Oltre a rivelare
gli incroci tra politica e malavita nel cuore della Capitale, il romanzo
criminale scritto dai pm di Roma racconta l’esistenza di un mercato attorno
all’assistenza di immigrati, profughi e rom. Non che il commercio fosse
totalmente ignoto: Libero all’argomento ha dedicato numerosi articoli,
descrivendo i costi dell’immorale commercio che fiorisce attorno alla parola
accoglienza. Ma fino a ieri appunto eravamo in pochi a parlarne, mentre altrove
si preferiva ignorare le speculazioni sugli aiuti offerti a chi sbarca in
Italia. Ora però le parole intercettate dagli inquirenti non lasciano spazio a
dubbi: «Sai quanto ci guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende
meno», diceva il boss della cooperativa incaricata di aiutare nomadi e
extracomunitari. Ovvio, ospitare centinaia di disperati in capannoni, campi
allestiti in periferia e vecchi edifici rimessi in sesto per l’occasione è un
affare d’oro dato che paga lo Stato. E lo Stato paga senza fiatare e senza
andare troppo per il sottile. Trentacinque euro al mese netti, cioè senza Iva,
per ogni profugo. Se poi l’ospite è minorenne si arriva a 45. Considerando che
un pasto in mensa costa 4 euro e tra acquisti di prodotti per l’igiene
personale e il lavaggio delle lenzuola, cui si sommano i costi fissi di acqua,
luce e riscaldamento, si può arrivare a una ventina, di denaro ne avanza e
anche tanto. Il nostro Matteo Pandini, aiutato da esperti del settore, ha fatto
un calcolo medio di 300 euro al mese di guadagno netto, che se moltiplicato per
gli stranieri arrivati quest’anno in Italia (140mila fino a ottobre) dà la
bella cifra di ameno 500 milioni di euro solo nel 2014, una torta che fa gola a
molti, soprattutto nel giro della malavita.
da Libero Quotidiano
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