Il Consiglio regionale della Lombardia,
su iniziativa della Lega Nord e col sostegno degli ex Pdl, è pronto ad
approvare la proposta di referendum abrogativo della Legge Merlin, che nel 1958
portò alla chiusura delle case di tolleranza. Secondo l'articolo 75 della
Costituzione basta la richiesta formale di cinque Regioni per evitare la
raccolta firme.
L'eurodeputato veneto
e capodelegazione della Lega Nord al Parlamento europeo Lorenzo Fontana
applaude Massimiliano Romeo, capogruppo del Carroccio al Pirellone e rilancia:
"Anche il Veneto è pronto, molti nostri Comuni grazie alla Lega in questi
mesi si sono adoperati formalmente per indire consultazioni popolari sulla
legalizzazione della prostituzione, così da regolamentare il fenomeno,
toglierlo dalle strade e renderlo più sicuro per meretrici e clienti con
controlli igienici e sanitari. I modelli sono la Germania e la Svizzera. Su un
tema così importante è giusto che gli italiani possano esprimersi al
riguardo".
Fontana, cattolico praticante,
tranquillizza anche parroci e religiosi che storcono il naso quando si tratta
l'argomento: "Le case di tolleranza c'erano anche nello Stato Pontificio,
dove gli stessi Papi capivano che non potendo debellare il fenomeno - perché
insito nel peccato originale - era meglio regolarizzarlo, coerentemente ai
dettami della dottrina cattolica e al principio di impedire un male peggiore e
non di accettarne uno minore".
Sulla stessa linea il consigliere
regionale veneto Nicola Finco: “Moltissimi sindaci in questi ultimi mesi hanno
portato avanti la raccolta firme per un referendum abrogativo della Legge
Merlin. Purtroppo non ce l’hanno fatta per pochissimo. Ma un’altra strada c’è e
noi intendiamo percorrerla. Mi impegnerò personalmente, una volta giunta
formalmente al Consiglio Veneto la proposta della Lombardia, a farla votare
celermente dall’aula. Si tratta di una scelta di civiltà, di sanità pubblica,
di regolarizzazione fiscale, come avviene in molti Paesi europei tra cui la
Germania”.
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