Gli
organizzatori: «Hanno votato tre veneti su 4». I sì conteggiati all'89%, i no
all'11%. Eletto anche il Consiglio dei Dieci per garantire l'indipendenza.
TREVISO. La rinascita virtuale della
Serenissima Repubblica Veneta va in scena in piazza dei Signori a Treviso,
all'ora di cena, davanti a un migliaio di persone festanti.
Con il novello doge Gianluca Busato che orchestra l'independence-day venetista
e Anna Durigon, la giovane di Zero Branco che un anno fa attuò lo sciopero
della fame contro l'occupante italico, lesta a snocciolare l'esito della
consultazione on line; anzi, del plebiscito, come viene definito in sfregio al
precedente del 1866 che sancì l'annessione al Regno: «Hanno votato 2 milioni
360mila 235 veneti, pari al 73% degli aventi diritto. I sì sono stati 2 milioni
102mila 969, cioè l'89,1% e i no 257.276, il 10,9%. Il Veneto è liberooo...».
Non capita spesso di assistere al sorgere di una nathion ma il sarcasmo
serpeggiante cede il passo agli altri verdetti digitali: con il sì all'adesione
all'Unione Europea (ma di stretta misura: 55,7 contro 44,3%) e il risicatissimo
consenso all'euro (51,3%); più ampio il favore alla permanenza nella Nato, che
sfiora il 65%. E così sia. (...)
Filippo
Tosatto (GdV)
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