“Adesso è
emergenza grave, tra poco diventerà vera e propria invasione, scientemente
disorganizzata da uno Stato, debole, confusionario e assolutamente incapace di
farsi valere in un’Europa burosaura e priva del benché minimo senso della
solidarietà”.
Con queste
parole il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia torna ad intervenire
con durezza sul continuo afflusso di profughi provenienti dall’operazione Mare
Nostrum/Triton.
“In una botta
sola – dice Zaia snocciolando dati – al Veneto ne sono stati assegnati altri
913, il che porta il numero totale dei trasferimenti effettuati da inizio 2014
a circa 7.000. 1.753 sono quelli oggi presenti nelle strutture temporanee e a
questi si aggiungeranno i nuovi in arrivo. E’ come se d’autorità avessero
costituito in Veneto, quel Veneto che già ospita oltre 500 mila immigrati
regolari (il 40% dei quali disoccupato), un nuovo comune di medie dimensioni
composto solo da stranieri che arrivano, si fermano, ripartono, scompaiono nel
nulla, senza alcun controllo. E non è finita – incalza Zaia – perché la quota
totale assegnata al Veneto è di 3.742 pressochè in pianta stabile. Tolti i 1753
già presenti, vuol dire che dobbiamo aspettarci ancora più o meno 2.000
persone, oltre a quelle che soggiornano in Veneto prima di sparire verso altri
lidi misteriosi. Il tutto a conferma che c’è un preciso disegno a tavolino per
mettere in croce il Veneto e i veneti”.
“I nostri
Sindaci sono eroi ma non sanno più cosa fare – aggiunge Zaia – ed io sostengo
senza remore i loro no che diventano sempre più frequenti; gli organismi
statali territoriali a stento si trattengono dal manifestare preoccupazioni e
difficoltà, che ogni tanto fanno trapelare sui media: invece farebbero bene a
dichiarare forte e chiaro ai loro referenti romani; la gente non capisce cosa,
come e perché, e quando la gente non riesce a capire, l’allarme sociale è cosa
fatta. Gli Italiani e i veneti, già in ginocchio per la crisi, non meritano di
essere trattati così”.
“Abbiamo
ragionato con coscienza, discusso, proposto soluzioni come quella, inascoltata
e inattuata, di un’equa distribuzione del problema tra tutti i Paesi europei.
Adesso il veneto, i Veneti e i loro amministratori locali e regionali sono stanchi.
Non ci stiamo più – conclude Zaia – e a questo punto non ci sentiamo nemmeno di
escludere decisioni clamorose, pur nell’alveo della legalità”.
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