“Chi
chiede l’abolizione della legge Bossi Fini dovrebbe ricordare che La Corte
Costituzionale, con la sentenza n. 22/2007 sancì che il rapporto reato-pena
previsto in quella legge non viola il canone della ragionevolezza; pensare che
la legge Bossi-Fini sia sbagliata significa solo dire una cosa: si vuole
aprire indiscriminatamente le frontiere ai flussi clandestini.
Bisognerebbe spiegare perché un provvedimento del
genere dovrebbe fermare le carrette dei neoschiavisti nel canale di Sicilia e
impedire nuove stragi”. L’assessore regionale del Veneto al Bilancio ed enti locali,
Roberto Ciambetti, replica alle dichiarazioni del premier Letta che,
“sulla scia dell’emotività suscitata dalle recenti tragedie” ha detto
Ciambetti, vorrebbe abolire l’attuale normativa che colpisce l’immigrazione
clandestina. “Chi contesta i centri di accoglienza, poi, dovrebbe riflettere
pensando che essi furono istituiti dalla legge Turco Napolitano: chi scarica
sulla legge Bossi Fini le responsabilità di una situazione devastante è per lo
meno disinformato per non dire altro. Sapete quanti rom
stanno scalpitando in Romania e Bulgaria perché dal
prossimo anno potranno arrivare nelle nostre città senza dover superare alcun
controllo? perché i governi di Germania, Francia, Olanda hanno adottato una
linea dura proprio su questi temi, mentre in Italia si continua nel
lassismo? In verità quello di Letta è il governo delle
porte aperte – ha detto Ciambetti – che si tratti delle carceri o
dell’immigrazione clandestina Letta e Soci spalancano le porte, mentre
le porte sono chiuse in faccia ai nostri giovani che cercano lavoro o ai troppi
disoccupati.
Porte aperte di Letta che contrastano con le serrande
abbassate di troppi esercizi commerciali o i cancelli chiusi di
troppe imprese, soffocate da troppe tasse e da una imposizione fiscale
insopportabile. Il tutto mentre va delineandosi una Legge di stabilità he
sottrare ancora risorse a Comuni e Regioni, cioè a chi deve garantire nel
territorio la sanità, l’assistenza sociale, gli interventi di sostegno ai più
bisognosi, a chi, facendo lavorare le imprese locali, cerca di rimettere in
circuito capitali e risorse economiche: di questo passo non ci saranno più
soldi per i nostri poveri, per i nostri anziani, per i disabili e per chi ha
bisogno. Non ci sarà nemmeno la possibilità di dare una accoglienza degna di
questo nome a chi cerca rifugio nella nostra terra, ma di questo non si parla,
quasi non esistesse il problema. Da una parte –ha concluso Ciambetti - si parla
di solidarietà esasperata, dall’altra si sta azzerando lo stato-sociale:
qualcosa non quadra più anche il governo vorrebbe scaricare nei Comuni e nelle
Regioni dalle gestioni virtuose i costi della quadratura del cerchio”.
Roberto
Ciambetti, assessore Regione Veneto
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