VICENZA. Il
freddo, le cattive condizioni in cui sono costretti a vivere, i documenti che
tardono ad arrivare, ma anche il cibo: «Basta pasta, vogliamo cibo
africano».
Nel pomeriggio in città è andata in
scena un'altra protesta da parte di un gruppo di profughi, ospitati all'hotel
Tina di Cesuna. Sono scesi dall'Altopiano in 26 e hanno raggiunto gli uffici
della Prefettura per far sentire la loro voce. «A Cesuna fa freddo»,
«Trasferiteci, lì è come un prigione», e ancora «Siamo stanchi di mangiare
pasta, dateci cibo africano». Negli uffici di contrà delle Gazzolle si sono
vissuti attimi concitati prima del summit con il vice prefetto Marchesiello.
I giovani migranti, che lamentano anche
i lunghi tempi di attesa per avere i documenti, sono stati quindi convinti a
tornare in Altopiano, là dove ieri sera si era recato Maurizio Cuppone che ha
raccontato così la sua esperienza. «Sono stato da loro ieri sera verso la
mezzanotte e mi sono intrattenuto fino all'una circa. A quell'ora erano circa
una trentina, seduti attorno a due fuochi improvvisati sul lato della strada.
Lamentano assenza di acqua calda e riscaldamento all'interno dell'edificio,
l'hotel Tina. Uno di loro ha una gamba seriamente malata». Cuppone, che ha
girato anche un video, spiega che «i ragazzi chiedono un incontro con la
responsabile della coop che puntualmente ha una scusa per non
presenziare».
GdV 22.10.2015
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