Chiesta la
procedura d’urgenza per la riforma della materia «Recuperare il ritardo del nostro Paese su questi temi».
Il Pd chiederà la procedura
d’urgenza per la calendarizzazione in aula della proposta di legge che preveda
l’attuazione del diritto di asilo «così come previsto dalla
Costituzione». L’annuncio in una conferenza stampa alla Camera con il
capogruppo Roberto Speranza a cui hanno partecipato anche alcuni deputati del
Pd firmatari della richiesta.
«Bisogna recuperare il ritardo del nostro paese su questi temi -spiega
Speranza-. Per questo nella prossima conferenza dei capigruppo chiederò
la procedura d’urgenza per questa proposta di legge». La proposta di legge Pd
si propone di «dare completa attuazione ad un diritto previsto dall’articolo 10
della nostra Costituzione, laddove si prevede che a quanti nei proprio
paesi sia impedito il libero esercizio delle libertà democratiche, debba
essere consentito di chiedere asilo», sottolinea Antonello Giacomelli,
primo firmatario della proposta. «Attuare questa norma -prosegue
il deputato Pd- è un fatto di civiltà. Basti pensare a quanti dei morti
di Lampedusa, se ci fossero stati una normativa per richiedere asilo ed un
percorso diverso per accedervi, avrebbero potuto evitare di affidarsi ai
mercanti di morte». Scioccanti i contenuti della proposta, di fatto un
lasciapassare per tutti. «La proposta si incentra su due fasi innovative -
continua infatti l’esponente piddino - innanzitutto accogliere e dare
assistenza anche a quanti non hanno i requisiti per accedere all’asilo
politico e provvedere alla loro protezione ed integrazione, e poi
semplificare il rapporto tra le commissioni territoriali e quella
nazionale che gestiscono l’iter burocratico delle richieste».
«Questo aspetto è fondamentale per facilitare l’accesso a quanti vogliano
fare richiesta d’asilo, evitando che si trovino di fronte ad una
burocrazia che spesso è complicata anche per noi italiani», conclude
Giacomelli. Un’attenzione particolare poi è riservata anche all’aspetto
dei centri di accoglienza, spiega Khalid Chaouki, anch’egli firmatario
della proposta. «Abbiamo previsto degli standard di civiltà -evidenzia
Chaouki- ai quali queste strutture devono uniformarsi. Si tratta pur
sempre di provvedimenti emergenziali, come quello proposto dalla ministra
Kyenge di triplicare i posti, ma sono necessari per far fronte alle necessità
del momento. Poi, ovviamente servono degli interventi strutturali da concertare
con l'Europa, perchè da soli non potremmo mai farcela. Ma in Europa ci
serve credibilità, e l’unico modo per ottenerla -conclude- è provvedere
al varo di questa legge».
Nessun commento, naturalmente, sui costi economici e sociali di una proposta
che, di fatto, lascerebbe le frontiere aperte a chiunque le volesse
oltrepassare.
di Giovanni Polli
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