaniamo e da lì lotteremo”. Lo dichiara il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, in merito a quanto detto dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin (“errore fatale delegare la sanità alle Regioni”), oggi a Radio24.
“Prima di tutto – tuona Zaia – la Lorenzin la smetta di paragonare la sanità veneta a quella delle, purtroppo ancora molte, Regioni dove non funziona e si sprecano miliardi; in secondo luogo la smetta di fare proclami e traduca se ha coraggio in una legge questi suoi pensieri. Risponderò indicendo un referendum per chiedere ai Veneti se preferiscono essere curati dal Ministero della Salute in Lungotevere Ripa 1, Roma, o dalla Regione Veneto”.
“Non faccio il sindacalista delle Regioni – aggiunge Zaia – io mi limito ad amministrare al meglio i servizi per la salute dei Veneti. Credo anche di farlo meglio di altri e la gente, se ancora siamo in democrazia, ha anche recentemente dimostrato di gradire. A buon intenditor poche parole”.
“Rimango basito constatando che nel dibattito sulla sanità fra due esponenti di governo, uno di livello nazionale e uno regionale, si introduca una portavoce del NCD. Ma rimango ancora più meravigliato constatando che un ministro della sanità ritenga di non intervenire facendosi difendere da una portavoce”.
E’ la risposta del Presidente Zaia all’intervento della portavoce nazionale del NCD Valentina Castaldini.
“Basta che ce lo dicano, vorrà dire che la prossima volta che dovremo discutere di sanità non interpelleremo il Governo o il Ministro della Salute ma direttamente la segreteria del NCD”.
Secca replica del Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, alle dichiarazioni rilasciate dal ministro Beatrice Lorenzin a Radio 24: “Sanità, l’errore fatale è aver nominato ministro la signora Lorenzin, altro che delegare le Regioni per la sanità”. Ciambetti nota che “a smentire il ministro ci sono studi di enti internazionali ma anche i dati socio-economici elaborati dall’Istat. Ma prima di tutto voglio notare una cosa: la predica giunge da un ministro che non ha mosso un dito davanti ad una proposta di Legge di stabilità che trae una parte delle proprie risorse dalla diffusione e sfruttamento di una patologia gravissima, le ludopatie con la previsione dell’apertura di nuovi 22 mila punti dove sarà possibile giocare d’azzardo, e l’introduzione di una nuova gabella sui giochi. Se siamo in mano la sanità a questi signori, permettetemi la battuta, se la giocano al tavolo verde: un ministro che ha a cuore la salute dei cittadini, davanti allo stato biscazziere si sarebbe dimesso". "Qui invece ci si inventa insinuazioni calunniose sul sistema sanitario regionale – ha detto Ciambetti – Secondo la classifica annualmente stilata da Bloomberg per il 2014 il sistema sanitario italiano, è il terzo al mondo, primo in Europa, per efficienza, per le aspettative di vita del paziente, quasi 83 anni in media, per il costo pro capite del sistema sanitario, circa 3 mila dollari, alle spalle di Singapore e Hong Kong e davanti a Giappone, Corea del Sud e Australia – ha rimarcato Ciambetti – Scendiamo nel dettaglio? L’Italia spende in sanità il 9% del Pil, pari a 3.032 dollari pro-capite. Nel confronto con il 2013 l’aspettativa di vita è aumentata di 0,3 anni, mentre la spesa per la sanità pro-capite è diminuita di 306,64 dollari: in realtà il risparmio, stando ai dati della Ragioneria generale dello Stato è stato di circa 2 miliardi tutti derivati dal mancato turn over come deciso dal governo e imposto dalla Riforma Fornero: abbiamo tanti giovani disoccupati e tanti lavoratori della sanità anziani ancora in reparto". Ha commentato il presidente del Consiglio Regionale: "Se la nostra sanità è straordinaria lo dobbiamo a loro, ai medici, agli infermieri e al personale paramedico, ma anche a chi cerca di far quadrare i conti. E’ grazie a questa gente, e non in virtù dei ministri romani, se in totale il punteggio dell’Italia è 76,3, poco meno di Hong Kong e Singapore, ma più del doppio degli Stati Uniti, fermi a 34,3. Sentirsi dire che in Italia ci sono 30 miliardi di sprechi nella sanità fa specie, soprattutto se a dirlo è un ministro che ha proposto una stretta radicale sulle visite specialistiche e su esami medici, perché così si risparmierebbero circa 13 miliardi di €. I dati del servizio socio-sanitario italiano parlano di una sanità che è in buona salute. Certo, si possono fare ancora grandi risparmi: mi chiedo perché prima di mettere un freno duro alle visite specialistiche e agli esami, cioè prima di colpire medici e pazienti, non si è pensato di introdurre i costi standard come da anni chiediamo noi in Veneto?" Ha concluso Ciambetti: "in realtà il ministro vuol far passare l’idea di una sanità malata, quando non è così, perché vuole riappropriarsi e riportare a Roma la gestione della salute che finirebbe così centralizzata ma non per dare migliori servizi ai cittadini, ma per coprire buchi spaventosi nei conti dello stato. Se mai si arriverà a ricentralizzare la sanità a Roma, per le Regioni che oggi sono all’avanguardia il livellamento avverrà al ribasso con uno scadimento devastante”
Note di Zaia, Coletto e Ciambetti per la Regione Veneto

Finanziaria: dipende da tagli alla sanità, giochi e flessibilità Europa

“Se abbassare le tasse significa diminuire la qualità e quantità dei servizi strategici, come la sanità, resi ai cittadini allora non mi sembra un grande risultato. Tutt’altro: fatto da un governo di centro-sinistra, casomai, lo trovo una sconfitta”. Il Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, commenta le prime notizie sulla Legge di stabilità presentata dal premier Renzi.
“L’esperienza mi insegna ad essere molto cauto davanti alle Leggi Finanziarie: solo dopo una attenta lettura potremo capire cosa comporterà la proposta firmata Renzi” ha detto Ciambetti rammentando la sua esperienza da assessore al Bilancio della Regione “costretto a navigare a vista – ha ricordato Ciambetti – perché lo scenario normativo e le disposizioni mutavano continuamente. Il mio timore è che anche questa volta il governo spacci come propri grandi risultati tagli imposti alle Regioni e al decentramento, oppure sacrifici fatti fare ai cittadini: le manovre da Monti in poi le abbiamo pagate noi tutti, enti decentrati, famiglie, imprese, pensionati, disoccupati. Dalle prime notizie mi sembra di capire che la dotazione del fondo per la Sanità scenderà di due miliardi: non si tratta di risparmi, ma di prestazioni in meno, meno servizi, meno visite e meno analisi e alla fine chi pagheranno saranno i ceti più deboli. Altro neo clamoroso mi pare quello relativo alla spending review, inizialmente prevista per 12 miliardi, scesi a 10 e ora finiti a 5: se si tratta di mettere a dieta i ministeri, i sacrifici si diradano sempre. Il miliardo atteso dai giochi rattrista perché anziché colpire e disincentivare le scommesse, un’autentica piaga sociale, si cerca di far cassa sulla disperazione. Conclude Ciambetti: "Infine la preoccupazione più grande: la Legge di stabilità, quindi tutti i provvedimenti annunciati, dipendono dalla flessibilità chiesta a Bruxelles, con l'innalzamento del rapporto deficit-Pil fino al 2,4%: il che significa che stiamo tornando indietro, vanificando i sacrifici fatti in questi anni e confermando, ancora una volta, l’inaffidabilità del sistema Italia. Il bilancio non lo fa il Parlamento italiano, non lo fa Renzi, ma gli euroburocrati di Bruxelles. La Ue farà una valutazione politica, più che economica, perché se il dato fosse quello economico, credo che la flessibilità ce la potremmo scordare: agli italiani possiamo dire ancora che bisogna investire sulla Salerno-Reggio Calabria, i tedeschi la prenderebbero come una battuta da avanspettacolo”.
Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio regionale del Veneto

lunedì 19 ottobre 2015

Ermes Mattielli ospite di Quinta Colonna

E’ partito in treno alle 14,30 da Vicenza e stasera sarà ospite della trasmissione televisiva di Paolo Del Debbio Quinta Colonna. Ermes Mattielli continua a fare parlare di se e non solo a livello locale, dove gli abitanti dell’Alto Vicentino continuano a stringersi a lui esprimendo solidarietà. Il suo caso sta avendo gli onori della cronaca nazionale. Mattielli, artigiano di Arsiero è stato condannato a 5 anni di reclusione e ad un risarcimento danni di 135mila euro perchè una notte del 2006, sparò addosso a due ladri che erano entrati a rubare del ferrovecchio dal deposito della sua casa. Non era la prima volta che Mattielli riceveva la sgradita visita dei malviventi, che gli rubavano quel ferrovecchio con cui sbarcava il lunario. Esasperato, l’artigiano fece fuoco contro due rom, che lo denunciarono per tentato omicidio. Da lì, una lunga vicenda giudiziaria che è culminata nei giorni scorsi, con la condanna ed un risarcimento che Ermes non può nemmeno pagare. Lui da anni, vive da solo senza telefono. La sua storia ha fatto il giro dell’Italia e porta alla ribalta il difficile tema della legittima difesa.
Ad accompagnare Mattielli a Roma, Alex Cioni in rappresentanza del gruppo ‘Prima Noi’, che sta sostenendo una causa per quale è già scesa in campo la Lega Nord, che nei giorni scorsi, ha inscenato una fiaccolata che ha raccolto 300 persone ad Arsiero.
In quell’occasione, Mattielli ha chiesto a chi da ogni dove gli vuole dare aiuto, di non dare soldi perchè ‘servirebbero a pagare due delinquenti’. Dichiarazioni che la dicono tutta sul carattere di Mattielli che continua a ripetere di essersi solo difeso. Ma per i giudici che lo hanno condannato, 14 colpi d’arma da fuoco sarebbero troppi per giustificare la legittima difesa.
‘Ermes è un combattente – ha detto Cioni, prima della partenza – è un uomo lucido nonostante il dramma che sta vivendo. Non vuole speculazioni politiche sulla sua vicenda, vuole solo giustizia’.
Altovicentinonline 19.10.2015

Arsiero. Fiaccolata per Mattielli: "Non voglio soldi per risarcire i delinquenti"

Più di 300 persone sono scese in piazza ad Arsiero ieri per manifestare con una fiaccolata di solidarietà per Ermes Mattielli, l’ex artigiano che nel 2006 sparò ai ladri e per questo è stato da poco condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione e a risarcire 134 mila euro. Una sentenza che ha mosso non poco l’indignazione popolare e lo ha reso famoso in tutta Italia.
Mattielli, faccia serena e sorriso sempre pronto, non è sembrato per niente turbato da un esito processuale che è solo al primo grado di giudizio, visto che dopo quasi 10 anni gli sono stati cambiati i capi di imputazione, portando di fatto l’iter legale al punto di partenza. ‘Me lo aspettavo – ha raccontato Mattielli a tutti quelli che gli chiedevano come stava – perché speravano che scegliessi il rito abbreviato, ma io non ho voluto. Lo dico e lo dirò sempre: non ho sparato per uccidere, ma per difendermi’.
La calma Mattielli sembra perderla improvvisamente parlando della magistratura. ‘Voi non avete idea del marcio che c’è alle udienze in tribunale, ai giochi di parole che usano per confonderti. Volevano che io abbassassi la testa e così, se patteggiavo, di fronte alla gente se ne sarebbero lavati le mani. Ma io non ho paura, e anche voi non dovete avere paura, sono loro che devono averla’.
Oltre ai militanti leghisti, tra cui vari consiglieri regionali, i simpatizzanti di ‘Prima Noi’ di Alex Cioni e ‘Indipendenza Veneta’, c’era ieri anche gente comune e amici paesani che conoscono Mattielli da sempre. Presenti i sindaci di Posina Andrea Cecchellero, di Velo d’Astico Giordano Rossi e di Torrebelvicino Emanuele Boscoscuro. Assente invece il sindaco di Arsiero Tiziana Occhino.
Il segretario provinciale della Lega Nord Antonio Mondardo ha ribadito di sentirsi vicino al condannato ‘come cittadino onesto che difende le brave persone’ ed ha avvisato i presenti che Mattielli non vuole aiuti economici perché andrebbero a risarcire i delinquenti. Il Carroccio ha comunque promesso un aiuto per pagare le spese legali.
In questi giorni Mattielli convive con la notorietà, conteso da tutte le tv nazionali. Lunedì sarà finalmente a ‘Quinta colonna’ su Rete 4, dove si riparlerà ancora una volta di eccesso di legittima difesa, mentre sabato prossimo incontrerà Matteo Salvini.
Altovicentinonline

Marano. Lega Nord contro l’amministrazione. Volantino per dire “No a profughi e aumento Irpef”

La Lega Nord di Marano Vicentino sta distribuendo porta a porta un volantino per dire “No ai profughi e all’aumento dell’Irpef”
.Una forma di protesta che vuole toccare tutti, ma proprio tutti i maranesi, per convincerli che quello che l’amministrazione comunale ha deciso e sta portando avanti “non è il meglio per la città”.
Secondo la sezione locale del Carroccio “L’amministrazione comunale ha deciso, per compensare l’ennesima riduzione dei trasferimenti statali, di tassare con il massimo dell’aliquota Irpef applicabile, tutti i cittadini che hanno un reddito superiore ai 13.300 euro. Al tempo stesso, grazie alla firma del protocollo d’accoglienza diffusa firmato dal sindaco Piera Moro, arriveranno a Marano circa 20 immigrati”.
Secondo la sezione maranese della Lega, in merito all’Irpef “Si tratta di un prelievo forzoso dalle tasche dei cittadini, e si viene meno alle promesse elettorali di condividere bilancio ed eventuali aumenti delle imposte con la popolazione tramite assemblee pubbliche. Senza ascoltare le minoranze consiliari che, in blocco, hanno votato contro al bilancio”.
Per questo motivo e per protestare contro il protocollo d’intesa, firmato dal Sindaco Piera Moro e dall’assessore Antonio Centomo, al fine di accogliere in paese 20 immigrati, futuri clandestini, la sezione della Lega Nord – Liga Veneta di Marano Vicentino sta distribuendo con l’aiuto di militanti, simpatizzanti e volontari, in tutte le case e a tutte le famiglie, un volantino dove si spiegano le ragioni della contrarietà e i costi che, a dire del Carroccio, dovrà sopportare la comunità nel prossimo futuro.
Il testo del volantino:
Basta tasse, basta clandestini!
Ancora nuove tasse, ancora nuovi esborsi che i cittadini maranesi dovranno sostenere nei prossimi mesi. Imposte richieste dal Governo centrale e dall’Amministrazione comunale, per coprire i tagli statali e per occultare il mantenimento dei clandestini in arrivo. Clandestini, sì: questa è la parola giusta! Pochi cittadini sanno infatti che gli immigrati in arrivo spesso non sono nemmeno identificati, non si sa chi siano né da dove vengano, non si conosce il motivo della loro partenza dai Paesi di origine, ed il loro eventuale diritto allo status di rifugiato verrà valutato soltanto quando saranno ormai già nel nostro territorio. Pazienza se nel frattempo fuggiranno dalle strutture di accoglienza o se eluderanno le già precarie procedure di controllo frettolosamente ideate. Pazzie, non degne di un nomale Paese civile!
E mentre il Sindaco Piera Moro e l’assessore Antonio Centomo firmavano con il Prefetto Eugenio Soldà il protocollo d’intesa per accogliere 20 immigrati in paese, che saranno “spesati” ognuno con oltre 1.000 euro al mese, le stesse persone assieme ai rimanenti componenti della maggioranza, varavano in Consiglio comunale l’ennesimo prelievo forzoso dalle tasche dei nostri compaesani, venendo meno alle vane promesse elettorali di condividere bilancio ed eventuali aumenti delle imposte con la popolazione tramite assemblee pubbliche.
Per compensare l’ennesima riduzione dei trasferimenti statali, l’Amministrazione comunale maranese ha così deciso di tassare, con il massimo dell’aliquota IRPEF applicabile, tutti i cittadini che hanno un reddito superiore ai 13.300 euro, mediante una manovra che porterà nelle casse del Comune, a partire dal 2016, un aumento di incassi annui di circa 250.000 euro. Il tutto in un paese, quello di Marano, dove per stessa ammissione del Sindaco, circa il 20% dei maranesi non riesce a pagare tutte le tasse. Un paese, quello di Marano, dove sulle spalle di ogni abitante, sia esso neonato o ultracentenario, grava un debito di circa 1.400 euro. Ma ora si potrà barattare il pagamento delle imposte con lavori socialmente utili; consoliamoci così.
Quanto ci costeranno poi, i prossimi clandestini in arrivo? Si fa presto a calcolarlo. Mentre c’è chi si sforza ancora, con grande ipocrisia, di sostenere la teoria secondo la quale il mantenimento di queste persone spetterebbe all’Europa, ricordiamo che l’Europa stessa è sostenuta dalla contribuzione dei cittadini italiani, e dunque anche maranesi. Saranno dunque proprio i cittadini maranesi, attraverso il versamento dei loro contributi allo Stato, a sostenere il soggiorno di questi 20 immigrati in arrivo nel territorio comunale.
Ogni profugo incide per circa 35 euro al giorno, quindi 1.050 euro al mese, per totali 12.600 euro all’anno. Le 20 persone volute dall’Amministrazione comunale peseranno dunque, di fatto, sulla collettività per oltre 250.000 euro l’anno.  La stessa cifra che il Comune di Marano prevede di incassare grazie all’aumento delle imposte recentemente deliberato. Saranno soltanto coincidenze?
Intanto dal vocabolario della sinistra maranese (o di quel poco che rimane di essa) è scomparso il termine “solidarietà”. Parola un tempo molto amata e inserita a piacimento, anche quando non se ne trovava il motivo, in molti pamphlet o discussioni politiche. Questo è il segno evidente di come vanno le cose, del cambiamento dei tempi: l’accoglienza tanto sbandierata è spesso solo il frutto dell’interesse economico delle cooperative, in molti casi nate appositamente per sfruttare l’appetitoso “affare dei 35 euro al giorno”, o di qualche privato che negli immigrati che lo Stato non è in grado di gestire ha trovato la soluzione ai propri problemi debitori.
Sezione della Lega Nord – Liga Veneta di Marano Vicentino

sabato 17 ottobre 2015

Marano, Lega Nord contro aumento tasse e accoglienza profughi


L'Amministrazione Comunale di Marano Vicentino ha deciso, per compensare l'ennesima riduzione dei trasferimenti statali, di tassare, con il massimo dell'aliquota IRPEF applicabile, tutti i cittadini che hanno un reddito superiore ai 13.300 euro. Un prelievo forzoso dalle tasche dei nostri compaesani, venendo meno anche alle promesse elettorali di condividere bilancio ed eventuali aumenti delle imposte con la popolazione tramite assemblee pubbliche.
Senza ascoltare le minoranze consiliari che, in blocco, hanno votato contro al bilancio, rendendo pubblico un manifesto dal titolo: "Questo bilancio proprio non ci piace!"
Per questo motivo e per protestare contro il protocollo d'intesa, firmato dal Sindaco Piera Moro e dall'assessore Antonio Centomo, al fine di accogliere in paese 20 immigrati, futuri clandestini, la sezione della Lega Nord - Liga Veneta di Marano Vicentino sta distribuendo con l'aiuto di militanti, simpatizzanti e volontari, in tutte le case, a tutte le famiglie, un volantino dove si spiegano le ragioni della nostra contrarietà ed i costi che dovrà sopportare la comunità nel prossimo futuro, ricordando inoltre, quali sono le condizioni economiche che gravano attualmente sulla popolazione.

Di seguito il testo del volantino distribuito ai cittadini e locandina affissa nelle bacheche.

Basta tasse, basta clandestini!
Ancora nuove tasse, ancora nuovi esborsi che i cittadini maranesi dovranno sostenere nei prossimi mesi. Imposte richieste dal Governo centrale e dall'Amministrazione comunale, per coprire i tagli statali e per occultare il mantenimento dei clandestini in arrivo. Clandestini, sì: questa è la parola giusta! Pochi cittadini sanno infatti che gli immigrati in arrivo spesso non sono nemmeno identificati, non si sa chi siano né da dove vengano, non si conosce il motivo della loro partenza dai Paesi di origine, ed il loro eventuale diritto allo status di rifugiato verrà valutato soltanto quando saranno ormai già nel nostro territorio. Pazienza se nel frattempo fuggiranno dalle strutture di accoglienza o se eluderanno le già precarie procedure di controllo frettolosamente ideate. Pazzie, non degne di un nomale Paese civile!
E mentre il Sindaco Piera Moro e l'assessore Antonio Centomo firmavano con il Prefetto Eugenio Soldà il protocollo d'intesa per accogliere 20 immigrati in paese, che saranno "spesati" ognuno con oltre 1.000 euro al mese, le stesse persone assieme ai rimanenti componenti della maggioranza, varavano in Consiglio comunale l'ennesimo prelievo forzoso dalle tasche dei nostri compaesani, venendo meno alle vane promesse elettorali di condividere bilancio ed eventuali aumenti delle imposte con la popolazione tramite assemblee pubbliche.
Per compensare l'ennesima riduzione dei trasferimenti statali, l'Amministrazione comunale maranese ha così deciso di tassare, con il massimo dell'aliquota IRPEF applicabile, tutti i cittadini che hanno un reddito superiore ai 13.300 euro, mediante una manovra che porterà nelle casse del Comune, a partire dal 2016, un aumento di incassi annui di circa 250.000 euro. Il tutto in un paese, quello di Marano, dove per stessa ammissione del Sindaco, circa il 20% dei maranesi non riesce a pagare tutte le tasse. Un paese, quello di Marano, dove sulle spalle di ogni abitante, sia esso neonato o ultracentenario, grava un debito di circa 1.400 euro. Ma ora si potrà barattare il pagamento delle imposte con lavori socialmente utili; consoliamoci così.
Quanto ci costeranno poi, i prossimi clandestini in arrivo? Si fa presto a calcolarlo. Mentre c'è chi si sforza ancora, con grande ipocrisia, di sostenere la teoria secondo la quale il mantenimento di queste persone spetterebbe all'Europa, ricordiamo che l'Europa stessa è sostenuta dalla contribuzione dei cittadini italiani, e dunque anche maranesi. Saranno dunque proprio i cittadini maranesi, attraverso il versamento dei loro contributi allo Stato, a sostenere il soggiorno di questi 20 immigrati in arrivo nel territorio comunale.
Ogni profugo incide per circa 35 euro al giorno, quindi 1.050 euro al mese, per totali 12.600 euro all'anno. Le 20 persone volute dall'Amministrazione comunale peseranno dunque, di fatto, sulla collettività per oltre 250.000 euro l'anno. La stessa cifra che il Comune di Marano prevede di incassare grazie all'aumento delle imposte recentemente deliberato. Saranno soltanto coincidenze?
Intanto dal vocabolario della sinistra maranese (o di quel poco che rimane di essa) è scomparso il termine "solidarietà". Parola un tempo molto amata e inserita a piacimento, anche quando non se ne trovava il motivo, in molti pamphlet o discussioni politiche. Questo è il segno evidente di come vanno le cose, del cambiamento dei tempi: l'accoglienza tanto sbandierata è spesso solo il frutto dell'interesse economico delle cooperative, in molti casi nate appositamente per sfruttare l'appetitoso "affare dei 35 euro al giorno", o di qualche privato che negli immigrati che lo Stato non è in grado di gestire ha trovato la soluzione ai propri problemi debitori.
Sezione Lega Nord-Liga Veneta di Marano Vicentino
Articolo pubblicato da VicenzaPiù 17.10.2015

venerdì 16 ottobre 2015

16 ottobre 2015. TUTTI AD ARSIERO CON ERMES MATTIELLI!

La Lega Nord della Provincia di Vicenza organizza una fiaccolata ad Arsiero venerdì 16 ottobre alle 20.45 con partenza da piazza Rossi (davanti al Municipio). Una presa di posizione chiara in merito alla vicenda dell’artigiano sessantaduenne di Arsiero, che nel 2006 aveva sparato a due nomadi intenti a rubare dal suo deposito è stato condannato a seguito di un lungo processo, iniziato con la sua dichiarazione che avrebbe sparato nuovamente perché da venti anni si trovava vittima di furti. L’artigiano dovrà ora scontare una pena di 5 anni e 4 mesi per duplice tentato omicidio, nonché risarcire le vittime di 135 mila euro.
Il motto della fiaccolata è: “A sostegno di Ermes Mattielli e contro le ingiustizie dello Stato Italiano”.
Come aveva dichiarato qualche giorno fa Antonio Mondardo, segretario provinciale del Carroccio, all’indomani della sentenza, quella di Ermes è “una situazione assurda, una vergogna per lo Stato italiano. Un episodio che deve svegliare la coscienza civile dei Vicentini e di tutti gli italiani”.
La sua vicenda dimostra come in Italia ormai convenga delinquere e come i cittadini per bene debbano tollerare e non reagire o difendersi in alcum modo di fronte ai continui soprusi di bande di delinquenti che ormai controllano il territorio.  “Chi lavora dignitosamente –continua Mondardo- e si vede togliere tutto  è una doppia vittima come Ermes. Vittima dei nomadi che da anni rubavano nel suo deposito e dello Stato italiano che l’ha condannato. “Vogliamo alzare la voce, stargli vicino, aiutarlo, fare quello che non fa lo Stato Italiano e che non fanno i pericolosi buonisti del Governo e del PD, con i loro alleati dell’ultim’ora, complici di queste ingiustizie e con il loro silenzio agghiacciante sono sempre più lontani dai cittadini, da chi lavora, impegnati a difendere presunti profughi e nomadi che non intendono integrarsi, lasciando sulla strada la nostra gente”
Antonio Mondardo, segretario provinciale Lega Nord Vicenza

giovedì 15 ottobre 2015

Vicenza. L’accoglienza dei profughi costerà 13 milioni

VICENZA. Poco meno di 13 milioni di euro. È questa, ad oggi, la cifra che si prospetta come necessaria per il sostentamento dei richiedenti asilo ospitati nelle strutture del Vicentino. Lo si deduce dalle norme contenute nel nuovo decreto legislativo in materia, entrato in vigore lo scorso 30 settembre, il quale mette ordine nella legislazione che regolamenta l’accoglienza dei profughi. Il regolamento legato alla normativa non è ancora stato pubblicato, ma gli addetti ai lavori spiegano che, informalmente, la via è già tracciata. La novità più interessante riguarda le procedure di richiesta di protezione internazionale, soprattutto nel caso in cui queste vengano respinte. Di norma, infatti, ai pronunciamenti negativi dell’apposita commissione di Verona, fa seguito il ricorso da parte del richiedente, operazione che permette a quest’ultimo di ottenere automaticamente un permesso di soggiorno. Secondo i dati della prefettura di Vicenza, ad oggi è accaduto in 72 casi su 73, nel territorio berico. (...)
Matteo Carollo (GdV 15.10.2015)

«Tanko eversivo». Verso il processo per 50 Serenissimi

Il tanko fu terrorismo. La procura di Brescia ne è convinta. Ieri, il pubblico ministero Leonardo Lesti ha chiuso le indagini a carico del gruppo di venetisti la cui vicenda giudiziaria, un anno e mezzo fa, suscitò un vespaio di polemiche dopo i 24 arresti compiuti dai carabinieri del Ros. La procura lombarda ha informato di aver concluso gli accertamenti preliminari a 50 persone, in gran parte residenti in Veneto, legate a diversi movimenti separatisti o secessionisti. Fra di loro anche due vicentini, Massimo Canevarolo, 62 anni, di Vicenza, che si definiva su Facebook “portavoce del Fronte San Marco”, e Gabriela Marco Perucca Orfei, 45, di Montegaldella, già promotore del Coordinamento 9 dicembre (quello dei Forconi) e leader della Life. Non compare, nell’elenco, il nome dell’operaio di Trissino Davide Giaretta, 31 anni, la cui posizione è stata stralciata e potrebbe essere archiviata. Ci sono, invece, il leader Luigi Faccia, l’ideologo Franco Rocchetta, la pasionaria Patrizia Badii, il leader dei Forconi Lucio Chiavegato. (...)
Diego Neri (GdV 15.10.2015)

Bitonci contro i libri gender: Zanonato lo vuol denunciare

Il sindaco di Padova nega una sala comunale per una lettura a tema gender e il suo predecessore lo accusa: "È abuso di potere"
Il gender non passerà. Parola del sindaco di Padova, l'arcileghista Massimo Bitonci, che nei giorni scorsi ha deciso di negare l'utilizzo di una sala comunale per una lettura pubblica di libri a tema gender, organizzata da una libreria della città euganea.
"La settimana scorsa il consiglio comunale - ha spiegato Bitonci - ha approvato una mozione ben precisa che impegna il sottoscritto e la giunta a non promuovere la cosiddetta teoria gender. Non capisco il motivo per cui queste persone insistono, si cerchino uno spazio privato."
La decisione del primo cittadino, però, proprio non è andata giù al suo predecessore Flavio Zanonato, del Pd. Che oggi, come riporta il Corriere del Veneto, ha annunciato la propria intenzione di denunciare Bitonci, accusandolo di abuso di potere.
"Questo comportamento criminoso – scandisce l’esponente democratico – contrasta in modo clamoroso con l’articolo 21 della nostra Costituzione, secondo cui tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero."
Bitonci, per ora, non ha risposto. Ma c'è da giurare che non resterà in silenzio, non è il tipo.
di Ivan Francese (Giornale)