Nel 2014 sono sbarcati oltre 200mila extracomunitari
sulle coste siciliane. Tra questi ci sarebbero anche miliziani islamici
provenienti dalla Siria e dalla Libia e fedeli al Califfo.
Tutto
l'Occidente ha ancora davanti agli occhi, nitide e violente, le tragiche
immagini del blitz di Sydney.
Gli ostaggi
trattenuti per ore, i morti in Allah e la bandiera nera dell'islam.
L'Australia non è poi così lontana. È dietro l'angolo. L'Australia è
l'Occidente. Tanto che non dovrebbe stupirci se la stessa barbarie andasse in
scena in una delle capitali europee, in una delle città italiane. È tutt'altro
che peregrino il rischio di infiltrazioni terroristiche tra gli
immigrati sbarcati in Sicilia e provenienti dall’Africa. Su questo sta,
infatti, indagando la procura di Palermo anche in seguito alle "informazioni
confermate da fonti privilegiate".
Poco meno di
200mila sono stati gli immigrati approdati sulle coste siciliane
nell'arco del 2014. Tra questi ci potrebbero essere anche possibili terroristi
provenienti dalla Siria e dalla Libia. Gli inquirenti non escludono che alcuni
di questi possano essere affiliati all'Isis. Alcuni potrebbero trovarsi
ancora sul territorio italiano mentre altri potrebbero aver raggiunto altre
destinazioni europee. In seguito al drammatico arrivo di extracomunitari a
Lampedusa del 3 ottobre 2013 concluso con la morte di diverse centinaia di
persone, il sostituto Calogero Ferrara ha avviato un'indagine per far luce
sulle possibili infiltrazioni. Ci lavora tutto il gruppo "terrorismo"
della procura palermitana assieme ai sostituti Barbiera e Ravaglioli,
coordinato dal procuratore capo facente funzioni, Leonardo Agueci.
Delle
possibili infiltrazioni dello Stato islamico in Italia si è parlato anche oggi
nel corso di un incontro in procura con i vertici delle forze dell’ordine e
della capitanerie di Porto del distretto coinvolte nell’emergenza sbarchi
in Sicilia. Il vertice è servito per mettere a punto e migliorare le procedure
e conciliare le esigenze degli attori che operano nei salvataggi con quelle
investigative e per "aggiornare" il protocollo che risale al
2010. Erano presenti anche i magistrati del pool "emigrazione"
composto dai sostituti Agnello, Camilleri, Picchi, Sinatra, Ferrara coordinato
dall’aggiunto Maurizio Scalia.
di Sergio Rame (Giornale)
Nessun commento:
Posta un commento