Si chiama Sofiane Mezzerreg l’imam
algerino di 36 anni, espulso dalla polizia in esecuzione di un provvedimento
dal Ministero dell’interno per motivi di ordine pubblico. Le generalità
dell’uomo sono state rese note in una conferenza stampa dalla Questura a
Vicenza. L’uomo, sposato e padre di tre figli, era organizzatore e relatore di
vari incontri religiosi e culturali. La sede della sua attività era il centro
islamico culturale «Guida Retta» di Schio, dove operava da molti anni.
Durante le indagini, svolte in collaborazione dalla Polizia su indicazione del Ministero degli Interni, è emerso che l’algerino manteneva strette relazioni con esponenti del mondo islamico di orientamento «marcatamente radicale», soggetti – è stato spiegato – dediti «alla promozione di principi originari dell’Islam ed alla diffusione dell’ideologia salafita».
Incontri anche diretti che l’algerino avrebbe avuto soprattutto fuori dei confini del Veneto e anche all’estero, in particolare in Francia. Anche questi aspetti hanno portato alla decisione del Ministero di espellerlo dall’Italia. Durante la conferenza stampa di oggi è stato spiegato che ieri, al suo arrivo al porto di Civitavecchia (Roma), da dove poi è stato reimbarcato per Tunisi, con lui c’erano anche la moglie e i tre figli, al ritorno da un periodo di vacanza. La donna, pur potendo restare in Italia con i bambini in quanto non colpita dal provvedimento, ha preferito tornare in patria con il marito, perché in Algeria abitano i genitori e i fratelli dell’uomo. (ANSA).
Zaia:’Speriamo sia eccezione’
“Chi predica e pratica l’intolleranza o la violenza, in Veneto non trova posto; chi cerca e chiede una reale integrazione, basata sulla reciprocità, la trova da anni e continuerà a trovarla, come dimostrano il 517.000 stranieri residenti e perfettamente integrati. La cacciata di questo Imam irrispettoso e prepotente era un atto doveroso che condivido in pieno”.
Con queste parole il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia commenta l’espulsione, in esecuzione di un provvedimento del Ministero dell’Interno per motivi di ordine pubblico, di un Imam algerino di 36 anni, residente a Vicenza, resosi protagonista di comportamenti che sono stati ritenuti incompatibili con la sua permanenza in Veneto e in Italia.
“Gli atteggiamenti tenuti da questa persona, e da tutti quelli che come lui praticano l’ostilità e predicano lo scontro – aggiunge Zaia – sono il problema numero uno da risolvere se si vuole andare verso forme di integrazione reale, oltre i fiumi di parole che su questo argomento scorrono pressochè quotidianamente da parte di chi, inspiegabilmente, si ostina a negare l’imperativo della reciprocità”.
“Sono stato – ricorda Zaia – il primo Presidente della Regione ad aver voluto fortemente incontrare gli Imam del Veneto e fare con loro un ragionamento equilibrato di convivenza e rispetto reciproco e a concordare ad esempio, in questo senso, sull’opportunità che le prediche venissero tenute in Italiano. Ho trovato ascolto e raziocinio. Mi auguro che la brutta storia di Vicenza sia e rimanga l’eccezione che conferma la regola”.
Altovicentinonline (01.10.2015)
Durante le indagini, svolte in collaborazione dalla Polizia su indicazione del Ministero degli Interni, è emerso che l’algerino manteneva strette relazioni con esponenti del mondo islamico di orientamento «marcatamente radicale», soggetti – è stato spiegato – dediti «alla promozione di principi originari dell’Islam ed alla diffusione dell’ideologia salafita».
Incontri anche diretti che l’algerino avrebbe avuto soprattutto fuori dei confini del Veneto e anche all’estero, in particolare in Francia. Anche questi aspetti hanno portato alla decisione del Ministero di espellerlo dall’Italia. Durante la conferenza stampa di oggi è stato spiegato che ieri, al suo arrivo al porto di Civitavecchia (Roma), da dove poi è stato reimbarcato per Tunisi, con lui c’erano anche la moglie e i tre figli, al ritorno da un periodo di vacanza. La donna, pur potendo restare in Italia con i bambini in quanto non colpita dal provvedimento, ha preferito tornare in patria con il marito, perché in Algeria abitano i genitori e i fratelli dell’uomo. (ANSA).
Zaia:’Speriamo sia eccezione’
“Chi predica e pratica l’intolleranza o la violenza, in Veneto non trova posto; chi cerca e chiede una reale integrazione, basata sulla reciprocità, la trova da anni e continuerà a trovarla, come dimostrano il 517.000 stranieri residenti e perfettamente integrati. La cacciata di questo Imam irrispettoso e prepotente era un atto doveroso che condivido in pieno”.
Con queste parole il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia commenta l’espulsione, in esecuzione di un provvedimento del Ministero dell’Interno per motivi di ordine pubblico, di un Imam algerino di 36 anni, residente a Vicenza, resosi protagonista di comportamenti che sono stati ritenuti incompatibili con la sua permanenza in Veneto e in Italia.
“Gli atteggiamenti tenuti da questa persona, e da tutti quelli che come lui praticano l’ostilità e predicano lo scontro – aggiunge Zaia – sono il problema numero uno da risolvere se si vuole andare verso forme di integrazione reale, oltre i fiumi di parole che su questo argomento scorrono pressochè quotidianamente da parte di chi, inspiegabilmente, si ostina a negare l’imperativo della reciprocità”.
“Sono stato – ricorda Zaia – il primo Presidente della Regione ad aver voluto fortemente incontrare gli Imam del Veneto e fare con loro un ragionamento equilibrato di convivenza e rispetto reciproco e a concordare ad esempio, in questo senso, sull’opportunità che le prediche venissero tenute in Italiano. Ho trovato ascolto e raziocinio. Mi auguro che la brutta storia di Vicenza sia e rimanga l’eccezione che conferma la regola”.
Altovicentinonline (01.10.2015)
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