«La prossima volta che toccheranno un
leghista, mille, 2mila, 10.000 persone si mobiliteranno, pacifiche ma non
tanto». Così Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord, al comizio
che ha chiuso il corteo a Torino contro la sentenza del Tar che ha annullato il
voto in Piemonte. «Qualcuno dovrà avere paura, ma la paura fa bene», è la
minaccia lanciata da Salvini. I militanti leghisti si sono radunati davanti
alla sede del Consiglio regionale. Il corteo è aperto dallo striscione con le
scritte. «Giù le mani dal Piemonte» e, sotto, #iostoconCota e #golpePiemonte.
Vertice il 25 gennaio, a Milano, della Lega Nord. «Si troveranno i governatori,
gli assessori ed i consiglieri di tutte le regioni del nord», ha annunciato
Salvini. «Quando ci fanno incazzare - ha detto - noi cominciamo a correre più
forte».
La sentenza del Tar che ha annullato il voto del 2010 è un «attacco alla
democrazia», sostiene uno dei due striscioni che apre la fiaccolata organizzata
dalla Lega Nord. In prima fila Cota e il segretario federale del Carroccio,
Matteo Salvini.
«Cota non si deve dimettere, anche tirando via i voti di quella lista vince lo
stesso», ha detto il presidente della Lega, Umberto Bossi, parlando
dell'annullamento delle elezioni regionali in Piemonte. Per Bossi la sentenza
del Tar «è una cosa fuori dall'ordinario, sono passati tanti anni».
Il Carroccio insomma non ci sta. Dopo la clamorosa decisione di ieri del Tar
che ha annullato le elezioni regionali in Piemonte in seguito ai ricorsi
dell'ex presidente Mercedes Bresso del Pd, oggi nel centro di Torino ci sarà
una fiaccolata per dire "Giù le mani dal Piemonte". Intanto l'ex
sindaco Pd Sergio Chiamparino si candida: «Ora tocca a me».
«Questa sentenza del Tar è una vergogna, un sopruso, ma io non mollo: non è una
questione personale, ma di difesa dei principi e della democrazia», ha detto
Cota.
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