"Provate
a entrare in maniera clandestina, senza documenti, in paesi come gli Usa,
Canada, Australia, Turchia, Cina, India, cioè nazioni che hanno tradizioni
politiche, culture legali, norme religiose, completamente diverse tra loro .
Penso avreste qualche problema con la Polizia locale".
L'assessore regionale del Veneto, Roberto Ciambetti,
non risparmia critiche al provvedimento che, nei fatti, eliminano dal Diritto
italiano il reato di immigrazione clandestina, ma invita tutti a riflettere.
"Nazioni diverse hanno in comune una cosa: nessuno rinuncia a difendere i
propri confini e difendere i confini, assicurare la sicurezza del Paese, è uno
dei compiti precipui, specifici e reali dello Stato. Da noi - ha detto
Ciambetti - lo Stato esiste solo quando si tratta di far pagare le tasse, ad
esempio, caricare cittadini e imprese di incombenze burocratiche, ma se si
tratta di controllare chi vuole entrare nel nostro Paese, lo Stato rinuncia al
suo ruolo: paradossalmente la depenalizzazione rischia di diventare uno dei
colpi di marketing della malavita organizzata e dei neo-schiavisti. Insomma cui
prodest? Serve ai poveri cristi che affrontano un calvario incredibile che
culmina troppo spesso con la morte? Non credo. Non è così che si affronta la
tragedia della povertà che alimenta i flussi migratori, non è così che si
affronta il dramma della violazione dei diritti dell'uomo che spinge tanti a
fuggire dal proprio paese nè, infine, si prendono decisioni così gravi
sull'onda dell'emotività quasi a voler lavare la coscienza senza tener conto
delle conseguenza che si determinano".
Roberto
Ciambetti, assessore Regione Veneto
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