Il sindaco Variati (Pd) paga le bollette ma in cambio
chiede di svolgere qualche attività. Loro dicono no, incoraggiati dai centri
sociali.
«Il sindaco
Variati non può obbligare nessuno a lavorare, tantomeno un nomade». Davide
Casadio, presidente dell’associazione Sinti Italiani in viaggio per il
diritto e la cultura, non accetta che il primo cittadino di Vicenza (Pd), dopo
la decisione del Comune di pagare 59 mila euro per saldare le bollette
arretrate di luce e gas di due campi rom, abbia chiesto in cambio ai loro
abitanti di svolgere qualche attività socialmente utile, come la pulizia delle
strade o lo sfalcio dell’erba.
Casadio
sostiene, e in questo caso è d’accordo con Variati, che i sinti devono
essere trattati come le altre famiglie della provincia veneta che non hanno
reddito. Il rappresentante dei rom però sottolinea che il Comune è obbligato ad
aiutare chi si trova in difficoltà - quindi a saldare eventuali insoluti - e
che in cambio, dunque, non deve chiedere un bel niente. «Credo che sia un
concetto fondamentale» precisa Casadio, «pensiamo all’articolo 3 della
Costituzione». Insomma, i rom come al solito hanno soltanto diritti e nessun
dovere. Vivono negli accampamenti per una scelta di vita, devono essere serviti
e riveriti dalle amministrazioni locali e, si capisce, devono anche essere
equiparati a quelle migliaia di famiglie che non ce la fanno ad arrivare alla
fine del mese e che per riuscire a pagare le bollette di casa - quando ci
riescono - fanno i salti mortali.
Domani, a
Vicenza, ci saranno due manifestazioni opposte. I gruppi di centrodestra si
ritroveranno alle 16 davanti al municipio per il “No bolletta day”. Porteranno
le loro bollette di luce e gas e chiederanno all’amministrazione di farsene
carico. I centri sociali invece manifesteranno un’ora prima in piazza Castello
contro chi ritiene sacrosanto che i nomadi si sdebitino con qualche lavoretto
utile alla cittadinanza. Forse 59 mila euro (nel solo 2013), per gli amici dei
centri sociali non sono abbastanza. Nei due accampamenti, in viale
Cricoli e via Diaz, vivono complessivamente più di 120 persone. Alcune
famiglie, poco prima di Natale, erano rimaste senza gas ed elettricità perché
non avevano pagato gli arretrati. L’amministrazione comunale, quindi, si era fatta
carico della questione versando la somma all’azienda municipalizzata che eroga
il servizio. E non si è trattato certo della prima volta se è vero, com’è vero,
che negli ultimi tre anni il Comune di Vicenza ha sborsato la bellezza di 110
mila euro per pagare i conti di luce e gas dei due accampamenti. La spesa,
sommata ai contributi per i buoni pasto, le medicine, e il sostegno scolastico,
ha raggiunto i 125 mila euro. Variati fa presente che d’ora in poi chi
non accetterà di svolgere lavori socialmente utili non riceverà più un
centesimo e che i finti poveri verranno segnalati alla Guardia di Finanza:
«Dobbiamo ridare dignità a chi vive là, tra topi e sporcizia. Non facciamo
buonismo. Molti dicono “ecco loro li aiutate e noi no”. Ma basta avere l’Isee
basso - precisa il sindaco - e tutti hanno diritto. Sui nomadi poveri o finti
si indagherà. Basta logica assistenzialista. Se rifiutano il lavoro - prosegue
- e pensano di usare i bambini per evitarlo, porteremo le madri e i figli fuori
dal campo, nell’albergo cittadino». Vedremo se sarà così.
Il caso, a
Vicenza, ha scosso sia la maggioranza di centrosinistra, al cui interno non
mancano gli esponenti che criticano la decisione della giunta, sia
l’opposizione. La Lega ha immediatamente chiesto le dimissioni dell’assessore
ai Servizi Sociali, Isabella Sala. Sergio Berlato,
europarlamentare vicentino di Forza Italia, sostiene che è «una forzatura fuori
luogo» paragonare i residenti vicentini agli zingari. Si chiede se il Comune
abbia verificato «se i bambini frequentino regolarmente la scuola e se il
contesto familiare gli garantisca un percorso educativo sufficiente». Berlato
rispedisce al mittente l’invito a vergognarsi rivoltogli da Variati e ribadisce
che prima dei rom vanno aiutate le famiglie vicentine in difficoltà. Ma questo,
secondo i centri sociali che manifesteranno domani, è puro razzismo.
di
ALESSANDRO GONZATO
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