I comunisti italiani hanno abbandonato la grigia barba di Marx per quella ben più scura
(e inquietante) del Califfo Abu Bakr al
Baghdadi.
Basta
infatti andare sul sito del Partito marxista-leninista italiano per leggere un
comunicato alquanto inquietante: "Lo Stato islamico non vuole che l’imperialismo sia il padrone
dell’Iraq, della Siria, del Medioriente, dell’Africa del Nord e centrale,
dell’Afghanistan e dello Yemen. Nemmeno noi lo vogliamo, quindi non possiamo
non appoggiarlo". Come dire: l'importante è
combattere il capitalismo, alleandoci anche con il diavolo, se necessario.
E, sempre nel comunicato dei marxisti-leninisti, si legge: "Tra noi e lo Stato islamico esiste un abisso incolmabile sui piani
ideologico, culturale, tattico e strategico, e non condividiamo tutti i suoi
metodi di lotta, atti e obiettivi. Ma un punto fondamentale ci accomuna, quello
della lotta senza quartiere all’imperialismo. È un punto che supera al momento
ogni e qualsiasi altra divergenza, ed è il perno della nostra alleanza antimperialista
di fatto". Le decapitazioni e la persecuzione dei cristiani? Quisquilie. Ciò
che conta è la lotta all'imperialismo occidentale. Anche al fianco dei
tagliagole.
Matteo Carnieletto (Giornale)
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