Il ministro dell'Integrazione: "Oggi chi se ne
va dall'Italia perde i contributi versati". Nel 2011 gli stranieri
tornati a casa sono stati 32mila.
"Abbiamo avviato contatti con l'Inps per
riuscire a fare accordi di reciprocita'" per quanto riguarda i
contributi di lavoratori stranieri, che decidono di tornare nel loro
Paese. Lo ha annunciato il ministro dell'integrazione Cecile Kyenge. Tradotto, significa che il ministro dell'Integrazione sta lavorando perchè gli immigrati stranieri in Italia che decidano di tornare al loro Paese d'origine possano ritirare i contributi versati o accedere alla pensione.
Attualmente, ciò non è possibile. La Kyenge parla di "soluzione
positiva anche per il nostro Paese in quanto per una persona che arriva
in Italia e' un incentivo a non lavorare in nero sapere che quando se ne
andrà i contributi versati non sono soldi buttati. Quindi e' anche
interesse dello Stato ed un vantaggio per le nostre politiche e non solo
al migrante, che cosi esce dall'invisibilità". La misura però potrebbe
avere effetti non trascurabili sui conti del nostro sistema
pensionistico. Uno studio recente della Fondazione Leone Moressa ha
infatti evidenziato che solo nel 2011 sono stati ben 32mila gli
immigrati extracomunitari che hanno fatto ritorno al loro Paese. E il
fenomeno, causa crisi e aumento della disoccupazione, è in forte aumento
anche per il 'ritorno' degli italiani in professioni col tempo
'lasciate' agli stranieri. Quello stesso esodo del 2011 è tra l'altro
costato alle casse dello Stato 86 milioni di euro in termini di Irpef
non versato.
In Italia, sempre secondo la Fondazione Moressa, ci sono 2,3 milioni
di lavoratori immigrati (il 10,1% del totale degli occupati), che in
sede di dichiarazione dei redditi notificano al fisco 43,6 miliardi di
euro (pari al 5,4% del totale dichiarato) e pagano di Irpef 6,5 miliardi
di euro (pari al 4,3% del totale dell'imposta netta).
da libero Quotidiano
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