Secondo
una ricerca di Euromedia il 74% degli elettori democratici e di Sel non
condanna le tessere false: nei partiti può accadere e i media esagerano.
La
Tesseropoli del Pd? Cose che capitano in un grande partito, roba a cui non dare
troppa importanza. Peccato che a pensarla così siano gli stessi elettori del
primo partito del centrosinistra, i soli a minimizzare il fatto che gli
iscritti del Pd siano cresciuti in modo anomalo, che in alcune province folle
di albanesi e senegalesi abbiano scoperto un'improvvisa voglia di
partecipazione politica.
Uno
scandalo, o almeno una pessima figura, che ha costretto i vertici del Pd a
sospendere il tesseramento e che getta un'ombra lunga su un partito che
conferma il suo grande talento nel non azzeccarne una: dapprima ha impallinato
con il fuoco amico il candidato premier Pier Luigi Bersani, poi è riuscito a
perdere le elezioni di febbraio pur essendo arrivato primo, ora deve vedersela
con un calo nei sondaggi e con il probabile flop delle primarie del prossimo 8
dicembre.
Intanto, il sondaggio compiuto nei giorni scorsi da Euromedia Research per la
trasmissione di Raidue Virus. Il contagio delle idee di Nicola Porro racconta
un'Italia divisa in due. Da un lato c'è il popolo democratico che non trova
nulla di scandaloso nel tesseramento allegro che potrebbe rendere una farsa le
primarie del prossimo 8 dicembre; e dall'altro ci sono gli elettori degli altri
partiti che invece trovano questa vicenda assai squallida. Richiesti di dare un
parere sul caos iscrizioni al Pd, il 45,7 per cento degli italiani definiscono
la vicenda «il solito autogoal del Pd», in grado di «delegittimare il vincitore
delle primarie»; il 21,0 per cento trova tutto normale, un piccolo incidente di
percorso inevitabile nell'organizzazione di un evento come le primarie di un
grande partito; il 16,0 pensa poi che si tratti di un'esagerazione dei mass
media, magari orchestrata; infine il 17,3 non esprime un parere.
I risultati però cambiano molto stratificando il campione per orientamento
politico. Gli elettori del Pd (e di Sel) sono gli unici a non esprimersi a
maggioranza per la condanna del pasticcio: il 41,8 per cento degli elettori di
centrosinistra pensa che siano cose che succedono, il 32,0 dà la colpa ai mass
media e solo il 24,2 per cento di essi guarda con preoccupazione alla vicenda.
Peraltro gli elettori del centrosinistra sembrano avere anche le idee più
chiare degli altri: solo il 2,0 per cento di essi non si è fatto un'idea sulla
vicenda.
Gli elettori del centrodestra sono invece quelli più severi con il Nazareno: il
72,4 per cento di essi accusa il Pd, mentre solo il 3,5 giustifica il pasticcio
e il 2,8 ipotizza un solo mediatico. Tra i grillini la percentuale dei
colpevolisti scende ma resta elevata: il 60,2 per cento, mentre il 12,3 è
composto da «giustificazionisti» e il 5,1 di «esagerazionisti». Anche tra i
leghisti c'è poca comprensione per i travagli interni dei democratici: il 58,5
per cento vede il Pd infangato dalla Tesseropoli, mentre il 12,5 è incline alla
comprensione e l'8,5 sospetta un complotto mediatico. Tra gli elettori di
Scelta Civica scendono i critici (46,5) e salgono i fatalisti (21,5) e i
complottisti (14,2). Quanto agli indecisi, rispecchiano più o meno le risposte
del campione totale: il 40,9 crocifigge il Pd, il 19,1 minimizza, il 17,1 parla
di fango mediatico e il 22,9 si manifesta indeciso una volta di più. Alla fine
sono gli elettori della lista Ingroia i meno severi con il Pd: il 39,0 per
cento parla di autogol dell'ex Pci, il 33,5 di qualche stortura fisiologica e
il 22,0 di un attacco della stampa. Ma in questo caso la vera notizia è che gli
evidentemente bravissimi ricercatori di Euromedia Research siano riusciti a
trovare qualcuno che lo scorso febbraio ha votato per Rivoluzione civile e non
ha alcuna difficoltà ad ammetterlo.
di Andrea Cuomo (Giornale)
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