Maisha
vuole fare moda, Giulia invece canta e duetta con Giorgia. Almeno per loro il
ministro dei giovani ha fatto qualcosa.
Non è vero
che il ministro Kyenge non fa nulla per i giovani. L’altra sera, per esempio,
ha mandato due ragazze, una di 18 anni e una di 20, in televisione e ha dato
loro l’opportunità di farsi conoscere. Una delle due ragazze, quella
diciottenne, è un’aspirante cantante e ha avuto modo di ricevere i
consigli di una grande stella della musica italiana come Giorgia. Per un attimo
ha anche duettato con lei, mostrando all’intera Italia le sue doti canore. Un
po’ scarsine per la verità, ma c’è sempre tempo per rifarsi. E poi i sogni
vanno coltivati. I giovani vanno aiutati, vero cara Kyenge? Ah, dimenticavo: le
due ragazze sono le figlie del ministro.
Giulia e
Maisha, 18 e 20 anni, infatti, sono state ospiti alle Invasioni
Barbariche. La conduttrice, Daria Bignardi, ha pronunciato quasi con imbarazzo
il loro vero cognome, Crispino, ma poi le ha sempre chiamate Kyenge. Anche nel
sottopancia figuravano come Giulia Kyenge e Maisha Kyenge (che la legge sul
cognome della mamma sia già entrata in vigore a nostra insaputa? O si applica
solo alle figlie dei ministri?). La prima parte dell’intervista è stata
piuttosto rapida, dalle 21.42 alle 21.57 con pubblicità in mezzo. Le due
ragazze hanno ripetuto qualche banalità sul fatto che nel mondo «c’è sempre un
positivo e un negativo», che gli atteggiamenti della gente «dipendono dagli
ambienti» e che loro «appartengono alla generazione che deve ricostruire questo
Paese». Applauso. Un elogio per la mamma che è «calma» (in effetti, si vede,
forse fin troppo: sembra che dorma), un’accusa generica ai controllori degli
autobus di Modena bollati come razzisti e poi il rifiuto di stringere la mano a
Matteo Salvini, segretario Lega Nord, che le aveva precedute al tavolo. «La
mamma non vuole», hanno dichiarato.
Ecco:
appunto. La mamma non vuole che stringano la mano a Salvini, però ci tiene
assai che abbiano le giuste opportunità. Come tutti gli altri, magari anche un
po’ più di tutti gli altri. Per i giovani italiani, infatti, non si può dire
che finora il ministro abbia fatto molto, visto che la disoccupazione degli
under 30 ha toccato livelli mai visti prima. Per le sue figlie, invece, come
ogni genitore, è disposta a far di tutto. E, così, sia Maisha che Giulia hanno
avuto la possibilità di raccontare in prima serata i loro sogni, sentenziando
con un po’ di spudoratezza che «oggi bisogna fare ciò che ci piace». Certo,
come no? Bisogna fare ciò che piace: se si è figli di ministri forse si
può.
Ma tant’è:
quello, per il momento, non è il loro problema. Maisha racconta, infatti, che
studia scienza del costume e moda. Giulia invece rivela: voglio fare la
cantante. La sua carriera è già avviata, dalla corale lirica al pop-jazz. Anche
il modello è stato scelto: Beyoncé. Di colore come la cantante americana,
bionda finta come la cantante americana, Giulia ha cominciato la sua
trasformazione. Adesso restano solo da adeguare le corde vocali. Infatti alle
23.39, quando è stata richiamata in studio dalla Bignardi, con la sorella, per
esibirsi con Giorgia, non è sembrata molto in forma. Hanno intonato:
«Quando una stella muore, che brucia ma non vuole, l’universo se ne accorgerà»,
ma il coro del pullman in gita scolastica avrebbe fatto migliore impressione.
«Sei giovane, hai tutto il tempo», ha provato a consolarla la star italiana.
«Canti con dolcezza», ha aggiunto, cercando disperatamente di trovare qualcosa
di positivo nel flebile sussurro uscito dalla bocca dell’aspirante Beyoncé. E
la Bignardi impietosa: «Giudizio troppo buono…».
Ora il Paese
s’interroga: ce la farà Giulia a diventare una cantante? Ce la farà a diventare
una star? Noi glielo auguriamo, ovviamente. Con tutto il cuore. Così come
auguriamo a sua sorella Maisha di avere successo nel campo della moda. Certo,
fa un po’ effetto che le due figlie del ministro all’Integrazione,
rappresentante della sinistra più impegnata e perbenista, abbiano sogni così
lustrini e paillettes. Ma come? Non erano quelli che si scandalizzavano dei
ragazzi in coda per un posto ad Amici? Non erano quelli che demonizzavano i
sogni accesi dai talent musicali? Non erano quelli che mettevano in guardia dal
facile successo davanti alla telecamera? Non erano quelli che accusavano la
cultura berlusconiana di aver creato l’effetto veline-Grande Fratello, la
voglia di apparire a tutti i costi, di mettersi in mostra e esibirsi in Tv? E
adesso mandano i loro figli davanti alle telecamere? Per dire che vogliono fare
le cantanti? E per duettare con la star?
Noi auguriamo il successo a Giulia, ma ci
permettiamo di chiedere un po’ di coerenza, al ministro Kyenge: se proprio ci
tiene al successo musicale di sua figlia, faccia pure. La mandi a Porta a Porta
a duettare con Al Bano, ad Amici a gareggiare con Moreno, la mandi nel salotto di
Fabio Fazio che fa sempre e comunque chic. La mandi dove vuole e come vuole, le
organizzi il Kyenge-Tv-Tour, mettendola in guardia dall’unico pericolo:
l’incontro con un leghista. Anzi, di più: la mandi direttamente a Sanremo, se
l’orchestra la sostiene un po’ magari ce la fa, e tutt’al più, non importa, noi
al massimo ci tappiamo le orecchie e sopportiamo. Il ministro delle politiche
giovanili deve fare tutto quello che crede, da cuor di mamma, per la sua
fanciulla che sogna di diventare Beyoncé. Ma poi, la supplichiamo, faccia
qualcosa anche per gli altri ragazzi che hanno la sfortuna di non essere figli
suoi. Perché, lo sa?, altrimenti verrà anche a loro una gran voglia di cantare
una canzone. Che fa più o meno così: te ne vai o no, te ne vai sì o no?
di Mario Giordano