Lo scorso anno oltre 7 mila vicentini hanno disdetto
l'abbonamento.
VICENZA. Rinvii e dietrofront a parte,
l'attenzione sulla riforma del canone Rai resta alta, tra chi si augura
l'azzeramento dell'odiato balzello e chi, tra le 60 mila famiglie vicentine che
negli ultimi 30 anni hanno presentato regolare disdetta, sarebbe pure disposto
a pagarlo volentieri se alla riscossione corrispondesse un ripensamento del
servizio pubblico. Cioè una tv di qualità. Intanto da venerdì il tema è tornato
in primo piano anche tra le rivendicazioni dei forconi, nei presidi nel Veneto.
Un rapido riassunto per chi ha perso le puntate precedenti: alcune settimane fa
era circolata l'ipotesi che l'imposta venisse riformulata con un emendamento
alla legge di Stabilità e abbinata al pagamento della corrente elettrica. Dagli
attuali 113,50 euro, il canone a partire da gennaio sarebbe sceso a 60-65 euro.
Incatenato alla bolletta elettrica, non avrebbe dato scampo agli evasori che
attualmente causano mancate riscossioni per 600 milioni di euro. (...) GdV 08.12.2014.
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