Il primo
cittadino di Miane invia una lettera al ministro dell’integrazione sul tema
immigrazione.
“Mi hanno
accusata di razzismo. Ma io non sono affatto razzista. Da insegnante, sono più
che mai sensibile ai temi del rispetto, dell’educazione, dell’integrazione.
Però a un certo punto bisogna far sentire la propria voce. Non ci continui a
chiedere di togliere servizi ai nostri concittadini, in primis anziani, per
darli a persone certamente bisognose di aiuto, ma che non possono venire sempre
prima di noi. Non dico dopo, ma almeno non prima. Non possiamo privare i nostri
anziani di aiuti per darli agli extracomunitari. Non è eticamente giusto”.
D’altronde
troppo spesso di fronte alla situazione di minori, quasi esclusivamente
extracomunitari, a carico del bilancio comunale, il Sindaco di Miane ha dovuto
togliere ai suoi concittadini italiani, per non parlare poi dell’incongruenza
di provvedimenti presi a Roma.
“Lasciare le
frontiere aperte con gli sbarchi triplicati in pochi mesi o proporre lo ius
soli, mette in gravissima difficoltà noi Sindaci, che stiamo contemporaneamente
subendo tagli paralizzanti ai nostri bilanci. Da un lato lo Stato impone nuove
incombenze per far fronte al problema migratorio, e dall’altro ci toglie
risorse”.
Questo è lo
stato attuale dell’Italia. Prima vengono gli stranieri, poi se c’è tempo gli
italiani, ma molto dopo!
di Giorgio Cafaro (Radar)
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