Nella vicenda relativa al "passaggio" di
Laura Boldrini sul volo di Stato per i funerali di Mandela, la presidente della
Camera è vittima soltanto di se stessa.
Nelle
infinite quanto futili polemiche sulla vicenda relativa al «passaggio» di Laura
Boldrini sul volo di Stato per Johannesburg per i funerali di Nelson Mandela,
la presidente della Camera è vittima soltanto di se stessa. La Boldrini
rivendica il suo diritto a rappresentare la Camera ai funerali di Stato. Ma per
rappresentare occorre portare un saluto, dare una testimonianza. Boldrini è
stata una semplice comparsa. Il passaggio «scroccato» dal fidanzato della
Boldrini? «Discutibile» come un'accompagnatrice di Berlusconi.
Fatto sta
che questo genere di polemiche non erano mai nate per i precedenti presidenti
della Camera, autorevoli e rappresentativi. La ragione è evidente: non si erano
mai messi nella condizione di fare autocritica rispetto alla «Casta» cui
appartenevano. Lo dice la Boldrini stessa, imprudentemente: «Interesserà sapere
che, in 9 mesi di mandato, l'aereo di Stato l'ho preso in una sola altra
occasione: il 4 novembre, per volare a Bari a rappresentare il presidente della
Repubblica in una manifestazione per la Festa delle Forze Armate. Continuo a
pensarla come la pensavo quando ero soltanto una privata cittadina. Anche i
vertici istituzionali devono spostarsi come i comuni mortali. Dunque aerei di
linea, se si può low cost, e treni».
Ecco il
punto dolente. La confessione. Il grillismo di ritorno. Nilde Iotti, e
Napolitano, Violante, la Pivetti, Casini, non si erano mai trovati nella
incresciosa condizione della Boldrini, semplicemente perché non avevano fatto
due parti in commedia. Non erano saliti sull'aereo di un altro prendendo un
«passaggio». Non è un problema di economia, ma di rappresentanza. Il presidente
della Camera non prende «passaggi» ma va in visita ufficiale. E perché non deve
porsi il problema dei voli di linea low cost? Perché la terza carica dello
Stato ha problemi di sicurezza e di organizzazione. Non viaggia a titolo
personale. Ma è soprattutto un problema di decoro, di status. Le rinunce
motivate da spirito moralistico portano come conseguenza ciò che è accaduto
alla Boldrini. Che è stata criticata perché, andando con il presidente del
Consiglio, ha rappresentato soltanto se stessa.
di Vittorio
Sgarbi
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