I principi sono chiari e arrivano al
cuore delle migliaia di partecipanti alla manifestazione organizzata dal Carroccio a Torino.
Stop all’immigrazione
clandestina, ritorno alla legalità, massima attenzione alle scellerate
politiche di chi vorrebbe che nel nostro Paese imperasse il caos e non le leggi
e il rispetto delle regole minime di convivenza. Dall’inizio del corteo e fino
al termine del comizio, i principi enunciati sono chiari e arrivano
direttamente al cuore delle centinaia e centinaia di partecipanti alla
manifestazione organizzata dal Carroccio. La gente sfila ordinata lungo via
Roma, assediata dal popolo del Nord. Un momento di incontro importante tra la
base del movimento, stretta attorno ai vertici del Carroccio presenti in massa.
“Freedom for Lombardia” si legge in uno degli striscioni che aprono il corteo guidato
dal segretario federale, Roberto Maroni, accompagnato da Umberto Bossi, da
Roberto Calderoli, il governatore del Piemonte Roberto Cota, Mario Borghezio,
Matteo Salvini e molti altri. Alcuni striscioni esposti con orgoglio da decine
di militanti e sostenitori del Carroccio la dicono lunga sul motivo per il
quale così tanta gente ha scelto di investire un sabato pomeriggio per venire a
Torino a manifestare: «Perché siamo qui?», si legge in uno dei più
rappresentativi della giornata – «Perché ci vergogniamo di essere italiani,
perché abbiamo meno diritti dei clandestini».
Di Andrea Ballarin
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