Vicenza:
secco rifiuto di rom e sinti al sindaco che salda 60mila euro di bollette del campo sosta, proponendo loro dei lavori socialmente utili.
«Il sindaco Variati non può obbligare
nessuno a lavorare, tantomeno un nomade». Davide Casadio, presidente
dell’associazione “Sinti italiani in viaggio per il diritto e la cultura” è
stato chiaro nel rispondere, attraverso un quotidiano locale, al primo
cittadino di Vicenza che pretendeva un minimo di collaborazione e
disponibilità da parte della comunità nomade nel tentativo di giustificare in
qualche modo l’esborso di ingenti cifre dalle casse del Comune per pagare
le bollette di diverse famiglie sinti.
Dopo le aspre critiche sollevatesi in città infatti, il piddino Achille
Variati, aveva tentato di mostrare il suo volto più duro: «Segnaleremo i
finti poveri alla guardia di finanza e chi non accetterà di svolgere lavori
socialmente utili non vedrà un euro e nei casi di false dichiarazioni porteremo
mamme e figli all’albergo cittadino».
Ipotesi subito rispedita al mittente dai sostenitori della minoranza nomade, a
partire appunto da Casadio: «Impossibile».
Lavori socialmente utili (tipo lo sfalcio dell’erba o la pulizia delle strade)
in cambio del pagamento di bollette arretrate (per quasi 60 mila euro) di
luce e gas di due campi sosta ? Mai e poi mai.
«Nessuno può essere obbligato a lavorare, nemmeno un nomade. E anche per quanto
riguarda il volontariato: o lo si fa perché si crede in un’idea, in un
principio, altrimenti che senso ha?».
Dal canto loro, molti vicentini si chiedono nel frattempo perchè il
Comune in meno di tre anni abbia sborsato ben 125 mila euro per pagare i
conti dei due accampamenti.
Una volta emerso il caso, gli esponenti della Lega Nord hanno immediatamente
chiesto le dimissioni dell’assessore ai Servizi Sociali, Isabella Sala.
La risposta che arriva dai rappresentanti dei nomadi, che trovano il sostegno
di parte della sinistra e dei centri sociali, è la solita: è un obbligo del
Comune aiutare chi si trova in difficoltà ma lo stesso Comune non
deve manco azzardarsi a chiedere alcunchè in cambio. «Credo che sia un concetto
fondamentale» precisa Casadio, citando a menadito l’articolo 3 della Costituzione:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla
legge...”
Ma come sempre c’è chi è più uguale degli altri, chi conosce soltanto diritti
ma rifiuta qualsiasi dovere.
Roberto Brusadelli
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