Le promesse del governo Letta hanno aperto le porte
all'Africa: nel 2013 sono sbarcati in Italia oltre 43mila clandestini.
I numeri
non mentono. A distanza di un anno possiamo quantificare i danni degli slogan
buonisti del presidente della Camera Laura Boldrini, delle promesse di
ius soli e cittadinanza facile dell'ex ministro all'Integrazione Cecile
Kyenge e, più in generale, della politica lassista dell'Unione europea.
La grande
maggioranza dei flussi migratori via mare si dirige verso l’Italia: nel 2013
sono sbarcati in Italia oltre 43mila clandestini, più del triplo rispetto al
2012.
In occasione
del Panel di alto livello dedicato alla protezione dei diritti umani degli immigrati,
organizzato a Ginevra nell’ambito della sessione del Consiglio dei Diritti
Umani, su iniziativa del gruppo africano alle Nazioni Unite, il sottosegretario
agli Affari esteri Benedetto Della Vedova ha rimesso al centro del dibattito
politico l'emergenza immigrazione che, col boom degli sbarchi, ha riportato
l'Italia al centro di un'imponente ondata migratoria. Nel 2013 sono, infatti,
arrivati sulle nostre coste più del triplo degli immigrati rispetto al 2012.
Dei 43mila stranieri arrivati nel Belpaese lo scorso anno due terzi sono
richiedenti asilo. Nello stesso anno, le altre rotte migratorie verso
l’Europa risultavano stabili (quella orientale) o in diminuzione (quella
occidentale). "L’Italia è divenuta un esempio per quanto riguarda le
operazioni umanitarie in mare", ha spiegato Della Vedova evidenziando
che "nel 2013 sono stati compiuti salvataggi a 281 imbarcazioni"
portando in salvo più di 30mila immigrati. Con l’operazione "Mare
Nostrum", lanciata dopo la tragedia di Lampedusa , dal 18 ottobre a fine
gennaio sono stati soccorsi più di seimila extracomunitari in 45
operazioni finalizzate a sorvegliare i confini marittimi. "Le
migrazioni sono un fenomeno globale, che va gestito appunto a livello globale -
ha continuato Della Vedova - per questo l’Italia ha deciso di dedicare alle
migrazioni una priorità nell’ambito della prossima presidenza dell’Ue".
Nel 2014 la
situazione non è certo migliorata. Dall’inizio dell’anno al 3 marzo sono stati
soccorsi altri 5.611 immigrati. Nel corso di un’audizione davanti al Comitato
Schengen, il direttore generale dell’immigrazione del Viminale, Giovanni Pinto,
spiega che le zone di provenienza vanno dal deserto sahariano all’Africa
occidentale: "Tutti utilizzano esclusivamente la Libia come base di
partenza. La presenza di stranieri di aree geografiche così diverse dimostra
che siamo in presenza di organizzazioni criminali sempre più sofisticate".
Il un nuovo periodo di instabilità che ha investito rende a Viminale e
Farnesina più difficile instaurare un rapporto di collaborazione. "Attualmente
in Libia ci sono tra i 700mila e gli 800mila stranieri che potenzialmente
potrebbero partire verso l’Europa - avverte Pinto - in materia di accoglienza i
posti a nostra disposizione sono esauriti e le risorse sono ridotte".
Il Viminale sta comunque valutando l'ipotesu di trovare altri seimila posti
ampliando, tra gli altri, il Centro di Mineo.
di Sergio Rame (Giornale)
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